Boom nel 2019 di broker (+83%) quasi tutti esteri e sui CFD. Il 70% dei clienti perde

Miki63

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Sono passati da 132 a 242! Di questi ben 220 sono quasi tutti stranieri che offrono solo CFD su indici e Forex. L'80% del mercato in mano a 5 big italiani, Fineco, IW Bank, Webank, Sella e Directa.
200mila trader attivi con almeno un eseguito a settimana e circa 15mila heavy trader con più eseguiti a settimana e attività intraday.

Trading online, impennata dei broker: in un anno cresciuti dell’83% - Il Sole 24 ORE

In Italia torna a esplodere la passione per il trading online e soprattutto per il mercato delle valute (forex). C'è un dato che salta all'occhio leggendo le anticipazioni dell'Annuario del trading online italiano 2018-2019 a cura dell'editrice Mediosfera. Nel 2019 il numero dei broker online autorizzati Consob e attivi in Italia è cresciuto dell'83% in un anno passando da 132 del 2018 a 242, cioè 110 in più. Praticamente un raddoppio: un fenomeno che non si registrava da quasi dieci anni.

Proprio il 27 novembre a Milano si svolge per tutti gli appassionati trader l’Itforum a Milano al palazzo delle Stelline. Una giornata dedicata ai mercati con 30 conferenze e 34 stand per i visitatori. Si tratta della edizione autunnale dell'appuntamento riminese che si svolgerà a giugno 2020.

Chi sono i broker specializzati
Gli italiani popolo di santi, navigatori e trader? I 242 broker online sono intermediari “specializzati”, con caratteristiche peculiari tra i 700 intermediari che consentono la negoziazione online: disponibilità di mercati italiani, europei e USA azionari e di derivati; piattaforme client professionali; quotazioni in tempo reale; marginazione e leva; book a 5 livelli; attività didattica per i clienti.

Il boom dei contratti differenziali
La quasi totalità dei broker autorizzati (220) sono soggetti esteri che offrono quasi esclusivamente CFD (contratti differenziali) su indici e anche sul forex (negoziazione in cambi), e di questi solo quattro o cinque hanno una succursale italiana (cioè una società di diritto italiano con sede legale nel nostro Paese). È proprio questa la categoria che ha subito l'incremento più eclatante.

Il 70% perde soldi
I CFD, cioè contratti differenziali o contract for difference, sono strumenti finanziari derivati il cui valore “deriva” da quello di un sottostante, come azioni, obbligazioni, cambi o altri asset. Non sono però derivati emessi e poi collocati in un mercato regolamentato, ma creati e gestiti direttamente dal broker sui propri sistemi.
Secondo i dati raccolti da Mediosfera è Ruizean Markets il broker online in CFD che dichiara la percentuale più bassa di conti di clienti in perdita: solo il 31,92%, rispetto a una media di circa il 70 per cento.

I paletti dell’Esma
ESMA, l'ente europeo di vigilanza sui mercati, ha imposto ai broker online che offrono la negoziazione di CFD agli “investitori al dettaglio” (cioè ai trader privati) una serie di vincoli sia sulla leva ad essi applicabile sia sulla pubblicità e sulle comunicazioni ad essi relativa. In sostanza, per l'ESMA e per la Consob, i CFD sono rischiosi e difficili da comprendere senza un'adeguata preparazione, per cui prima di utilizzarli bisogna essere ben consapevoli dei rischi che il loro utilizzo comporta. Questo non ha frenato la diffusione di questi strumenti.

L’80% del mercato in mano a 5 big
Tra i restanti 22 intermediari specializzati 14 sono broker italiani (cioè nati in Italia e con sede in Italia), 8 sono SIM, 14 offrono anche fondi d'investimento online. Alla fine sono 5 i broker online che rappresentano circa l'80% del mercato: Fineco, IW Bank, Webank, Sella (cioè quattro banche) e Directa (che è una Sim). Si tratta dei soggetti storici che da anni guidano il mercato italiano nei segmenti più tradizionali (indici, azioni, etc).

Quanto vale il trading online in Italia
Difficile stimare quanto pesi e quanto valga il trading online. L'universo degli utenti di conti correnti bancari con accesso online è composto da circa 20 milioni di unità. Di questi, 3,6 milioni posseggono un conto titoli, ma solo 2,2 milioni di essi «gestiscono direttamente il proprio portafoglio titoli on-line», ovvero l'11% dei correntisti online.

