Anche SPDR ETF affila le armi nella guerra dei costi

La guerra sui costi prende sempre più piede sul mercato europeo degli ETF, sulla falsariga di quanto accaduto negli ultimi anni sull’altra sponda dell’Atlantico. La voce costi, in particolare il TER, risulta infatti sempre più in prima fila tra quelle prese in considerazione dagli investitori prima di acquistare un replicante. Gli investitori europei si mostrano alla ricerca di prodotti il più efficienti possibile a livello di costi e i maggiori emittenti si stanno mostrando sempre più propensi a “guerreggiare” su tale fronte per proporre TER sempre più ridotti ai minimi termini. La corsa alla riduzione del TER ha coinvolto tutti i principali emittenti di ETF con una decisa accelerazione di tale “price war” avvenuta lo scorso anno in coincidenza con l’approdo nel Vecchio continente di Vanguard, emittente statunitense fortemente
Ultima in ordine di tempo a fare leva sulla voce costi e stata State Street Global Advisors (SSGA) che dall’inizio di questo mese ha apportato cambiamenti nella propria gamma di SPDR ETFs disponibili in Europa, tra cui una riduzione delle commissioni per 15 dei suoi ETF core azionari e obbligazionari. SSGA ha anche proposto il consolidamento degli ETF in una singola piattaforma “per venire incontro alle esigenze del sempre più maturo mercato europeo degli ETF”.
Sforbiciata media del 20% del TER per 15 ETF core
La riduzione delle commissioni decisa da SSgA comporta per gli investitori un risparmio medio del 20% su 15 ETF core azionari e obbligazionari. La riduzione più significativa riguarda il replicante legato all’SPDR S&P 500, il cui TER è stato ridotto da 15 bps a 9 bps. SSgA ha anche proposto la fusione dei suoi 13 ETF domiciliati in Francia in un’unica struttura centralizzata in Irlanda che emetterà e regolerà attraverso un International Central Securities Depository (ICSD) tramite Euroclear. SSgA con questa struttura mira a pervenire a benefici quali una riduzione dei rischi e dei costi operativi, il miglioramento della liquidità, una riduzione degli spread bid-ask e la creazione di processi più snelli e accurati per tutte le parti interessate. “Abbiamo recentemente assistito a una notevole crescita di popolarità degli ETF, che sono ormai annoverati tra i principali strumenti di investimento come risultato dell’evoluzione delle esigenze degli investitori nell’attuale scenario economico”, ha commentato Alexis Marinof, responsabile di SPDR ETFs per Europa, Middle East e Africa (EMEA). “Questi cambiamenti – ha aggiunto Marinof – hanno l’obiettivo di fornire ai nostri clienti un’offerta sempre più competitiva, capace di soddisfare i loro bisogni e quelli di un mercato europeo sempre più maturo”.