Analisi operative Stm, prova a rialzare la testa ma l’impostazione tecnica è short

Stm, prova a rialzare la testa ma l’impostazione tecnica è short

13 Aprile 2011 11:47

Dopo i cali della vigilia quest’oggi Stm si mette in evidenza come uno dei titoli che meglio stanno performando. Gli acquisti odierni non devono tuttavia trarre in inganno: il movimento ribassista intrapreso dai top di periodo dello scorso 5 aprile quando i titoli fecero segnare un top intraday a 9,11 euro ha infatti portato alla violazione, confermata con la chiusura di ieri, della trendline ascendente di lungo periodo che ne caratterizzava i corsi dal 25 maggio 2010. La trend in questione è stata ottenuta unendo oltre al low appena menzionato anche i minimi delle sedute dell’1 luglio e del 17 dicembre. La consistenza e l’importanza della linea di tendenza si è dimostrata sia in occasione dei movimenti ribassisti dell’agosto 2010 che in quelli rialzisti dell’ultimo trimestre 2010. Nel primo caso dopo la violazione discendente avvenuta il 27 luglio il titolo fece un rapido pull back nel corso delle prime sedute di agosto prima di indirizzarsi verso i minimi del 31 agosto a 5,15 euro. Nel secondo invece, il recupero avvenuto con la gamba rialzista intrapresa dai low dell’8 ottobre riportò le quotazioni sopra le resistenze della trend e i minimi intraday segnati a cavallo tra il 10 e il 17 dicembre rappresentarono il ritracciamento della trend utile a rifiatare prima del nuovo allungo. La stessa cosa peraltro è accaduta di recente: tra il 16 e il 23 marzo il titolo riuscì ad arginare i cali grazie proprio al sostegno offerto dalla trend. Segnalata dunque la violazione al ribasso della trendline di lungo corso registrata ieri sul grafico giornaliero, un altro elemento che indirizza verso l’implementazione di una strategia short si ricava osservando il chart a 30 minuti. Su di esso si è infatti completato un testa e spalle di tipo ribassista: la figura, in costruzione dal 4 gennaio, è stata completata con la violazione della neckline disegnata con i minimi del 25 gennaio e del 17 febbraio. Ecco dunque che i rimbalzi, intesi in un’ottica di ritracciamento e pull back dei supporti violati, possono essere sfruttati per posizionare i propri ordini di vendita. Partendo da questi presupposti è dunque possibile posizionarsi in vendita a 8,58 euro. Con stop che scatterebbe con accelerazioni oltre gli 8,92 euro, il primo target è individuato a 7,55 euro mentre il secondo, ottenuto estendendo al ribasso il testa e spalle ribassista menzionato in precedenza, è a 6,935 euro.


Riccardo Designori