Facebook (nasdaq: Fb.o)

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Prax

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Qualcuno in attesa di uno scivolone per entrare?

Tra le supernove del Nasdaq, Facebook (FB.O) +5% a 226 dollari, massimo storico. Ieri la società ha presentato una versione aggiornata e potenziata di Shop, il servizio che permette agli utenti di mettere in piedi sulla propria pagina un servizio di e-commerce dove vendere qualsiasi cosa.

CHART.png

FB.png

(nessun thread già aperto? :confused:)
 
bisognerebbe capire la psicologia del trader... amazon e fb che hanno dato sempre soddisfazioni nel tempo sono le meno chiacchierate, le più bistrattate :) anche titoli come nvda lo trovi difficilmente in prima pagina. Mistero.
 
lo scivolone c'è stato...chissà bisognerà aspettare un covid 20.... secondo me solo il fisco può rompere le palle a fb.
 
bisognerebbe capire la psicologia del trader... amazon e fb che hanno dato sempre soddisfazioni nel tempo sono le meno chiacchierate, le più bistrattate :) anche titoli come nvda lo trovi difficilmente in prima pagina. Mistero.
Perché chi le ha in portafoglio si gode il gain in santa pace evidentemente ;)
 
Ciao a tutti
Per FB o per qualsiasi altra azione quotata a MI e in US.. quali sono i pro & cons di entrambe le opzioni?

Es.
Su mercato ITA no rischio cambio ma volumi risicati..
Su mercato US il contrario

Altro?
 
il rischio cambio c' e' sempre
 
Attenzione perchè potrebbe finire in mezzo alla guerra di trump con i social dopo al faccenda twitter.
 
Discussione gia aperta, inutile ulteriore thread su questo argomento.
Ti invito la prossima volta a fare una bella ricerchina.
 
Discussione gia aperta, inutile ulteriore thread su questo argomento.
Ti invito la prossima volta a fare una bella ricerchina.

Non trovo un altro thread su FB :confused: Qualcuno mi aiuta?

Oggi FB in calo di 5-6%.. che succede? :mmmm:
 
Tra i big del settore tech, c'è il -3,3% di Facebook (FB.O): il sito ha perso un importante investitore in pubblicità, la compagnia telefonica Verizon. Salgono a quattro, le società che hanno deciso di non essere più su Facebook, in quanto non vogliono essere associate a certi post estremi.

Ecco
 

alla lista si sono aggiunte unilever e coca cola, ma sembra un boicottaggio farlocco
leggete il seguente estratto di un articolo del corriere della sera

La strategia sulla carta non fa una grinza, ma ha già suscitato scetticismo. Ieri la giornalista Shoshana Wodinsky ha firmato un’inchiesta per Gizmodo in cui rivela di aver contattato le aziende che hanno aderito per prime al boicottaggio per chiedere conferma del loro impegno: nessuna di loro ha confermato di aver eliminato il 100% degli investimenti pubblicitari sulle varie piattaforme di proprietà di Zuckerberg. Nell’articolo — dall’eloquente titolo: «Il movimento “Stop the hate” non fermerà nulla» — si legge che alcune delle aziende aderenti hanno messo in pausa l’acquisto di advertisement su Facebook, ma non su Instagram. Altre, invece, hanno interrotto le loro campagne sui due social, ma non quelle condotte attraverso Facebook Audience Network, che permette di posizionare inserzioni mirate verso gli utenti di Facebook su app o siti web di terze parti. Molte, infine, hanno sospeso gli investimenti solo negli Stati Uniti: continuano, insomma, a pagare per pubblicità destinate agli utenti di altri Paesi. L’inchiesta è stata pubblicata prima dell’adesione di Coca Cola. Ma resta cruciale perché solleva un punto tutt’altro che trascurabile: il boicottaggio può funzionare solo se le aziende che partecipano sono tante e soprattutto decise ad andare fino in fondo, chiudendo tutti i rubinetti del denaro che scorre verso le piattaforme di Zuckerberg. Altrimenti, unirsi alla campagna Stop The Hate rischia di diventare solo una mossa di marketing incapace di fare davvero la differenza.

comunque temo un altro calo vistoso lunedì prossimo
 
alla lista si sono aggiunte unilever e coca cola, ma sembra un boicottaggio farlocco
leggete il seguente estratto di un articolo del corriere della sera

La strategia sulla carta non fa una grinza, ma ha già suscitato scetticismo. Ieri la giornalista Shoshana Wodinsky ha firmato un’inchiesta per Gizmodo in cui rivela di aver contattato le aziende che hanno aderito per prime al boicottaggio per chiedere conferma del loro impegno: nessuna di loro ha confermato di aver eliminato il 100% degli investimenti pubblicitari sulle varie piattaforme di proprietà di Zuckerberg. Nell’articolo — dall’eloquente titolo: «Il movimento “Stop the hate” non fermerà nulla» — si legge che alcune delle aziende aderenti hanno messo in pausa l’acquisto di advertisement su Facebook, ma non su Instagram. Altre, invece, hanno interrotto le loro campagne sui due social, ma non quelle condotte attraverso Facebook Audience Network, che permette di posizionare inserzioni mirate verso gli utenti di Facebook su app o siti web di terze parti. Molte, infine, hanno sospeso gli investimenti solo negli Stati Uniti: continuano, insomma, a pagare per pubblicità destinate agli utenti di altri Paesi. L’inchiesta è stata pubblicata prima dell’adesione di Coca Cola. Ma resta cruciale perché solleva un punto tutt’altro che trascurabile: il boicottaggio può funzionare solo se le aziende che partecipano sono tante e soprattutto decise ad andare fino in fondo, chiudendo tutti i rubinetti del denaro che scorre verso le piattaforme di Zuckerberg. Altrimenti, unirsi alla campagna Stop The Hate rischia di diventare solo una mossa di marketing incapace di fare davvero la differenza.

