Telecom Italia, il Brasile fa saltare la linea con il long
Pesante avvio di seduta per Telecom Italia, con i titoli che guidano la classifica dei ribassi delle società del Ftse Mib. A penalizzare i corsi azionari dell’ex monopolista le notizie provenienti dal Brasile, mercato che negli ultimi anni si è dimostrato fondamentale per sostenere la crescita del gruppo e bilanciare così le pressioni concorrenziali presenti sul mercato domestico. L’autorità brasiliana di regolamentazione delle telecomunicazioni, Anatel, avrebbe infatti deciso di sospendere la vendita di nuovi piani tariffari della telefonia mobile da parte dei 3 più grandi operatori del Paese cui fa riferimento il 70% del mercato dei cellulari a partire dal prossimo 23 luglio. Le società coinvolte sarebbero Tim Brasil, controllata sudamericana di Telecom Itala, la nazionale Oi e Claro, azienda Tlc del miliardario messicano Carlos Slim. Nello specifico, l’Autority ha bannato Tim da 19 dei 27 stati che compongono in Brasile. Nella lista sono stati compresi anche gli stati di Minas Gerais e Rio de Janeiro, ossia il secondo e il terzo della classifica dei più popolati del Paese dopo San Paolo. In attesa di vedere se i management delle società decideranno di ricorrere in appello contro Anatel, l’impatto negativo della notizia ha subito impattato sul quadro tecnico di Telecom Italia. La discesa intrapresa dai massimi di periodo registrati lo scorso 2 luglio a 0,785 euro era culminata con i minimi intraday del 12 luglio a 0,6965. Il rimbalzo iniziato in avvio della nuova ottava ha permesso al titolo di riportarsi velocemente in prossimità del solido livello resistenziale di matrice statica posto in area 0,7455 euro. Nonostante i ripetuti tentativi di recuperare il sostegno grafico del livello, in caso di chiusure superiori alle attuali resistenze menzionate la soglia diventata un supporto di stampo statico, il titolo non è mai riuscito a oltrepassare negli ultimi giorni le resistenze. I massimi intraday di lunedì, martedì e mercoledì hanno così mostrato con ogni evenienza come i compratori preferivano non incrementare le loro posizioni a quei determinati valori, agevolando così il compito dei venditori. La flessione maturata fin dai primi scambi odierni ha così consentito di generare da subito diversi segnali di vendita che dunque si inserivano in modo congruente nel già debole quadro grafico di Telecom Italia. Nello specifico il riferimento è alla violazione dei supporti statici di breve presenti nel range tra i 0,7265 e 0,7275 euro. In un contesto che vedeva già le medie mobili di medio e lungo termine incrociate negativamente sul daily chart, un altro spunto ribassista è stato generato con l’incrocio dall’alto verso il basso avvenuto nei primi scambi di giornata dei supporti dinamici espressi dalla media mobile di breve. I due elementi associati di fatto hanno così aperto la strada per un ritorno del titolo in prossimità dei minimi di periodo, registrati a 0,6965 euro. La discesa potrebbe tuttavia proseguire verso i minimi storici segnati a 0,6515 euro il 6 giugno scorso se l’azione non trovasse un valido sostegno o nei già sopracitati supporti statici posti a 0,6965 euro o in quelli dinamici espressi dal transito a 0,7070 euro della trendline ascendente tracciata con i minimi crescenti del 6 giugno e del 12 luglio. Chiusure di giornata sotto l’area di transito della linea di tendenza affosserebbero dunque ulteriormente il quadro tecnico di Telecom. Partendo da questi presupposti e considerando che il movimento odierno ha già penalizzato molto il titolo, eventuali strategia short potrebbero essere implementati in caso di nuovi rimbalzi di breve respiro da parte dell’azione. In tal senso un ritorno a 0,725 euro potrebbe essere sfruttato per procedere alla vendita del titolo. Con stop che scatterebbe con un ritorno dell’azione sopra i 0,75 euro, il primo target si avrebbe a 0,7 euro mentre il secondo a 0,6750 euro.
Riccardo Designori