Asset tossici, Moody’s: permangono rischi per cinque banche europee
Cinque grandi banche europee continueranno a far fronte ai rischi a causa degli asset tossici -leggi anche derivati – che ingolfano i loro bilanci. E’ quanto avverte Moody’s Investors Service, che fa i nomi degli istituti: si tratta di Barclays, Credit Suisse Group, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland Group (RBS), e UBS.
Le cinque banche – si legge nel rapporto di Moody’s – hanno continuato a ridurre i loro asset “non-core” nel corso dell’ultimo anno. Tuttavia, insieme, alla fine di giugno detenevano ancora un carico di asset tossici del valore di 549 miliardi di dollari. E il rischio legato alla loro presenza, prevede l’agenzia di rating, continuerà a pesare sui loro profili di debito.
Tra l’altro, è probabile che lo smaltimento di tali asset rallenti il passo nei prossimi 12-18 mesi, “visto che le condizioni operative sono destinate a diventare più difficili e la liquidità inferiore degli asset rimanenti renderà più difficile la loro vendita“.
In questo contesto, afferma Moody’s, è probabile che gli utili delle banche rimarranno volatili. E comunque: “anche dopo che gli asset saranno venduti, i costi associati a cause legali pendenti e le varie revisioni di condotta incideranno sulla redditività delle banche“.
Da allora tuttavia importanti progressi sono stati compiuti, almeno da Deutsche Bank, che si è confermata la migliore della classe. Dalla classifica che è stata compilata da Moody’s e che viene riportata in un articolo de Il Sole 24 Ore emerge infatti che il colosso tedesco ha smaltito gli asset tossici che aveva in pancia in una misura molto più celere delle altre banche.
Gli asset tossici di Deutsche Bank sono infatti pari a 5,8 miliardi, in fondo alla classifica che vede sul podio invece le due britanniche Barclays, con $303 miliardi, e RBS, $133 miliardi. Seguono UBS con $57 miliardi e Credit Suisse con $56 miliardi.