Banca Akros indica la banca di Piazza Affari candidata a preda ideale nell’M&A

Quale sarà la prossima presa del consolidamento bancario? In questi mesi sono più volte riecheggiati i soliti nomi con Banca MPS più volte citata ma mai realmente finita sul radar di altre banche complice soprattutto la zavorra rappresentata dal petitum da 10 mld di euro relativo ai rischi legali della banca.
Tra le banche di Piazza Affari un nome pronto a diventare caldo nei prossimi mesi è quello del Credito Valtellinese. Una realtà che al momento la Borsa valuta poco più di 500 milioni di euro, ma che negli ultimi 12 mesi ha segnalato una decisa sovraperformance: +11% il saldo rispetto al -17,6% del Ftse Italia All Shares Banks nell’analogo arco di tempo. Negli ultimi tre mesi il balzo risulta di oltre +43%.
Una sovraperformance del titolo in parte dovuta al raggiungimento in anticipo di alcuni obiettivi del piano industriale e in parte proprio al consolidamento in corso del settore bancario italiano che potrebbe vedere Creval diventare un obiettivo di M&A ideale. Ne sono convinti gli esperti di Banca Akros che hanno riavviato la copertura sul titolo con rating ‘accumulate’ e prezzo obiettivo di 8,4 euro.
Accelerazione sul piano di riduzione dei rischi. Un elemento chiave del business plan 2020-2023 della banca lombarda è il decremento del portafoglio di crediti deteriorati. Il management ha ha dato la priorità a questa attività nell’ultimo anno. Cessioni totali per un valore di 800 milioni di euro hanno consentito alla banca di raggiungere in anticipo un rapporto di crediti deteriorati lordi del 6,4% rispetto all’11,4% di un anno fa e rispetto a un obiettivo di scendere sotto il 6,5% nel 2023. La banca, argomentano gli esperti di Banca Akros, è ora completamente concentrata sulla gestione attiva degli UTP netti di 400 milioni di euro circa per massimizzare il loro stato di riperformance, con gestori dedicati ai singoli ticket dopo la razionalizzazione del portafoglio.
Sforzi ulteriori sul fronte taglio costi
Il nuovo management team è concentrato anche sull’ottimizzazione della base dei costi operativi, con spese in calo del 10% a/a nel primo semestre 2020. Akros stima che Creval chiuderà il 2020 con costi operativi totali non distanti dagli obiettivo 2023 di 400 milioni di euro, con un’accelerazione molto significativa che aiuta la difesa redditività in un momento di pressione sulle enetrate e crescenti svalutazioni dei prestiti.
“Tuttavia – aggiunge Akros – il management è consapevole che l’attuale 70% del rapporto Cost/Income non è sostenibile e, se il calo dei ricavi dovesse continuare come nel primo semestre, ci aspetteremmo un’azione più decisiva sui costi, possibilmente con un’accelerazione delle previste 300 uscite di personale entro il 2023, di cui 100 già eseguite nel primo anno”.
La dimensione del bilancio di Creval è diminuita da 30 miliardi di euro nel 2012 a 24 miliardi di euro lo scorso anno sulla scia del continuo derisking e deleveraging. I ricavi hanno seguito la stessa tendenza, scendendo da 0,8 miliardi di euro a 0,6 miliardi nello stesso periodo. “La minore generazione di entrate rispetto ai peer è in parte dovuto a una minore penetrazione del prodotto, sia in AUM che in prestiti al dettaglio, ma pensiamo che invertire questa tendenza nell’attuale scenario ‘lower for longher’ sul fronte tassi sarà molto difficile, nonostante le azioni dettagliate del piano aziendale su questo fronte. L’eventuale acquisizione da parte di un gruppo più ampio troverebbe terreno fertile”.
Tanti motivi per guardare con interesse al Creval
La riduzione continua del rischio e la riduzione della leva finanziaria ha portato notevoli vantaggi in termini di migliori coefficienti patrimoniali. A detta di Banca Akros l’intento di Creval è creare le condizioni per remunerare i propri azionisti tramite dividendi / riacquisto di azioni nel medio termine “a meno che un offerente non prenda tutto”.
Banca Akros ritiene pertanto che Creval sia attraente per potenziali pretendenti, grazie alla sua qualità del credito notevolmente migliorata, alla forte posizione patrimoniale e il terreno fertile per migliorare la redditività, nonché razionalizzare la rete di distribuzione e una base di azionisti frammentata. La rete di filiali di Creval è stata ridotta di un terzo negli ultimi 5 anni.