Un 2015 all’insegna del dollaro, attenzione alle mosse della Bce

Quello che sta per iniziare sarà un anno all’insegna del consolidamento della crescita globale, di tassi statunitensi in aumento e del rafforzamento del dollaro. Parola di Frederik Ducrozet, economista senior del Crédit Agricole. “Negli Stati Uniti -si legge in un report elaborato dall’esperto- una Fed ‘paziente’ (nell’ultima riunione la Banca centrale Usa ha introdotto il termine “pazienza” in riferimento al primo rialzo dei tassi, ndr) manterrà una politica monetaria accomodante ma direttamente correlata con l’andamento dei dati economici”.
In questo contesto, “ogni sorpresa in arrivo dall’inflazione o dai salari è destinata a muovere i mercati in misura via via crescente”. Le prossime date chiave sono il 7 e il 9 gennaio, quando, rispettivamente, saranno diffuse le ultime minute della riunione del Fomc (il braccio operativo della Fed) e i dati relativi il mercato del lavoro a dicembre.
Per quanto riguarda i mercati emergenti, “l’attenzione sarà monopolizzata dagli indici Pmi che probabilmente, nella maggior parte dei casi, faranno segnare un indebolimento”. Buone nuove invece dall’Europa, “dove, alla luce degli indici Ifo e Zew tedeschi, il tasso di crescita dovrebbe rafforzarsi” e far segnare una “vera ripresa dell’economia”. Con l’inflazione in direzione sotto zero, la riunione del board della Bce in calendario per il 7 gennaio riveste importanza particolare anche se “ostacoli tecnici e politici” potrebbero portare a un rinvio delle nuove misure di stimolo.