Unicredit, dopo il balzo è giunta l’ora di prendere fiato?
Viaggia in controtendenza rispetto al Ftse Mib Unicredit. Non è la prima volta che accade in questa ottava: il titolo ha registrato una forza relativa maggiore sia lunedì che martedì, la flessione odierna non preoccupa dunque più di tanto. La correzione potrebbe tuttavia assumere una valenza più significativa nel breve periodo in base ad alcuni elementi di stampo tecnico. L’allungo intrapreso dai minimi dello scorso 23 settembre, che ha consentito un apprezzamento di oltre 65 punti percentuali, ha infatti riportato le azioni di Piazza Cordusio in prossimità delle resistenze statiche presenti in prossimità di 1,06 euro. Non è l’unico fattore che fa propendere la visione verso possibili prese di beneficio da parte degli investitori che hanno beneficiato nelle ultime due settimane del sostanzioso balzo delle quotazioni. Sempre in prossimità di area 1,06/1,07 euro vi è infatti il transito delle resistenze dinamiche espresse dalla trendline ascendente tracciata con i minimi del 22 e del 31 agosto. La linea di tendenza in questione è stata violata al ribasso lo scorso 2 settembre. Infine vi è un’indicazione ricavata dall’analisi del grafico a 30 minuti: a cavallo tra il 9 settembre e il 7 ottobre, Unicredit ha costruito e completato un testa e spalle rovesciato. Dalla violazione della neckline, tracciata con i top del 16 e 30 settembre, il titolo ha completato l’estensione rialzista della figura esattamente questa mattina. Il target era 1,056 euro, il top intraday di oggi è stato a 1,055 euro. Pur evidenziando come le implicazioni di medio sono positive, in questa direzione vanno le medie mobili di breve e medio, l’accelerazione registrata una volta bypassate le resistenze dinamiche espresse dalla trendline ribassista tracciata con i top dell’1 e del 16 settembre e il ritorno sopra le strategiche resistenze poste a 0,865 euro, nel breve è possibile aspettarsi una correzione. Partendo da questo presupposto è quindi lecito ridurre i long in essere. Per chi avesse la possibilità di operare su strumenti finanziari che consentono di andare short anche sui titoli del comparto finanziario italiano, lo short a 1,03 euro prevedrebbe lo stop in caso di chiusura di seduta oltre 1,08 euro. I target individuati sono invece rispettivamente a 0,936 euro e a 0,865 euro.
Riccardo Designori