Enel, l’ora della verità per l’inizio della riscossa
Le vendite che stanno affossando Piazza Affari non risparmiano nemmeno Enel. Le azioni dell’ex monopolista hanno tuttavia diversi elementi tecnici che potrebbero favorirne dapprima la tenuta e poi, in caso di miglioramento della fiducia dei mercati, la ripresa. Il ribasso intrapreso dal top intraday dello scorso 28 ottobre a 3,59 euro hanno infatti fatto scivolare i corsi in prossimità delle vecchie resistenze dinamiche, ora diventate supporto, espresse dalla trendline discendente di breve tracciata con i top del 17 agosto e del 29 settembre. La linea di tendenza, transitante a 3,2750 euro, fu violata al rialzo in occasione dell’allungo messo a segno il 6 ottobre. A spingere gli investitori a vendere negli ultimi giorni anche il fatto che l’azione si era imbattuta in un altro livello resistenziale dinamico, rappresentato in questo caso della trendline discendente ottenuta unendo i massimi del 2 giugno e dell’1 luglio. Peraltro in area 3,61 euro vi erano anche delle resistenze statiche lasciate in eredità dai minimi del 30 novembre 2010. Il livello aveva mostrato la sua consistenza a cavallo tra il 10 e il 17 ottobre, periodo nel quale le azioni non erano mai stato in grado di chiudere sopra l’area indicata. Oltre alla constatazione che ora Enel sta completando il pull back della trendline discendente di breve, vi è un altro elemento tecnico che favorisce la possibilità di implementare una strategia long: ora come ora le azioni scambiano nelle vicinanze dell’area di transito dei supporti dinamici offerti sul grafico daily dalla media mobile a 55 periodi. L’operatività proposta ha peraltro un rischio limitato considerando che lo stop scatterebbe inevitabilmente al cedimento della serie di supporti statici presenti tra 3,184 euro e 3,212 euro. Partendo da questi presupposti, acquisti a 3,31 euro avrebbero stop a 3,16 euro mentre come target permetterebbero di mettere nel mirino dapprima i 3,54 euro e successivamente i 3,92 euro.
Riccardo Designori