Notizie Valute e materie prime Oro ancora in balia del dollaro, ma il COT evidenzia che i commercial hanno azzerato le posizioni nette corte

Oro ancora in balia del dollaro, ma il COT evidenzia che i commercial hanno azzerato le posizioni nette corte

11 Settembre 2018 10:40

L’oro da inizio anni ha registrato un forte calo, portandosi su minimi importanti a 1.200 $/oz. La domanda sia per investimento che per l’industria rimane contenuta. Più nel dettaglio i consumi dell’elettronica e dell’industria hanno registrato solo dei modesti aumenti ma non eclatanti. La domanda per investimento invece è in calo. I gestori e in generale chi investe sull’oro non ravvisano una grande necessità di ricorrere a porti sicuri e gli incrementi dei rendimenti dei Titoli di Stato USA (Treasury 10 anni) costituiscono un elemento a sfavore. Il mercato obbligazionario americano costituisce in questa fase infatti un concorrente all’oro.

A tutto ciò si aggiunge poi anche la forza del dollaro. Sicuramente vi è una correlazione inversa tra oro e dollaro molto forte, anche se questa correlazione non è sempre puntuale. In questa fase però vi è una buona correlazione inversa tra i due asset. In particolare non ci sono notizie a supporto dell’oro (lato domanda) e in assenza di questo la correlazione prezioso/usd resta dominante nella determinazione della direzione del metallo.

Conviene dunque investire in oro? Sicuramente bisogna guardare il dollaro in questa fase. Se il dollaro continua a rafforzarsi comprare oro non è una mossa saggia in questa congiuntura. Al momento non sembrano esserci dunque ragioni per vedere un forte rialzo dell’oro.

Quello che però può cominciare a farci ragionare è il posizionamento degli investitori fisici sul prezioso. Mi riferisco al COT (Commitments of Traders). I commercial infatti, ovvero coloro che accedono ai mercati finanziari per copertura, e che dunque dominano il business dell’oro (es. le miniere), hanno azzerato ad agosto le posizioni nette corte. Ciò implica che i commercial non pensano che ci possano essere ulteriori ribassi consistenti e che siamo in una zona di valore. L’oro dunque, in un’ottica di lungo periodo, potrebbe essere entrato in una fase di lenta accumulazione.

Analisi Tecnica

Da un punto di vista tecnico  il rafforzamento del dollaro Ytd ha portato l’oro a dare un segnale fortemente ribassista il 15 giugno 2018, con una candela discendente a notevole volatilità. Candlestick che è andata ad infrangere la trend line rialzista di lungo periodo, costruita sui minimi del dicembre 2016 e dicembre 2017.

Questo il segnale ribassista più pulito avuto da inizio anno. Debolezza poi confermata anche ad agosto, con il break prima del 61,8% del ritracciamento di Fibonacci di tutto il movimento ascendente avviato a dicembre 2016 a 1.215 dollari per oncia, e poi del supporto statico a 1.201 $/oz. In questo scenario il break al ribasso dei 1.192 $/oz probabilmente rispedirebbe il prezioso prima a 1.175 $/oz e poi sui minimi ytd a 1.160 $/oz. Al rialzo invece un segnale positivo sarebbe sul break al rialzo della trend line ribassista costruita sui massimi del 14 giugno e 28 agosto 2018 e dei 1.215 $/oz, con target a 1.244 e 1.273 $/oz.