AIAF: migliorano i conti pubblici italiani ma la ripresa arriverà solo nel 2014
La dinamica dei conti pubblici in Italia e il livello dei tassi di interesse non impongono una richiesta di aiuti da parte del nostro Paese. Lo dice l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Associazione Italiana Analisti Finanziari, che nel suo secondo rapporto sull’andamento della finanza statale ha tenuto sotto osservazione gli esiti della politica dell’attuale governo e del decreto “Salva Italia”. Secondo l’Aiaf, però, per stornare ogni dubbio e riportare la fiducia sui mercati va rimosso ogni dubbio sull’ingovernabilità del Paese, “auspicabilmente tramite una legge elettorale efficace e diretta a garantire governabilità e rappresentanza”, e continuare sulla strada del consolidamento dei conti pubblici unito a riforme strutturali di sostegno alla crescita.
Si riduce il fabbisogno statale: -13,5 miliardi rispetto a settembre 2011. Il rapporto degli analisti finanziari italiani ha evidenziato che sono cresciute ai massimi dal 2007 le entrate tributarie a luglio: +10,6% tendenziale e un +3,6% assoluto, cosa che evidenzia l’aumento della pressione fiscale seguita al decreto varato lo scorso dicembre. Specularmente, il fabbisogno di cassa dello Stato si è attestato a settembre a 45,5 miliardi di euro, 13,5 miliardi in meno rispetto ai primi nove mesi del 2011. Dato che, con il pagamento dell’Imu in arrivo a fine anno, dovrebbe confermarsi in miglioramento.
Nel 2013 peggiora il deficit, debito pubblico al 123,3% del Pil. La ripresa nel 2014. Tuttavia, alla luce del Documento di economia e finanza del governo, presentato ad aprile e aggiornato a settembre dal governo, si riducono le prospettive di crescita sia per il 2012 che per il 2013, per rimandare il recupero dell’attività produttiva al 2014 (+1,1%) e 2015 (+1,3%). Peggiorano quindi anche le stime sul deficit 2012. Nonostante a luglio il parametro risulti in miglioramento (7 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo del 2011, a 30,9 miliardi di euro), quest’anno il deficit è previsto al 2,6% (contro la stima precedente all’1,7%) mentre nel 2013 è previsto all’1,6% contro il precedente 0,5%. Tali stime però non tengono conto dell’esito delle dismissioni di patrimonio pubblico e della spending review. Inoltre, al netto dei pagamenti una tantum, tra cui il contributo italiano al fondo di stabilità europeo ESM, il debito pubblico 2013 è previsto al 123,3% del Pil, stabile rispetto a quest’anno.
Per quanto riguarda il mercato del debito, i titoli italiani all’estero detenuti all’estero sono calati al 36% dal 42% del dicembre 2011, ma siamo in attesa di verificare gli effetti del piano di acquisto bond da parte della Banca Centrale Europea