«Integrando questi dati con altri – spiega Andrea Fiorini, Business Development manager di Mediosfera - e rielaborandoli in modo del tutto soggettivo, possiamo quindi ipotizzare uno scenario di base del trading online italiano con circa 200mila trader attivi con almeno un eseguito a settimana e circa 15mila heavy trader con più eseguiti a settimana e attività intraday».
 
Sono passati da 132 a 242! Il 70% perde soldi

E ti credo, ma hai visto come lavorano? quelli legati agli indici non si capisce a cosa siano legati, nelle informative dicono che sono legati al future di tale data, salvo poi avere un differenziale magari di 100pti, e va be' uno dice adesso parte l'indice e si mettera' a pareggio, manco per sogno il differenziale rimane a sfarfallare dai 10 ai 100pti, dopo un po' si accoda all'indice, ma non doveva seguire il future??? :D:D:wall: senza contare lo spread di magari di 3pti quando va bene e poi lo swap che naturalmente cercano di tenerlo bello nascosto e poi le commissioni, quando va male naturalmente sempre a loro favore quotazioni ferme ... booo, ma ti viene da dire ma che capzo e', e' una presa x il cul? ma dai... quindi matematicamente appena entri sei gia' in perdita di una cospicua percentuale senza accorgertene, e' proprio la manna dal cielo di quei famosi big !!!:wall:
 
Ultima modifica:
E ti credo, ma hai visto come lavorano?

No, e non ci penso proprio! Io trado, da sempre, ovvero oltre 20 anni, solo index equity futures.;)

Regola N.1: MAI operare su strumenti OTC, ma solo su mercati gestiti da autorità regolatorie TERZE!
 
Ma ve li ricordate i covered warrant??
Facevano tutti quel che gli pareva.
Altra inchiulata per polli...:D
Io faccio solo azioni.
 
E ti credo, ma hai visto come lavorano? quelli legati agli indici non si capisce a cosa siano legati,

agli indici cash

..... ma non doveva seguire il future???

seguono il movimento del future durante la giornata, non il valore del future

:D:D:wall: senza contare lo spread di magari di 3pti quando va bene e poi lo swap che naturalmente cercano di tenerlo bello nascosto e poi le commissioni, quando va male naturalmente sempre a loro favore quotazioni ferme ... booo, ma ti viene da dire ma che capzo e', e' una presa x il cul? ma dai... quindi matematicamente appena entri sei gia' in perdita di una cospicua percentuale senza accorgertene, e' proprio la manna dal cielo di quei famosi big !!!:wall:

Siccome sei su un mercatino rionale e solitamente passi da un sales (il quale spesso ha la sua provvigione sul tuo spread pagato), basta trattare. Ovvio che per mercanteggiare devi fare eseguiti, altrimenti non puoi pretendere. E' come con IWBank, Webank, Directa etc: più tradi e più ti abbassano le commissioni.
Ed esattamente come dovrebbe capitare su un mercato ufficiale, prima di comprare qualsiasi cosa, bisogna conoscerla..altrimenti non fai trading ma betting
 
Sono passati da 132 a 242! Di questi ben 220 sono quasi tutti stranieri che offrono solo CFD su indici e Forex. L'80% del mercato in mano a 5 big italiani, Fineco, IW Bank, Webank, Sella e Directa.
200mila trader attivi con almeno un eseguito a settimana e circa 15mila heavy trader con più eseguiti a settimana e attività intraday.

Trading online, impennata dei broker: in un anno cresciuti dell’83% - Il Sole 24 ORE

In Italia torna a esplodere la passione per il trading online e soprattutto per il mercato delle valute (forex). C'è un dato che salta all'occhio leggendo le anticipazioni dell'Annuario del trading online italiano 2018-2019 a cura dell'editrice Mediosfera. Nel 2019 il numero dei broker online autorizzati Consob e attivi in Italia è cresciuto dell'83% in un anno passando da 132 del 2018 a 242, cioè 110 in più. Praticamente un raddoppio: un fenomeno che non si registrava da quasi dieci anni.

Proprio il 27 novembre a Milano si svolge per tutti gli appassionati trader l’Itforum a Milano al palazzo delle Stelline. Una giornata dedicata ai mercati con 30 conferenze e 34 stand per i visitatori. Si tratta della edizione autunnale dell'appuntamento riminese che si svolgerà a giugno 2020.

Chi sono i broker specializzati
Gli italiani popolo di santi, navigatori e trader? I 242 broker online sono intermediari “specializzati”, con caratteristiche peculiari tra i 700 intermediari che consentono la negoziazione online: disponibilità di mercati italiani, europei e USA azionari e di derivati; piattaforme client professionali; quotazioni in tempo reale; marginazione e leva; book a 5 livelli; attività didattica per i clienti.