comunque temo un altro calo vistoso lunedì prossimo

nel frattempo si sono fatte pubblicita gratis
 
con tutta la campagna contro facebook del week end mi aspettavo un massacro odierno, invece ha chiuso positiva
 
30 GIUGNO 2020

Un numero sempre maggiore di grandi aziende, americane e non solo, ha deciso di boicottare Facebook aderendo alla campagna Stop Hate For Profits, che combatte la diffusione di contenuti razzisti, violenti o che fanno disinformazione sui social network. Le prime aziende ad annunciare questa decisione erano state The North Face e Patagonia, la settimana scorsa. A loro si sono aggiunte, tra le altre, grandi aziende come Coca-Cola, Ford, Microsoft e Starbucks, che è il sesto più grande inserzionista di Facebook.

Cos’è Stop Hate For Profits

È una campagna ideata dalla Anti-Defamation League (ADL) e dalla National Association for the Advancement of Colored People (NAACP). La prima è una grande ong americana contro le discriminazioni razziali; la seconda è una delle prime e più influenti associazioni per i diritti civili degli afroamericani. Come tante altre organizzazioni che si occupano di diritti civili, negli ultimi tempi l’ADL e la NAACP hanno partecipato alle proteste contro la morte di George Floyd e in generale contro il razzismo sistemico americano.

Due settimane fa hanno chiesto agli inserzionisti di Facebook – che ottiene i suoi ricavi grazie alla pubblicità – di boicottare la piattaforma, cioè di smettere di pagarla per la pubblicazione di annunci pubblicitari. Le ragioni di questo invito al boicottaggio sono state spiegate in un annuncio pubblicato sul Los Angeles Times: Facebook ha permesso la diffusione di contenuti «che incitavano alla violenza contro i manifestanti che combattono per la giustizia razziale» e «ha dato un megafono ai nazionalisti bianchi includendo fonti di notizie con legami con estremisti politici nel proprio programma di “fact checking”».

Facebook era stato pesantemente criticato, anche dai suoi stessi dipendenti, dopo la decisione del suo amministratore delegato e fondatore Mark Zuckerberg di non rimuovere alcuni post del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulle proteste contro l’uccisione di George Floyd. Gli stessi contenuti su Twitter erano stati invece segnalati come inappropriati e pericolosi. Da anni, poi, Facebook è accusato di chiudere un occhio a fronte della pubblicazione di notizie false e e post che promuovono l’odio.
...
Altre grandi aziende boicotteranno Facebook - Il Post
 
Bel rimbalzo oggi.. avrà la forza di tornare direttamente sui massimi? :rolleyes:
 
nel frattempo si sono fatte pubblicita gratis
Secondo me hanno preso la palla al balzo del razzismo per fare qualcosa che voleva già fare prima, evidentemente si sono resti conto che fra adblock e simili ormai non ottenevano nulla.
 
alla lista si sono aggiunte unilever e coca cola, ma sembra un boicottaggio farlocco
leggete il seguente estratto di un articolo del corriere della sera

La strategia sulla carta non fa una grinza, ma ha già suscitato scetticismo. Ieri la giornalista Shoshana Wodinsky ha firmato un’inchiesta per Gizmodo in cui rivela di aver contattato le aziende che hanno aderito per prime al boicottaggio per chiedere conferma del loro impegno: nessuna di loro ha confermato di aver eliminato il 100% degli investimenti pubblicitari sulle varie piattaforme di proprietà di Zuckerberg. Nell’articolo — dall’eloquente titolo: «Il movimento “Stop the hate” non fermerà nulla» — si legge che alcune delle aziende aderenti hanno messo in pausa l’acquisto di advertisement su Facebook, ma non su Instagram. Altre, invece, hanno interrotto le loro campagne sui due social, ma non quelle condotte attraverso Facebook Audience Network, che permette di posizionare inserzioni mirate verso gli utenti di Facebook su app o siti web di terze parti. Molte, infine, hanno sospeso gli investimenti solo negli Stati Uniti: continuano, insomma, a pagare per pubblicità destinate agli utenti di altri Paesi. L’inchiesta è stata pubblicata prima dell’adesione di Coca Cola. Ma resta cruciale perché solleva un punto tutt’altro che trascurabile: il boicottaggio può funzionare solo se le aziende che partecipano sono tante e soprattutto decise ad andare fino in fondo, chiudendo tutti i rubinetti del denaro che scorre verso le piattaforme di Zuckerberg. Altrimenti, unirsi alla campagna Stop The Hate rischia di diventare solo una mossa di marketing incapace di fare davvero la differenza.

comunque temo un altro calo vistoso lunedì prossimo

giusto per essere alla moda insomma :D
 
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