Notizie Notizie Italia Arrivano i risultati del terzo trimestre, occhio al quarto

Arrivano i risultati del terzo trimestre, occhio al quarto

10 Ottobre 2007 10:21

Con i numeri di Alcoa è partita la stagione delle trimestrali americane che avrà il suo culmine a metà mese. Dieci società dell’S&P 500 riporteranno i loro conti nel corso della settimana, ma il grosso giungerà nella seconda parte del mese (la settimana più densa sarà quella del 22 ottobre con ben 181 società in lizza per presentare la trimestrale). Entro fine ottobre avranno riportato l’83% delle società presenti nell’indice, rappresentanti l’85% della capitalizzazione del paniere stesso.
Le aspettative di crescita degli utili per azione anno su anno per il trimestre indicano attualmente un +2%, contro il +4% che veniva prospettato a inizio mese (è da ricordare che nel primo e nel secondo trimestre i tassi di crescita erano stati rispettivamente pari al 9,1 e all’8,3%).


All’incirca il 30% della revisione è ascrivibile ai titoli finanziari, un altro 17% al settore dei consumi discrezionali. Poco male dunque, visto che questi sono i due settori che più di ogni altro il mercato ha già penalizzato negli scorsi mesi. Ma può bastare questa spiegazione a giustificare rialzi del mercato che paiono slegati dalle aspettative sugli utili? Forse sì, a patto di essere tanto ottimisti da pensare che il mercato non terrà conto della dinamica di un settore, quello finanziario, che sui mercati più evoluti pesa per circa il 20% della capitalizzazione e che per le Borse mondiali il sollievo continuerà a venire da quei settori che si gioveranno ancora del boom globale, come materie prime, energetici, industriali e information technology.


Questa visione spiegherebbe anche le posizioni di alcuni operatori professionali. E’ il caso di Ian Wace, dell’hedge fund Marshall Wace, ieri in trasferta milanese. Con l’autorevolezza che gli deriva da un passato a capo del trading desk su azioni e derivati in Deutsche Morgan Grenfell, Wace cosa ci dice? Di rimuovere le posizioni corte sugli indici e di shortare solo singoli titoli, che il mercato va verso un’esplosione dei prezzi delle azioni a livello globale e che questo accadrà fondamentalmente grazie al nuovo vento di ribasso dei tassi. Ma fino a quando varrà il paradosso per cui un’erosione della crescita sarà salutata benevolmente come occasione di nuovi tagli al costo del denaro?


La risposta verrà dagli outlook sugli ultimi tre mesi dell’anno che le società potrebbero fornire contestualmente al consuntivo del Q3. La flessione di luglio/agosto è stato il modo del mercato per esprimere la prospettiva di una contrazione della crescita degli utili nel terzo trimestre (determinata dallo shock subprime). Oggi gli indici hanno ripreso i valori di allora e in qualche caso li hanno addirittura superati. Non è un caso. Gli utili complessivi dei componenti dell’indice S&P 500 attesi dal consensus per 2007 e 2008 hanno raggiunto settimana scorsa una media di 103,62 dollari e gli utili stimati per il 2007 sono sostanzialmente pari a quelli del 2008, nonostante il terzo trimestre.

 

Dunque, considerato che ben difficilmente ci saranno sorprese dai conti del trimestre appena chiuso, che chi aveva scheletri nell’armadio li ha già portati in piazza a prendere aria e che nessun ceo sarà stato tanto pazzo da non anticipare una delusione al mercato, la chiave delle prossime sedute sarà quello che uscirà dalle previsioni societarie sul quarto trimestre. Se non ci saranno sorprese, dati macro negativi continueranno a essere presi positivamente, perché il mercato saprà che un rallentamento dell’economia americana non ha avuto la capacità di intaccare i profitti di aziende sempre più dipendenti da mercati non Usa e saprà che la Fed agirà ancora.


Con una revisione verso il basso degli utili attesi per il quarto trimestre e dati macro negativi potrebbe esserci una discesa dell’azionario, ma lo scenario peggiore sarebbe revisione degli utili e dati macro positivi (magari un pavimento alla discesa dell’immobiliare), ossia redditività delle aziende che scende coniugata a una possibilissima dilazione dei tagli Fed.


Ma qui il quadro generale potrebbe incrociarsi con quello tecnico. Nei giorni clou delle trimestrali è posta infatti la linea immaginaria che diversi analisti hanno tracciato prevedendo un massimo a metà ottobre. Proprio ieri gli analisti tecnici di Ubs hanno rinnovato la scommessa di un top entro i prossimi 10 giorni, e di una successiva correzione che potrebbe valere il 50% del rally costruito da metà agosto, a cui seguirebbe una fase di lateralità fino alla seconda parte di novembre.

BLACKBOX significa scatola nera. Questa rubrica registra gli umori di investitori e operatori in base a quello che succede sul mercato o quello che le aziende comunicano