Analisi di 10 big tecnologiche americane: tentativo di rimbalzo destinato a fallire?
I titoli dell’indice americano Nyse Fang Index hanno subito da ottobre una forte correzione che ha portato l’indice a chiudere il 2018 con un rosso del 3%. Una forte inversione di tendenza legata principalmente alle preoccupazioni sulla crescita globale e allo scontro tra USA e Cina. Cina che rappresenta per alcune di queste società il mercato di riferimento. Nell’articolo che segue proponiamo l’analisi tecnica dei 10 titoli che compongono l’indice Nyse Fang.
Netflix: titolo accelera verso i massimi storici
Netflix (grafico daily) è il titolo che negli ultimi 12 mesi ha meglio performato con una crescita del 51%. Il titolo dopo aver tentato la rottura del ritracciamento di Fibonacci del 50% a 253 dollari, ha invertito direzione con volatilità e anche incremento dei volumi. Un segnale positivo che anche RSI conferma in termini di momentum. Netflix ora si trova alle prese con un livello di resistenza piuttosto importante costituito dalla ex trend line rialzista (minimi del luglio 2016 e dicembre 2017) e dalla media mobile 200 periodi che passa in area 330 dollari. Questi rappresentano l’ultimo scoglio tra i prezzi attuali e i massimi storici a 423 dollari. Al ribasso invece il quadro si deteriorerebbe sul ritorno al di sotto dei 300 dollari, con probabile discesa verso 236 dollari. Qui giace un importante supporto che se infranto aprirebbe a 213 e 200 dollari.
Amazon: supera Apple per market cap e prende di mira i 1.784 dollari
Anche Amazon (grafico weekly), grazie al forte rimbalzo avviato il 24 dicembre 2018, ha recuperato terreno ed evidenzia una performance molto positiva negli ultimi 12 mesi. Il grafico weekly dà alcuni spunti interessanti. Infatti i corsi sul minimo di dicembre a 1.307 dollari hanno invertito direzione dopo il forte calo avviato dai massimi storici a 2.050 dollari. Il tutto con un piercing line, pattern candlestick d’inversione confermato la scorsa settimana. Notiamo però che i volumi sul rimbalzo sono inferiori e in calo rispetto a quelli della candela ribassista di fine dicembre. RSI rimane sul livello del 50 a confermare che il titolo necessita di ulteriori conferme in termini di forza. Probabilmente Amazon ha come target rialzista i 1.784 dollari, con primo ostacolo però la media mobile 200 periodi a 1.700 dollari. Il break di 1.784 dollari con volumi potrebbe confermare la ripresa del titolo con target sui massimi in area 2.000 dollari. Al ribasso, sotto 1.500 dollari avremmo un primo segnale di debolezza, anche se 1.375 dollari è il livello chiave (38,2% di Fibonacci di tutto l’up trend avviato nel ottobre 2014). In caso di break il quadro grafico peggiorerebbe con target ribassista a 1.270 e 1.167 dollari.
Twitter: titolo in fase laterale dall’estate 2018. Necessario il superamento dei 34,77 euro
Quadro ancora incerto per Twitter. Se da una parte il titolo americano ha avviato un rally che ha permesso ai corsi un recupero piuttosto vistoso (circa del 20%) dal minimo di dicembre 2018 a 26,26 dollari, dall’altra i volumi non sembrano accompagnare tale movimento. Il ché deve quanto meno insospettire. Di fatto Twitter da luglio del 2018 si trova in una fase laterale delineata da due livelli di Fibonacci (up trend avviato a maggio 2016). Il supporto chiave è quello a 26,73 dollari (61,8% di Fibonacci), il cui break aprirebbe verso 24,1 e 20 dollari. Al rialzo invece la resistenza chiave è a 34,77 dollari (38,2% di Fibonacci). Il break di tale livello, meglio se confermato sul superamento di 36,80 dollari, sarebbe molto positivo per il titolo che metterebbe nel mirino 40 e 47,8 dollari (massimo dal 2015).
Tesla: up trend ancora integro in barba ai gufi
Tesla tra i titoli Fang è uno dei casi forse più interessanti. In tanti l’hanno data per fallita, ma la società guidata da Elon Musk ha saputo superare le difficoltà, almeno per il momento, e il titolo infatti rispecchia molto bene tale situazione. Certo la volatilità tipica di questo titolo, lo rende molto difficile da gestire.
Positivo per Tesla il rimbalzo sul supporto fondamentale collocato tra i 300 e i 294 dollari. Si nota anche qui che i volumi sono piuttosto bassi sul rimbalzo. Il target dei 350 dollari sembra comunque nelle possibilità del titolo. Questo però rimane una resistenza da infrangere per puntare i massimi storici a 389 dollari.
Al ribasso invece 300 dollari è il primo supporto importante. Infranto tale livello i corsi avrebbero strada libera fino a 265 dollari (ritracciamento di Fibonacci del 38,2% di tutto l’up trend avviato a febbraio 2016), dove passa anche la trend line rialzista di lungo corso (minimi del febbraio 2016 e ottobre 2018).
