Generali, l’uscita di Geronzi piace al mercato e sostiene i long
L’uscita a sorpresa dal ponte di comando da parte del Presidente Cesare Geronzi ha riportato una decisa volatilità sul titolo del Leone di Trieste, con gli investitori che immediatamente hanno iniziato a comprare a mani basse il titolo scommettendo sostanzialmente su un cambio di marcia nella politica industriale di Generali. Eloquente in tal senso il giudizio espresso dagli analisti di Equita Sim nella loro nota quotidiana: “Il chiarimento sulla governance è certamente positivo e spingerà il management a concentrarsi esclusivamente sul raggiungimento dei risultati”. Approfittando di questo rinnovato interesse per le azioni del Leone di Trieste, le quotazioni hanno generato un interessante segnale di acquisto che può essere sfruttato ancora da coloro che non hanno ancora preso posizione sul titolo. Nella fattispecie le azioni hanno oltrepassato di slancio le resistenze dinamiche rappresentate dalla trendline ribassista che ne caratterizzava i corsi dai top di periodo dello scorso 14 febbraio. La trend discendente in questione è stata ottenuta unendo i massimi decrescenti del 14 febbraio e dell’1 marzo. A sostenere il rafforzamento del quadro grafico di fondo anche l’accelerazione, confermata in chiusura di giornata, oltre le resistenze statiche di area 15,65 euro. Infine va segnalato come un’altra indicazione di acquisto sia arrivata con l’incrocio dal basso verso l’alto della media mobile a 55 periodi transitante sul grafico daily a 15,92 euro. Partendo da questi presupposti a dunque possibile sfruttare eventuali movimenti correttivi per entrare in acquisto sulla debolezza nel range compreso tra 15,65 e 15,75 euro. Chi volesse operare in questa direzione e seguendo tale logica può eventualmente smezzare la propria size standard in due, collocando un primo ordine a 15,75 euro e un secondo a 15,65 euro. In entrambi i casi lo stop scatterebbe al cedimento dei supporti di area 15,10 euro mentre il primo target è fissato a 17,03 euro e il secondo a 18 euro.
Riccardo Designori