Mercati azionari prudenti in attesa dei dati sul lavoro Usa
Partenza poco mossa per le principali Borse europee, che si muovono appena sopra la parità in attesa dei dati sul mercato del lavoro americano che verranno diffusi nel primo pomeriggio. Gli investitori continuano a guardare alle trattative tra Usa e Cina. Ieri, il presidente americano Donald Trump ha annunciato che sono stati fatti progressi nelle trattative commerciali con la Cina di Xi Jinping. Novità anche sul fronte Brexit. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk starebbe valutando l’opzione di concedere al Regno Unito un’estensione dell’articolo 50 di 12 mesi. Questo significa che la data per il divorzio del Regno Unito dall’Unione europea, rinviata al 12 aprile, verrebbe ulteriormente spostata all’aprile del 2020.
Ftse Mib: riprova l’assalto dei 22.000 punti
A Piazza Affari si guarda anche alle vicende italiane. Ieri sera il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto crescita, rinviando però una decisione sui rimborsi ai risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie. Il testo dunque è aperto a ulteriori modifiche.
Avvio di giornata in frazionale rialzo per il Ftse Mib che avanza dello 0,3% in area 21.750 punti, dimenticando il ribasso di ieri e tornando a puntare ai 22.000 punti.
Il quadro grafico dell’indice italiano è positivo. In tale scenario, il superamento dei 22.000 punti aprirebbe la strada verso i successivi target a 22.200 punti e 22.500 punti. Al ribasso, un ritorno fino sotto i 21.500 punti potrebbe chiamare in causa i supporti a 21.122 e 21.000 punti.
Banco BPM: al test dei 2 euro
Partenza sprint Banco BPM, reduce di 5 sedute positive consecutive che hanno fatto guadagnare al titolo quasi il 6%. Oggi il titolo avanza di quasi 1% a 1,97 euro.
Lo scorso 1° aprile l’istituto bancario è riuscito a recuperare il supporto statico collocato a 1,87 euro per poi proseguire al rialzo cercando di agguantare i 2 euro. Un movimento accompagnato anche da volumi. Ora i corsi si trovano a fronteggiare la trend line ribassista di brevissimo periodo descritta dai massimi del 1 e 19 marzo 2019.
In tale contesto, con il superamento della trend e dello scoglio dei 2 euro, il titolo potrebbe mettere nel mirino la media mobile a 200 periodi in area 2,07 euro e il successivo target a 2,16 euro. Un primo segnale ribassista si avrebbe invece con un ritorno sotto il supporto a 1,87 euro con possibile discesa fino a 1,60 euro.
UBI Banca: tenta la rottura dei 2,65 euro
Avvio di seduta positivo per UBI Banca che avanza dell’1% a 2,53 euro. Quadro grafico in miglioramento per il gruppo bancario che cerca di risollevarsi recuperando circa il 20% dal minimo dell’8 febbraio a 2,09 euro.
Il titolo ha infatti dato una prova di forza rompendo la trend line ribassista di medio periodo costruita sui massimi di settembre 2018 e gennaio 2019, fino a ritornare sopra i 2,5 euro. Le ultime due sedute positive hanno permesso al titolo di guadagnare circa il 3,5% e di rompere anche la trend line ribassista di breve periodo descritta dai massimi del 3 e 18 marzo.
I corsi ora hanno preso di mira la resistenza a 2,65 euro. Infranto tale livello, il successivo target è la media mobile a 200 periodi che coincide con il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% a 2,89 euro. In caso di ritorno sotto la trend citata in precedenza, probabili ribassi fino a 2,29 e 2 euro.