Autostrade, governo pensa a farla fuori con due decreti legge. Ricostruzione ponte, Di Maio vuole Fincantieri
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Due decreti legge per far fuori Autostrade, strappandole tutta la rete autostradale nazionale, revocandole la concessione e impedendole di ricostruire il ponte Morandi. E’ quanto il governo M5S-Lega starebbe pensando di fare, con il vicepremier Luigi Di Maio, in particolare, che vorrebbe dribblare la gara europea e affidare la ricostruzione del ponte a Fincantieri.
Sono le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Stampa, che parla di un “doppio escamotage dell’esecutivo per dilatare i tempi dei ricorsi”, e che riprende le ultime dichiarazioni al vetriolo contro la controllata di Atlantia – e dunque contro la famiglia Benetton – rilasciate dal leader pentastellato: questo, mentre Il Fatto Quotidiano pubblica oggi un dossier che parla dello scalo di Fiumicino, definendolo “l’altro bancomat dei Benetton”.
Il titolo Atlantia è sotto pressione nella sessione odierna, all’inizio della giornata di contrattazioni cede lo 0,79%, a 17,52 euro circa. Il titolo rimane sotto la soglia dei 18 euro, che era stata riagguantata nella prima settimana del mese dopo alcune dichiarazioni rilasciate dal premier Giuseppe Conte.
Scrive La Stampa:
“L’escamotage studiato dai giuristi del governo è questo: due diversi provvedimenti, uno per la revoca della concessione, l’altro per la ricostruzione del ponte, utilizzando in entrambi i casi il decreto-legge, l’unico strumento legislativo capace di produrre l’effetto di diluire nel tempo il contenzioso che è alle porte”.
La scelta dei decreti legge, infatti, permetterebbe di “evitare sospensive a breve, quelle via Tar e Consiglio di Stato” che sono quelle che il governo teme di più.
Per contrastare nell’arena giudiziaria i decreti legge, questi dovrebbero essere rimandati infatti alla competenza della Corte Costituzionale, con “tempi più dilatati”, vista la procedura più complessa.
Già nella giornata di ieri, Di Maio era tornato su questa questione e molte altre, ospite del programma L’Aria che tira su La 7:
Le autostrade in Italia, aveva detto, “devono necessariamente tornare allo Stato” anche per pagare “meno pedaggi”, parlando di intesa con la Lega di Matteo Salvini, e precisando:
“Se parliamo di rimettere a gara le autostrade ci sono due possibilità: o tornano ad Autostrade ed è l’arte dei pazzi o ci facciamo colonizzare da un concessionario straniero. Quindi necessariamente devono tornare allo Stato, vogliamo chiamarla gestione pubblica e non nazionalizzazione?”.
L’avvertimento, per la società controllata da Atlantia, era stato, per l’ennesima volta, più che chiaro: che Autostrade per l’Italia “metta subito i soldi ma non tocchi una pietra del nuovo ponte”. Due le opzioni per il versamento dei soldi: “O li mette subito o noi li anticipiamo e ce li prendiamo dopo”.
Il dado sembra ormai tratto. Di Maio ha ripetuto che il governo “revocherà la concessione ad Autostrade per grave inadempimento della manutenzione del ponte Morandi. Anche nel 2013 decine di persone sono morte, cadute da un ponte ad Avellino, perché il guard rail non ha retto”.
La scelta su Fincantieri per la ricostruzione del ponte è stata di nuovo confermata. Nel parlare del decreto urgenze per gli interventi da lanciare per la città di Genova, dopo la tragedia dello scorso 14 agosto, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha auspicato che la ricostruzione del ponte venga affidata a “Fincantieri, di cui mi fido ciecamente”.
A tal proposito, tuttavia, La Stampa fa notare che “a Fincantieri spetterebbe il compito di «assemblare» i materiali ferrosi con i quali si dovrebbe ricostruire il ponte e probabilmente altri avrebbero l’incarico della realizzazione”. Il quotidiano ricorda infatti che Fincantieri “non è dotata di un know how nelle costruzione di ponti”.
Ma la questione del ponte continua a dividere. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti (FI), intervistato da La Repubblica, ha parlato della necessità di non escludere Autostrade dal processo di ricostruzione del ponte Morandi:
“Basterebbe chiarire il fatto che Autostrade, all’interno del consorzio di imprese, non può avere una posizione dominante, dev’essere l’ente pagatore con una quota molto bassa. Non possiamo escluderla, perché per legge dev’essere Autostrade ad aprire il cantiere“.