S&P 500, le vendite di ieri sembrano destinate a continuare
La flessione patita ieri dall’S&P 500 ha permesso al paniere statunitense di generare un segnale di vendita in grado di avere ripercussioni negative anche nelle prossime sedute. La mancata accelerazione dello scorso 27 dicembre oltre le resistenze statiche poste in prossimità dei 1.266/1.267 punti, con la chiusura delle contrattazioni sotto detta soglia dopo aver registrato un top intraday a 1.269,37 punti, aveva rappresentato già un campanello d’allarme. In area 1.266/1.267 punti il paniere aveva trovato infatti un valido ostacolo in grado di arginare le velleità rialziste dell’indice già in occasione dei top riportati a cavallo tra il 5 e il 7 dicembre scorso. Già in precedenza, in particolar modo tra l’11 e il 14 novembre, da questi valori l’indice aveva intrapreso la strada verso i ribassi culminati poi con i minimi del 25 novembre a 1.158,66 punti. Ad incrementare le possibilità che l’indice americano inizi una nuova gamba ribassista vi è la constatazione che lo scorso 5 dicembre l’arrivo a 1.266 punti aveva coinciso con il pull back profondo della trendline ascendente tracciata con i minimi de 18 ottobre e del 9 novembre e rotta al ribasso il 17 novembre. Partendo da queste considerazioni, ingressi in vendita a 1.262 punti permetterebbero di mettere nel mirino come primo target i 1.228 punti e come secondo i 1.206. Lo stop invece scatterebbe in caso di nuovi allunghi oltre i 1.278 punti.
Riccardo Designori