Azimut, la scorsa ottava è stata particolarmente favorevole al long di medio
Inizio di ottava in controtendenza per Azimut che, dopo aver messo a segno la scorsa settimana un’importante rotture rialzista, conferma la forza relativa di questa prima parte di 2011 rispetto al Ftse Mib. A dimostrazione basta raffrontare la performance tra il titolo ed il paniere: mentre quest’ultimo a venerdì scorso si era apprezzato del 9,55%, Azimut era cresciuta addirittura del 22,85%. Da segnalare in particolar modo come il movimento intrapreso dai minimi dello scorso 23 marzo ha favorita la fuoriuscita dalla coriacea area di congestione in cui si era inserito il titolo da inizio maggio 2010. Le azioni hanno infatti tradato in trading range per lungo tempo, scambiando, salvo alcune eccezioni come la falsa rottura dei supporti statici di 6,36 euro avvenuta con il movimento discendente di fine novembre, tra i supporti appena menzionati e le resistenze statiche comprese tra 8,05 e 8,10 euro. Che si consideri la figura disegnata da maggio 2010 in poi un testa e spalle rialziste o che la si ritenga una semplice ma ampia congestione, la chiusura dello scorso 7 aprile riscuote una sola indicazione tecnica: le azioni sono ora pronte a proiettarsi verso i massimi dell’ultimo biennio in area 9,80 euro. Se l’Rsi a 14 periodi calcolato sul chart daily sta iniziando a mostrare segnali di ipercomprato con valori ormai prossimi agli 80 punti, correzioni e ritracciamenti che potrebbero caratterizzare le prossime sedute di Borsa di Azimut possono essere sfruttate per implementare una strategia long. A favorire l’aspettativa di una veloce correzione vi è anche la constatazione che i titoli non hanno più testato ne le resistenze statiche di 8,195 euro lasciate in eredità dai top dello scorso 9 febbraio e che un livello che in quattro occasioni aveva sempre svolto in maniera così decisa un ruolo di ostacolo ai rialzi del titolo necessariamente va ritestato una volta violato all’insù. In un contesto in cui le medie mobili, sia di breve che di lungo, sono state incrociate dal basso verso l’alto, il ritracciamento potrebbe peraltro essere più profondo e far scivolare il titolo fino in area 7,65 euro. A tale livello transita la trendline ribassista tracciata con i top del 23 agosto e del 25 ottobre, bypassata una prima volta a febbraio e ora superata definitivamente con l’accelerazione dello scorso 28 marzo. Partendo da questi presupposti è dunque lecito posizionare i propri ordini di acquisto a 8,01 euro. Con stop che scatterebbe al cedimento dei 7,40 euro, il primo target si avrebbe a 8,66 euro mentre il secondo a 9,80 euro.
Riccardo Designori