Edison, quadro potenzialmente favorevole nonostante i conti
Seppur in leggero territorio negativo, sembra rallentare la forza del movimento ribassista che sta caratterizzando le quotazioni di Edison dal 4 maggio scorso quando i titoli avevano toccato un top intraday a 0,8495 euro. Gli investitori sembra abbiano preferito alleggerire le proprie posizioni in essere sul gruppo di Foro Bonaparte in vista dei dati del primo trimestre 2011. Non a tutti i torti peraltro, almeno seguendo i commenti odierni di alcuni analisti. Per gli esperti di Mediobanca (neutral e target price a 1,09 euro), i fondamentali di Edison sono “chiaramente un incubo senza una facile soluzione in vista”. Da Piazzetta Cuccia sollecitano con sempre più urgenza “una conclusione, con successo, delle negoziazioni tra A2A e EdF”. Non hanno apprezzato l’andamento dei primi tre mesi dell’anno nemmeno gli analisti di Intermonte, che hanno abbassato ulteriormente le stime per l’intero esercizio ma confermato a 0,90 euro il prezzo obiettivo e il giudizio neutral. Mantenendo una visiona cauta sulle azioni dell’utility, gli esperti hanno evidenziato come i risultati sono stati “ancora una volta sotto le nostre attese sia a livello operativo che di bottom line”. Nello specifico l’Ebitda pari a 183 milioni di euro, in calo del 43% rispetto a 12 mesi prima, era visto in contrazione di solo il 9% a 201 milioni di euro. Ancora peggio la sorpresa a livello di utile netto: invece di un passivo di 10 milioni, Edison ne ha accusato uno di 20 milioni di euro. Male anche il debito, arrivato a superare i 4 miliardi di euro, precisamente 4,054, rispetto alle attese di Intermonte di 3,823 miliardi. Detto dei fondamentali, il quadro tecnico potrebbe invece riservare nel breve/medio termine delle sorprese positive, come peraltro accade sovente in Borsa per le storie che lasciano spazio ad una ristrutturazione in grado di risollevare le sorti di una società. A cavallo tra il 21 marzo e il 26 aprile le azioni hanno infatti completato un doppio minimo avente come neck point i top a 0,804 euro lasciati in eredità dalla seduta del 31 marzo. La figura assume un significato particolare perché scaturisce dalla gamba discendente seguita alla violazione dei minimi del 30 novembre 2010 a 0,7825 euro avvenuta in occasione dei ribassi del 22 marzo. Quello in atto può dunque essere considerato un semplice pull back della trendline di breve tracciata con i top del 31 marzo e del 7 aprile: l’accelerazione oltre tali resistenze dinamiche aveva permesso lo scorso 26 aprile il contestuale completamento del doppio minimo citato in precedenza. All’interno di questo contesto è possibile quindi implementare una strategia di tipo rialzista con l’ingresso long a 0,7830 euro. Con stop che scatterebbe al cedimento dei 0,75 euro, il primo target è individuato all’altezza delle resistenze statiche di breve a 0,85 euro mentre il secondo è a 0,9035 euro.
Riccardo Designori