M&A banche: non solo con Commerzbank. Scenari anche di fusioni UniCredit-Deutsche Bank e UniCredit-SocGen
Fusione Commerzbank-UniCredit. O anche UniCredit-Deutsche Bank o magari UniCredit-SocGen. Anche se, forse, alla fine sarebbe meglio un matrimonio tra Commerzbank e BNP Paribas o tra Commerzbank e Deutsche Bank. Di questi e altri scenari di M&A nel mondo bancario europeo ha parlato l’elite di Davos, in occasione del World Economic Forum.
In particolare, 10 leader del settore intervistati da Bloomberg News hanno illustrato le opinioni su quei deal che avrebbero maggiore ragione di essere.
Per la maggioranza dei leader, riporta Bloomberg, l’operazione che avrebbe più senso da un punto di vista strategico sarebbe l’acquisizione di Commerzbank da parte di BNP Paribas.
Motivo? La banca numero uno in Francia, dicono i dirigenti intervistati, è riuscita a confermarsi un’eccezione in Europa, tanto da non aver sofferto neanche una perdita di bilancio, su base annua, nell’ultimo decennio. BNP ha assistito anche a una crescita del valore di mercato e le prospettive per il futuro sono più che rassicuranti, visto che l’amministratore delegato Jean-Laurent Bonnafe ha promesso un incremento dei profitti superiore a +6,5%, su base annua, fino al 2020, e una espansione del fatturato nella divisione dei mercati globali del 5%, sempre su base annua, nello stesso arco temporale.
Per i banchieri intervistati da Bloomberg, Bonnafe sarebbe inoltre favorevole a considerare opzioni e accordi per assicurare alla banca una maggiore crescita. Commerzbank potrebbe essere dunque il target perfetto. D’altronde, i rumor sulle trattative intavolate da BNP con il governo tedesco per acquistare la partecipazione del 15% che detiene in Commerzbank non sono mai rientrati.
E acquistando Commerzbank, che è la seconda banca in Germania, BNP avrebbe accesso alla base clienti Mittelstand, ovvero a quelle piccole e medie imprese a lingua tedesca che si trovano in Germania, Austria e Svizzera tedesca e che vengono considerate motore dell’economia teutonica.
Il fatto che il fondo Cerberus Capital Management sia entrato in Commerzbank con una quota del 5%, diventando uno dei tre principali azionisti dell’istituto, sarebbe tra l’altro per i banchieri intervistati il segnale di una transazione praticamente inevitabile.
Commerzbank-Deutsche Bank
Cerberus non ha deciso tuttavia di scommettere solo su Commerzbank. Il colosso di private equity sta puntando anche sulla banca numero uno in Germania, Deutsche Bank, con una partecipazione del 3% circa.
Ora, stando ai rumor pervenuti a Bloomberg, lo stesso amministratore delegato di DB, John Cryan -che ha ammesso di essere favorevole di per sé a una fase di consolidamento tra le banche europee, che possa sostenerne la redditività -ha avuto contatti con Commerzbank nel 2016.
Una eventuale fusione delle attività retail, in Germania, abbasserebbe i costi del gigante tedesco e darebbe vita a una banca con cui sarebbe difficile comptere soprattutto nel finanziamento delle piccole e medie imprese.
Commerzbank-UniCredit
Bloomberg ricorda che, grazie al ceo Jean Pierre Mustier, UniCredit è riuscita a rafforzare il proprio bilancio, smobilizzando crediti deteriorati e ricorrendo al mercato per la raccolta di capitali. Mustier ha anche reso più flessibile la banca, attraverso il taglio dei posti di lavoro. I banchieri intervistati da Bloomberg hanno ricordato i rumor dell’anno scorso sulle trattative tra UniCredit e i funzionari tedeschi in merito a una possibile combinazione con Commerzbank.
Sicuramente, una fusione tra i due istituti permetterebbe a UniCredit di beneficiare di un maggiore accesso alle piccole e medie imprese, business su cui la banca italiana sta già puntando per veder crescere la propria quota di mercato, e business che potrebbe essere visto anche come un’opportunità per ridurre parte dei costi nelle divisioni consumer. Mustier ha detto inoltre che tutte le opzioni per la crescita sono sul tavolo dopo il 2019, acquisizioni incluse.
Una fonte interpellata da Bloomberg ha avanzato un’altra opzione, considerata tra le favorite da molto tempo: una fusione tra UniCredit e Deutsche Bank. Un’operazione del genere permetterebbe alle due banche di essere più forti in Germania e a Deutsche Bank di rafforzare la presenza della propria divisione di investment banking in Europa.
Un’altra opzione attraente per UniCredit, secondo il banchiere intervistato da Bloomberg, potrebbe essere poi una combinazione con Société Générale, la seconda banca in Francia, che vanta una rete di trading a livello globale.
Diversi gli scenari M&A illustrati dai banchieri
Non solo UniCredit, Commerzbank, Deutsche Bank, BNP Paribas, e SocGen.
A Davos i banchieri hanno contemplato anche altri scenari, come l’acquisizione di una banca europea da parte di Lloyds, anche e soprattutto in vista del concretizzarsi della Brexit che, mettendo a rischio l’economia locale, potrebbe indurre il colosso britannico a guardare oltre il Regno Unito.
Tra l’altro, il ceo portoghese Antonio Horta-Osorio ha già dato prova di volere transazioni importanti acquistando l’anno scorso MBNA, divisione di carte di credito UK di Bank of America. Maggiore chiarezza si avrà a febbraio, quando l’AD presenterà la nuova strategia.
Anche Lloyds potrebbe secondo gli intervistati guardare a Commerzbank, come è trapelato da diversi rumor.
In ogni caso, Lloyds potrebbe mostrare interesse verso qualsiasi altro player del settore più piccolo che gli garantiresse una presenza in Europa e una occasione per crescere al di là del mercato domestico, piuttosto affollato.
Altra banca target, a parte Commerzbank, è ABN Amro. Con il governo olandese che detiene ancora una quota nell’istituto dopo il bailout, secondo i dirigenti bancari intervistati a Davos, la migliore opzione potrebbe essere la vendita della banca a un player rivale.
E, di fatto, nel 2016 l’Olanda ha avviato trattative preliminari con il management di Nordea Bank su un accordo che avrebbe permesso alla banca più grande del mercato nordico a trasferire il suo quartiere generale da Stoccolma in Olanda, per allentare anche e soprattutto il peso della regolamentazione.
Ma i negoziati sono, alla fine, falliti e ora Nordea si sta preparando a trasferire il suo quartiere generale in Finlandia.
Per i banchieri, precisa l’articolo di Bloomberg, una transazione con ABN Amro come preda avrebbe in ogni caso una sua logica, e la banca potrebbe finire nel mirino, a loro avviso, di BNP Paribas, Deutsche Bank o UniCredit.