Analisi operative Bpm, quadro grafico sempre più complicato

Bpm, quadro grafico sempre più complicato

2 Marzo 2011 10:54

Continua anche questa mattina il momento no di Bpm in Borsa. Le azioni dell’istituto di credito milanese rimangono sotto pressione sia da un punto di vista fondamentale che inevitabilmente grafico. A penalizzare i corsi contribuiscono infatti gli interrogativi relativi alla solidità patrimoniale del gruppo. In un contesto che vede il governatore di Bankitalia Mario Draghi continuare la sua opera di persuasione verso le banche italiane per rafforzare i coefficienti patrimoniali attraverso aumenti di capitale da portare a termine prima degli stress test previsti per l’estate, gli analisti identificano l’istituto di Piazza Meda tra quelli maggiormente bisognosi di nuove risorse. La cifra messa in gioco è di circa 500 milioni di euro, la quota necessaria per rimborsare i Tremonti bond. Se la scorsa ottava il presidente Massimo Ponzellini ha escluso che ci sia in cantiere un aumento di capitale, la necessità di reperire risorse fresche è testimoniato dalle voci circa un’imminente riapertura da parte di Banca Popolare di Milano del suo covered bond con scadenza novembre 2015 per almeno 250 milioni di euro, riferisce Ifr. Le indicazioni sul rendimento sono al momento di circa 165/170 punti base su midswap, in rialzo rispetto ai 120 punti base su midswap dell’obbligazione bancaria garantita lanciata a ottobre scorso per 750 milioni di euro. Tali risorse dovrebbero rappresentare il cuscinetto necessario ad evitare un aumento di capitale tout court. Queste incertezze patrimoniali sono dunque il vero driver per il titolo e si sono riflesse con il cedimento del fondamentale livello di supporto rappresentato da area 2,95 euro. La violazione, avvenuta lo scorso 22 febbraio, ha infatti permesso il completamento di un testa e spalle ribassista. A riprova del difficile momento borsistico la constatazione che dopo la prima chiusura sotto la soglia di supporto di area 2,95 euro, le azioni non sono state in grado di rialzare la testa con convinzione nemmeno in occasione del rimbalzo della seconda parte della scorsa ottava. La figura in questione è stata costruita a cavallo tra il 19 gennaio e il 21 febbraio e l’eventuale estensione al ribasso vedrebbe le azioni proiettate verso un target di 2,6775 euro. I primi segnali di debolezza grafica si erano avuti peraltro già lo scorso 10 febbraio, giorno in cui si era assistito al cedimento della trendline ascendente di breve periodo tracciata con i minimi del 13 e del 27 gennaio. Seppur indicatori stocastici non mostrano elementi di ipercomprato, è possibile tuttavia implementare con una certa decisione una strategia short volta a prendere beneficio, almeno parziale, del testa e spalle menzionato sopra. Anche perché pure le indicazioni tecniche ricavate dall’analisi delle medie mobili di breve e medio mostrano elementi che si inseriscono in questo contesto: dopo l’incrocio dalla media a 14 periodi avvenuta lo scorso 21 febbraio, ieri si è assistito anche a quello della media a 55 periodi. In quest’ottica la vendita di 2,865 euro, con stop a 3,05 euro , porta a mettere nel mirino dapprima il target di 2,725 euro e successivamente 2,6775 euro.


Riccardo Designori