Notizie Notizie Mondo Argentina: scatta il default tecnico, nessun accordo con gli hedge fund

Argentina: scatta il default tecnico, nessun accordo con gli hedge fund

31 Luglio 2014 07:36
L’Argentina è in default tecnico. Ieri a New York non è stato trovato nessun accordo sul debito con i fondi “avvoltoi” statunitensi e la prima scadenza sul debito ristrutturato è stata superata senza che sia stato effettuato il pagamento, in quanto i fondi sono stati bloccati dopo la sentenza del giudice americano Thomas Griesa che ha ordinato a Buenos Aires di pagare prima di tutto i fondi speculativi. Accantonata per il momento anche l’ipotesi di un accordo fra le banche argentine e gli hedge fund. La proposta di un gruppo di istituti di credito di rimborsare i fondi non è stata infatti accettata. Torna così lo spettro fallimento sul Paese sudamericano dopo 13 anni. 
In questi due giorni di negoziazioni, le proposte avanzate dall’Argentina sono state respinte dagli hedge fund statunitensi che non avevano aderito al concambio sui bond andati in default nel 2001 e che ora chiedono il rimborso del 100%, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di dollari, forti della sentenza della Corte suprema Usa di metà giugno. “Non firmeremo alcun impegno che compromette il futuro argentino”, ha detto ieri durante la conferenza stampa il ministro dell’Economia, Axel Kicillof, che nega il default precisando che l’Argentina ha finora pagato, i soldi ci sono, ma sono stati bloccati. L’Argentina prenderà “tutte le misure necessarie a questo ingiusta e senza precedenti, in modo che la situazione non venga perpetuata nel tempo”, ha annunciato Kicillof. 
Ma il fallimento, secondo gli analisti di Standard& Poor’s, è già ufficiale: l’agenzia ha infatti ridotto il rating di Buenos Aires a ‘selective default’ da “CCC-‘. Il default selettivo significa che il Paese non ha onorato una parte delle sue obbligazioni o una emissione specifica ma che continua a pagare gli altri debiti. Ora anche l’altra sorella Moody’s potrebbe mettere mano al giudizio sull’Argentina. L’agenzia infatti aveva messo sotto osservazione il rating di Buenos Aires per un possibile downgrade nel caso le trattative non fossero andate a buon fine. La complessa situazione e il downgrade potrebbero ora allontanare l’Argentina all’accesso ai mercati internazionali.