Alphabet: diversi gli ostacoli tecnici da superare
Anche Alphabet (Google) dopo aver fatto segnare il minimo di 977,6 dollari a dicembre 2018, ha avviato un rimbalzo consistente. In particolare si nota che la rottura della trend line rialzista di lunghissimo corso (minimi del novembre 2008 e giugno 2012) avvenuta ad ottobre ha dato un segnale negativo importante. I corsi ora si confrontano con la trend line ribassista di medio periodo, costruita sui massimi di agosto e dicembre 2018. Il superamento di tale livello sarebbe un primo segnale positivo, anche se la resistenza statica a 1.100 dollari e la media mobile a 1.120 dollari creano una fascia di prezzo piuttosto coriacea. Google dovrà rompere questa fascia di prezzo per dare segnali netti di cambio di sentiment e mettere nel mirino i 1.200 dollari.
Livello di guardia invece rimane la zona di minimo su citata. A 982 dollari infatti passa il ritracciamento del 61,8% di tutto l’up trend avviato a giugno 2016. Sul break di tale livello, 909 dollari appare il target più importante (61,8% di Fibonacci).
Apple: tenta il rimbalzo poco convinto. Pericolosa la vicinanza a 144 dollari
Apple, dopo la lettera del CEO Tim Cook, è sprofondata verso il supporto chiave a 144 dollari, ovvero il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% di tutto l’up trend avviato a dicembre 2016. Livello importante di supporto che se infranto darebbe un segnale molto negativo, rischiando di compromettere nel medio periodo il quadro grafico del titolo. Sotto tale livello primo target a 127 dollari.
Al rialzo invece Apple darebbe un segnale positivo di breve periodo sul break di 161 dollari e target a 168 e 178 dollari. Di positivo sul grafico daily solo RSI che ha infranto la trend ribassista ed effettuato pull back per poi riprendere al rialzo. Il quadro però rimane ancora delicato.
Alibaba: a 167 dollari la resistenza principale
Il titolo Alibaba affronta la prima resistenza collocata a 152,7 dollari, ritracciamento di Fibonacci del 38,2% di tutto l’up trend avviato a settembre 2015. Questo il primo livello da infrangere per mettere nel mirino i 167 dollari e la media mobile 200 periodo. Al ribasso il supporto chiave invece è a 130,4 dollari. Rotto questo, target di breve a 126 dollari (chiusura del gap up del 8 giugno 2017) e 116 dollari.
Facebook: tenta di risollevarsi e mette nel mirino 150 dollari
Facebook dopo il break della trend line rialzista di lungo corso, descritta dai minimi di agosto 2015 e marzo 2018, realizzato a settembre 2018 è tornata velocemente sul ritracciamento del 61,8% di Fibonacci (up trend avviato ad agosto 2015). Da qui i corsi hanno avviato il rimbalzo mettendo nel mirino il 50% di Fibonacci a 145 dollari e soprattutto i 150 dollari. Questo il livello da infrangere per dare un segnale effettivo di ripresa dei corsi. Sopra tale livello Facebook potrebbe avviare il recupero di quota 162 e 170 dollari. Sotto 128 dollari invece il quadro tecnico sarebbe in forte deterioramento con supporto a 113 dollari.
Baidu: quadro ancora ribassista, lievemente positivo il break dei 162 dollari
Il titolo Baidu, dopo aver sporcato il ritracciamento del 61,8% di Fibonacci di tutto l’up trend avviato ad aprile 2013 a 159 dollari, dà un timido segnale positivo con il superamento della resistenza di breve termine a 164 euro. Il segnale importante però sarà al break della trend line ribassista di medio periodo, descritta dai massimi del luglio e settembre 2018 e del 50% di Fibonacci a 183 dollari.
Per ora dunque il quadro rimane debole in attesa di spunti. Anche RSI non ha oltrepassato il livello del 50, dunque l’oscillatore evidenzia ancora il prevalere delle pressioni ribassiste. L’eventuale break del minimo 2018 a 153 dollari e del supporto statico a 150 dollari, sarebbe un segnale fortemente negativo, confermando il break del 61,8% di Fibonacci e potrebbe aprire ad ulteriori ribassi verso i supporti collocati a 148 e 139 dollari.
Nvidia: cerca il break della trend ribassista e riprende i 150 dollari
Il titolo Nvidia rimane inserito in una fase di correzione marcata che ha visto lasciare sul terreno, dal massimo storico dell’ottobre 2018 a 292 dollari, circa il 60%. Sicuramente è tra i titoli del listino Nyse Fang con le peggiori performance da ottobre, ed è la peggiore per performance negli ultimi 12 mesi. Detto questo però, ricordiamo e sottolineiamo che Nvidia dal minimo del luglio del 2015, quando è partito tutto l‘up trend, ha guadagnato (fino al massimo su citato) il 1.410%. Più che giustificato dunque la violenta correzione.
Per Nvidia un primo segnale di recupero sarà al superamento dei 150 dollari, che è anche il ritracciamento di Fibonacci del 50% di tutto l’up trend avviato dal minimo del 2008 (periodo in cui il titolo è passato da 6 dollari agli attuali 142 dollari).