Stm, il chip con Nokia è andato in corto circuito

Giornata decisamente avara di soddisfazioni in Borsa per Stm che continua a pagare gli effetti del porfit warning lanciato nei giorni scorsi da Nokia sul secondo trimestre 2011. Il gruppo italo-francese è uno dei maggiori fornitori della società finlandese. Le azioni della realtà guidata da Carlo Bozotti si trovavano già alle prese con una precaria configuarazione grafica dallo scorso 9 marzo, giorno in cui fu toccato un massimo intraday a 9,73 euro. Quella che si è dimostrata una chiara falsa rottura delle resistenze di area 9,50 euro, top di inizio settembre 2008, ha in realtà permesso il completamento del pull back profondo della trendline ascendente che aveva guidato i corsi dai minimi dell’8 ottobre 2010. La trend in questione, disegnata anche con il low del 25 gennaio 2011, era stata violata al ribasso il 24 febbraio. A imprimere una visione decisamente negativa allo scenario di medio di Stm era poi giunta la rottura anche dei supporti dinamici offerti dalla trendline ascendente di breve ottenuta con i minimi del 25 gennaio e del 16 marzo. Con il pronto pull back avvenuto con il top del 26 aprile, le azioni hanno così completato il quadro tecnico in grado di far sfogare il testa e spalle ribassista iniziato a costruire il 5 gennaio. Ora, guardando le indicazioni delle sedute degli ultimi giorni si nota come l’apertura odierna sotto i supporti statici presenti a 7,655 euro permette di incrementare ulteriormente le posizioni short. L’unico ostacolo, che in caso favorirebbe un veloce rimbalzo senza essere in linea di principio in grado di pregiudicare l’impostazione di vendita, viene dalla vicinanza dei supporti statici prossimi a 7,53 euro: il livello tra il 6 e il 17 dicembre scorso aveva fornito un valido sostegno alle quotazioni prima della ripartenza della corsa poi culminata con i top del 9 marzo. Le considerazioni effettuate nel corso dell’analisi portano quindi a posizionarsi in vendita a 7,61 euro. Con stop che scatterebbe in caso di ritorni sopra gli 8,10 euro, il primo target è posizionato a 7 euro. Oltre a essere soglia psicologica, il prezzo indicato permetterebbe la chiusura del gap rialzista lasciato aperto tra il 2 e il 3 dicembre 2010 e l’estensione completa del testa e spalle menzionato in precedenza. Il secondo obiettivo è invece a 6,845 euro.
Riccardo Designori