Analisi operative Finmeccanica, una debolezza che sa di pull back

Finmeccanica, una debolezza che sa di pull back

19 Settembre 2011 11:32

Inizio di settimana particolarmente pesante per Finmeccanica. Le azioni del gruppo della difesa lasciano sul terreno oltre 8 punti percentuali, peggior titolo del Ftse Mib. Il mercato, dal punto di vista dei fondamentali, sembra così aver timore delle ripercussioni che si potrebbero avere in scia alle intercettazioni telefoniche del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dalle quali emergerebbero possibili turbamenti nell’assegnazione di alcuni appalti da parte della controllata dello Stato. Le vicende giudiziarie hanno già portato negli ultimi giorni alle dimissioni di Paolo Pozzessere, direttore commerciale di Piazza Monte Grappa, e di Salvatore Metrangolo, consigliere di amministrazione della controllata Seicos e presidente della partecipata Sistemi di software integrati. Le vendite tuttavia potrebbero rappresentare un’occasione grafica interessante dopo gli allunghi della scorsa ottava in scia alla possibile cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Finmeccanica nelle scorse sedute ha infatti accelerato oltre le resistenze statiche poste in prossimità dei 5,20 euro, completando così un doppio minimo iniziato a costruire lo scorso 2 agosto. L’indicazione generata con l’allungo del 14 settembre oltre la soglia resistenziale indicata ha permesso alla componente tecnica del titolo di segnare molteplici elementi a favore di un’inversione rialzista del trend in atto. In questa direzione vanno infatti l’avvenuto incrocio dal basso verso l’alto della media mobile a 14 periodi e la rottura della trendline ribassista tracciata con i top decrescenti dell’1 e dell’8 settembre. Considerando quello in atto un normale ritracciamento della violazione menzionata in precedenza, è possibile sfruttare l’indicazione long per implementare una strategia rialzista con acquisti a 4,97 euro. Considerando che il pull back potrebbe spingersi fino al test delle vecchie resistenze dinamiche rappresentate dalla trendline discendente menzionata in precedenza, lo stop è posto a 4,40 euro. I target sono posti dapprima a 6,10 euro e successivamente a 6,90 euro.


Riccardo Designori