Banche italiane e NPL, Deloitte: Italia mercato crediti distressed più attivo in Europa

“Probabilmente quest’anno l’Italia si confermerà il mercato più attivo dei crediti distressed in Europa“. E’ quanto emerge da una ricerca targata Deloitte, che affronta la questione delle operazioni con cui le banche italiane stanno procedendo alla pulizia dei loro bilanci dismettendo i loro NPL (non performing loans o crediti deteriorati).
Per crediti distressed, si intende strumenti finanziari che hanno sofferto una riduzione significativa del loro valore ma che, proprio per il loro rischio implicito, offrono agli investitori la possibilità di percepire elevati ritorni.
Deloitte, stando a quanto riporta Bloomberg, fa notare che, dopo il rallentamento nel ritmo di cessioni degli NPL del primo semestre di quest’anno, è attesa una ripresa per il secondo semestre, sulla scia di diversi accordi che al momento le banche italiane stanno negoziando per liberarsi del carico di tali asset.
Tra l’altro, “il pricing negli ultimi 18 mesi è diventato molto più realistico, e il risultato è che tali operazioni dovrebbero essere concluse più velocemente”.
Altro fattore che darà una spinta alla cessione di crediti distressed è l’imminente operatività di nuove regole contabili, conosciute come International Financial Reporting Standards 9, che diventeranno effettive all’inizio del 2018, e che costringeranno gli istituto di credito a contabilizzare non solo le perdite sofferte ma anche quelle attese sul libro prestiti.
Il carico attuale di NPL che grava sulle banche italiane ammonta a 174 miliardi di euro, rappresentando una zavorra per l’economia italiana.
Sul tema NPL, tra l’altro, si è tenuta proprio venerdì scorso 15 settembre, a Venezia, la sesta edizione dell’International NPL Meeting, la più importante conferenza in Italia sul tema dei non-performing loans.
Così Giovanni Bossi, AD di Banca IFIS, in apertura:
“La pipeline e i volumi dei deal in chiusura nel 2017 che arriveranno a toccare i 100 miliardi segnano un momento di svolta. Qualche anno fa i crediti deteriori erano talmente pesanti da mettere in discussione la sopravvivenza del sistema bancario, minandone la stabilità. Oggi sta accadendo il contrario e il problema dei crediti deteriorati sembra in parte risolto, con i mercati internazionali che guardano con un’ottica diversa rispetto a prima le banche italiane”.
Nel corso dell’NPL Meeting è stata presentata anche una special edition del “Market Watch NPL – The Italian Scenario”, che ha rivelato come i circa 71 miliardi di euro aggiuntivi di crediti non-performing che saranno dismessi entro il 2017, raggiungendo la cifra record di 104 miliardi di euro di crediti distressed scambiati nel mercato italiano, avranno un valore stimato di mercato di circa 14,4 miliardi di euro.
Il mercato sta comunque diventando più ampio e più efficiente e i prezzi cambiano a seconda della tipologia di asset: la categoria dei portafogli con mixed assets è quella maggiormente in crescita, con 58 miliardi – su un totale di 71 – che monopolizza quasi tutti i deal in pipeline. Gli assets secured sono invece quelli che stanno crescendo e che hanno prezzo maggiore, con una media stimata del 35%.
Dall’analisi del Market Watch NPL emerge inoltre che le sofferenze nette (65,8 miliardi di euro) sono ora allo stesso livello del 2012 ma le sofferenze lorde sono il 39% superiori a quelle dell’analogo periodo. A giugno, e in maniera più accentuata a luglio, le sofferenze bancarie lorde e nette hanno avuto un calo significativo come conseguenza delle vendite dei portafogli NPL, di svalutazioni più significative, ed una gestione più accorta da parte delle banche.
Inoltre importante attore del mercato NPL sono sempre di più i servicers: 16 acquisizioni nell’anno dimostrano che dotarsi di una piattaforma di servicers è per gli investitori un prerequisito per operare nel mercato italiano.