Notizie Notizie Italia Banco Pop: nei prossimi anni nascerà un nuovo modello di banca. I target del business plan

Banco Pop: nei prossimi anni nascerà un nuovo modello di banca. I target del business plan

30 Giugno 2011 08:32

Dopo un triennio impegnativo, il Banco Popolare fissa i paletti per il futuro. Negli ultimi anni l’istituto scaligero ha dovuto affrontare il riassetto problematico di Banca Italease, la riorganizzazione della Popolare di Lodi e il rafforzamento patrimoniale. Adesso, invece, le linee guida del piano industriale 2011-2015 parlano di crescita, ottimizzazione delle strutture centrali, incremento della base clienti e della redditività. La Borsa ha subito apprezzato le strategie messe a punto dal management della banca e il titolo del Banco mostra un progresso a Piazza Affari di quasi 2 punti percentuali a 1,55 euro.


Prima dei numeri è bene soffermarsi sui piani di ottimizzazione del gruppo che, come recita il comunicato ufficiale, “pongono le basi per un nuovo modello popolare di banca del territorio”. La struttura-obiettivo, 5 banche del territorio più Banca Aletti, sarà raggiunta con alcune operazioni già annunciate: la Popolare di Cremona e la Popolare di Crema verranno integrate nella controllante Popolare di Lodi, Efibanca verrà assorbita dalla capogruppo, mentre la rete estera, che ha già visto la cessione delle 7 filiali in Repubblica Ceca, sarà ulteriormente alleggerita con la dismissione della controllata ungherese.


Ma la novità è un’altra. “Quanto a possibili ulteriori semplificazioni dell’assetto del gruppo – si legge nella nota -, si tratta di argomento che è attualmente ancora in fase di preliminare ed istruttorio esame da parte del Consiglio di Sorveglianza”. Secondo fonti finanziarie interpellate da questa testata, ai piani alti di Verona si starebbe iniziando a ragionare sulla possibilità di arrivare alla Banca Unica, ovvero l’integrazione delle banche core del gruppo sotto l’insegna Banco Popolare. Una discussione ancora nelle fasi preliminari che sancirebbe però il nuovo modello popolare di banca del territorio.


Il business plan del Banco è però anche ricco di numeri e obiettivi ambiziosi. Secondo le indicazioni fornite dal management, entro il 2013 verranno aggiunti 250 mila nuovi clienti, mentre l’evoluzione del personale è indirizzata verso la riduzione dell’organico di 1120 risorse e verso l’arricchimento della rete con 1100 risorse interne, per cui i dipendenti totali al 2013 saranno 18.808 rispetto ai 20.078 di inizio 2011. Il piano dell’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti punta a una decisa riduzione del cost/income, visto in calo dal 65,9% del 2010 al 60,4% nel 2013 ed al 55% nel 2015. Il ROTE (Return On Tangible Equity) è stimato pari al 9,3% nel 2013 ed al 12,6% nel 2015.


Per quanto concerne la struttura patrimoniale, il Core Tier 1 ratio dovrebbe portarsi dal 6,5% attuale al 7,6% nel 2013 come Common Equity Ratio in linea con Basilea III e fissarsi nel 2015 all’8,3%. Prevista anche una decisa crescita dei fondamentali: l’utile netto (308 milioni di euro nel 2010) dovrebbe raddoppiare a 603 milioni nel 2013 e triplicare a 930 milioni nel 2015. L’impatto atteso in termini di utile netto dall’insieme dei progetti di riassetto organizzativo ammonta a 177 milioni al 2013 e a 272 milioni al 2015. I proventi operativi, 3,7 miliardi di euro nel 2010, sono previsti a 4,1 miliardi nel 2013 e 4,5 miliardi nel 2015. Le rettifiche sui crediti dovrebbero mostrare una progressiva diminuzione dai 771 milioni di euro del 2010: a 541 milioni nel 2013 e a 492 milioni nel 2015.