Porsche torna sotto il prezzo IPO. I livelli da monitorare per il 2024
Da monitorare l’andamento di Porsche (ticker P911) che da metà dicembre è tornata al di sotto del prezzo IPO (84 euro). Nel dettaglio, il titolo dopo essersi quotato sulla Borsa di Francoforte il 29 settembre del 2022, per i successivi sette mesi ha messo a segno un rally rialzista arrivando fin sopra i 120 euro.
Tuttavia, da li la casa automobilistica di Stoccarda ha invertito bruscamente la tendenza perdendo dai massimi storici oltre il 33% e al momento sta consolidando l’area supportiva a 80 euro ad azione. Ecco l’analisi tecnica sul titolo e i livelli da monitorare per il 2024 su Porsche.
Porsche flat in area 80 euro
La quotazione di Porsche è stata la maggior IPO in Europa dal 2011, ma come dicevamo, nonostante gli ottimi risultati finanziari (boom di ricavi e utili) degli ultimi due anni, il titolo dopo il rally immediatamente successivo all’IPO, da giugno di quest’anno ha perso molto terrendo, con il bilancio da inizio anno che ora negativo del -16%.
Il titolo ha messo a segno un doppio massimo in corrispondenza dell’area di resistenza a 120 euro e ciò ha innescato le vendite sul titolo che ha rotto al ribasso tutti i principali supporti. In particolare, ha prima rotto al ribasso le media mobile a 50 giorni e 200 giorni (linee blu e arancione, con anche il Death Cross) e poi il breakut ribassista dei 100 euro.
Ciò ha innescato ulteriore debolezza sul titolo che a metà dicembre è tornato sotto il prezzo IPO fissato a 84 euro e da sei sedute è flat e sta consolidando l’area a 80 euro.
Al rialzo, per il titolo sarà fondamentale riportarsi al di sopra della principale area di resistenza a 81,9 euro, e se così fosse i successivi livelli di resistenza di breve periodo sono prima a 87,7 e poi a 92 euro. Al contrario, al ribasso sarà da monitorare la tenuta del supporto a 80.
Emerge negatività anche dall’analisi algoritmica, con la posizione short dell’indicatore di direzione Parabolic Sar, l’oscillatore di momenutum Rsi in ipervenduto, con i prezzi distanti il 28% dalla media mobile più importante a 200 giorni.
Analisti ottimisti sul titolo
In ogni caso, al momento la maggior parte degli analisti mantiene ancora una view positiva su Porsche. Guardando infatti il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg vediamo come il 44% di essi (11 analisti) hanno una visione rialzista sul titolo, mentre il 52% (13 analisti) dicono di mantenere il titolo in portafoglio (“hold”). Al contrario, solo 1 analista dice “sell” sul titolo.
Per quanto riguarda il prezzo obiettivo a 12 mesi, la media degli analisti ha posizionato il target price a 105 euro, il che implicherebbe un rendimento potenziale del 31,6% dai prezzi attuali.
Conviene comprare in IPO?
L’andamento nell’ultimo anno di Porsche, ricorda quello di moltissimi altri titoli che spesso salgono immediatamente dopo l’IPO in scia all’euforia del momento (Initial Public Offering), per poi sgonfiarsi e tornare al di sotto di esso. Da questo punto di vista, secondo un recente studio della Harvard Business Review, le azioni in IPO sono molto volatili e hanno un rendimento medio negativo del 20% nei primi tre anni dopo la quotazione.
D’altronde ci sarà un motivo se moltissimi investitori navigati ed esperti come Buffett spesso traducono ironicamente IPO con “It’s probably overvalued”.
Tuttavia, non mancano le eccezioni con alcune IPO che hanno avuto un rendimento super positivo sia nel breve che lungo termine, ad esempio Facebook (ora Meta) che hanno guadagnato oltre il 400% nei primi tre anni dopo la quotazione.
In ogni caso, i risultati e le previsioni di crescita di Porsche appaiono allettanti con il gruppo che ha chiuso il primo semestre di quest’anno con una crescita dei ricavi del 13% rispetto allo stesso periodo del 2022, e un ritorno sulle vendite del 18,9%. Per quanto riguarda le prospettive future nel grafico qui sotto vediamo l‘andamento delle stime sui ricavi per i prossimi anni.
Ma quindi, se il recente crollo di Porsche non è attribuibile ai fondamentali che come abbiamo visto i risultati finanziari della società sono positivi, da cosa è stato innescato? Da questo punto di vista molti analisti segnalano come prima criticità le preoccupazioni sulla gamma elettrica con il gruppo che ha più volte rimandato l’uscita della Macan totalmente elettrica ora prevista nel 2024 (con due anni di ritardo) per risolvere i noti problemi legati al software.
Ma non solo, altre criticità riguardano il peso della Cina che con circa 12 miliardi di vendite nel 2022 è un mercato che per Porsche vale circa il 30% delle sue vendite globali.