Eni tra i peggiori a Piazza Affari in scia alla debolezza sul petrolio. Ecco i livelli da monitorare

A Piazza Affari, occhi puntati sui titoli petroliferi e in particolare su Eni, Saipem e Tenaris che, con un calo di oltre il 2%, si trovano tra i titoli peggior della seduta odierna.
La debolezza dei titoli energetici arriva in scia alla mossa sui prezzi praticata dall’Arabia Saudita e in particolare da Saudi Aramco (il maggiore produttore ed esportatore di greggio al mondo), che ieri ha tagliato il prezzo di febbraio del greggio per i suoi clienti asiatici.
Adesso il costo al barile per le raffinerie asiatiche ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 27 mesi e ciò si è riflesso anche sull’andamento del petrolio, con il benchmark del Brent che è sceso sotto i 78 dollari al barile (dopo l’aumento di oltre il 2% di settimana scorsa), mentre il West Texas Intermediate (Wti) viaggia intorno ai $ 73.
Eni ritraccia e torna sulla media a 50 giorni
In questo contesto di debolezza generalizza sui petroliferi, torna a perdere terreno Eni che, con il rosso di oggi (-2,6% a 15,12 euro) , interrompe la serie di tre sedute consecutive in territorio positivo. In particolare, il titolo dopo essere arrivato, sul finire di settimana scorsa, al test dell’area di resistenza poco sotto a 16 euro, con le vendite di oggi ha invertito la direzione, rompendo al ribasso l’area di supportiva di breve periodo a quota 15,5 euro e tornando così nei pressi della media a 50 giorni.
A livello grafico, Eni, ormai da settembre 2023 sta consolidando l’area compresa tra il supporto a 14,7 euro e la resistenza a 15,8 euro, un livello che come vediamo dal grafico su time frame giornaliero (qui sotto) ha più volte nell’ultimo periodo respinto al ribasso le quotazioni del titolo.
Da questo punto di vista, in caso di proseguimento delle vendite di breve periodo, per Eni sarà fondamentali mantenersi al di sopra della già citata area supportiva a quota psicologica dei 15 euro, livello da cui transita anche la media mobile a 50 giorni (linea blu), in quanto un eventuale breakout di tale livello potrebbe spingere rapidamente i prezzi verso il supporto a 14,7 euro.
L’altra area supportiva importante per il cane a sei zampe si trova poi verso i 14,2 euro, livello da cui transita la media mobile a 200 giorni (linea arancione) e vicino alla trendline rialzista costruita dai minimi del 2020 e che ha accompagnato la cavalcata rialzista degli ultimi tre anni. Ciò è ben visibile dal grafico su time frame settimanale (qui sotto).
Al rialzo, per Eni sarà fondamentale consolidare i prezzi attuali prima di riprendere la tendenza rialzista e da questo punto di vista sarà fondamentale compiere un breakout con volumi di contrattazione in aumento dell’area di resistenza a 15,8 euro.
Per quanto riguarda le performance, Eni ha chiuso il 2023 con un progresso di oltre il 14%, portando così il bilancio dai minimi del 2020 ad un notevole rialzo di oltre il +150%.
Con le vendite di oggi è peggiorata la situazione anche dal punto dell’analisi algoritmica, con l’indicatore di direzione Parabolic Sar che ha virato in direzione short (pallini blu sono tornati sopra il livello dei prezzi), ma anche dal più reattivo oscillatore di momentum Rsi che si sta velocemente dirigendo verso l’area di ipervenduto.
Analisti ottimisti su Eni
Guardando al consensus su Bloomberg vediamo come la maggior parte degli analisti mantengono una view ampiamente positiva sul titolo con il 64% degli analisti (20) che seguono il titolo che ha una visione rialzista. Il 35% degli analisti (11 analisti) dicono di mantenere il titolo in portafoglio, mentre al momento nessun analista dice di vendere il titolo.
Per quanto riguarda il prezzo obiettivo a 12 mesi, la media degli analisti ha un target price a quota 17,6 euro, il che implica un rendimento potenziale del 16,8% dai prezzi attuali a Milano.