Banche: italiane non amate in Europa, tegola referendum in vista
Le banche italiane restano non amate in Europa. Parola di Credit Suisse secondo cui il referendum costituzionale del 4 dicembre potrebbe scompigliare le carte. Secondo gli analisti del colosso bancario svizzero, il referendum difficilmente causerà instabilità politica ma potrebbe avere diverse implicazioni per il settore bancario, che tra fine 2016 e inizio 2017 sarà impegnato in diverse operazioni di ricapitalizzazione.
Tra le banche italiane la preferita degli esperti di Credit Suisse resta Intesa SanPaolo (outperform), mentre rimangono neutral su Unicredit prima del piano del neo Ad Jean Pierre Mustier, “che secondo il nostro scenario peggiore comprenderà un aumento di capitale da 8 miliardi di euro”. Ieri al ministero dell’Economia è andato in scena l’incontro tra Pier Carlo Padoan, i vertici di Bankitalia e i top manager di Intesa, Unicredit e Ubi Banca.
Un incontro per fare il punto sulla delicata situazione del settore tra l’operazione good banks, il caso Deutsche Bank e i rischi legati al piano del Montepaschi. Secondo Il Messaggero, c’è stata una fumata nera per l’acquisizione delle good banks da parte di Ubi Banca, dopo i paletti stringenti imposti nel fine settimana dalla Banca centrale europea.