Il boom dei contratti differenziali
La quasi totalità dei broker autorizzati (220) sono soggetti esteri che offrono quasi esclusivamente CFD (contratti differenziali) su indici e anche sul forex (negoziazione in cambi), e di questi solo quattro o cinque hanno una succursale italiana (cioè una società di diritto italiano con sede legale nel nostro Paese). È proprio questa la categoria che ha subito l'incremento più eclatante.

Il 70% perde soldi
I CFD, cioè contratti differenziali o contract for difference, sono strumenti finanziari derivati il cui valore “deriva” da quello di un sottostante, come azioni, obbligazioni, cambi o altri asset. Non sono però derivati emessi e poi collocati in un mercato regolamentato, ma creati e gestiti direttamente dal broker sui propri sistemi.
Secondo i dati raccolti da Mediosfera è Ruizean Markets il broker online in CFD che dichiara la percentuale più bassa di conti di clienti in perdita: solo il 31,92%, rispetto a una media di circa il 70 per cento.

I paletti dell’Esma
ESMA, l'ente europeo di vigilanza sui mercati, ha imposto ai broker online che offrono la negoziazione di CFD agli “investitori al dettaglio” (cioè ai trader privati) una serie di vincoli sia sulla leva ad essi applicabile sia sulla pubblicità e sulle comunicazioni ad essi relativa. In sostanza, per l'ESMA e per la Consob, i CFD sono rischiosi e difficili da comprendere senza un'adeguata preparazione, per cui prima di utilizzarli bisogna essere ben consapevoli dei rischi che il loro utilizzo comporta. Questo non ha frenato la diffusione di questi strumenti.

L’80% del mercato in mano a 5 big
Tra i restanti 22 intermediari specializzati 14 sono broker italiani (cioè nati in Italia e con sede in Italia), 8 sono SIM, 14 offrono anche fondi d'investimento online. Alla fine sono 5 i broker online che rappresentano circa l'80% del mercato: Fineco, IW Bank, Webank, Sella (cioè quattro banche) e Directa (che è una Sim). Si tratta dei soggetti storici che da anni guidano il mercato italiano nei segmenti più tradizionali (indici, azioni, etc).

Quanto vale il trading online in Italia
Difficile stimare quanto pesi e quanto valga il trading online. L'universo degli utenti di conti correnti bancari con accesso online è composto da circa 20 milioni di unità. Di questi, 3,6 milioni posseggono un conto titoli, ma solo 2,2 milioni di essi «gestiscono direttamente il proprio portafoglio titoli on-line», ovvero l'11% dei correntisti online.

«Integrando questi dati con altri – spiega Andrea Fiorini, Business Development manager di Mediosfera - e rielaborandoli in modo del tutto soggettivo, possiamo quindi ipotizzare uno scenario di base del trading online italiano con circa 200mila trader attivi con almeno un eseguito a settimana e circa 15mila heavy trader con più eseguiti a settimana e attività intraday».

su sella i cdf non sono piu negoziabili da mesi , hanno avuto vita operativa molto breve, una minimo di serietà .
 
su sella i cdf non sono piu negoziabili da mesi , hanno avuto vita operativa molto breve, una minimo di serietà .

Il problema non sono i cfd ma la leva eccessiva di certi broker.

Ad ogni modo quello dei cfd e'un grande business.
 
Il problema vero è che dalla notte dei tempi che l'80% di chi fa trading perde. E' una percentuale che esiste fin da quando gli ordini venivano dati per telefono.
 
Il problema vero è che dalla notte dei tempi che l'80% di chi fa trading perde. E' una percentuale che esiste fin da quando gli ordini venivano dati per telefono.

Quello è l'effetto non la causa.La causa,ammesso di aver tutte le competenze in materia è la leva che induce a chiudere (in perdita) le posizioni,l'uso di timeframe troppo brevi e l'operatività in mercati troppo volatili.Se uno segue il trend di medio-lungo periodo ogni perdita viene riassorbita ma proprio a causa della leva ciò quasi sempre non è possibile a meno di non subire perdite colossali.

Alcuni mercati poi sono più difficili di altri (il forex per esempio),in linea generale più un mercato ha un trend non definito e altalenante,volatile insomma,più è facile perdere.La storia dell'80% è valida di solito per questo tipo di mercati (cfd di solito operano nel forex),se uno andasse ad analizzare le percentuali su mercati meno volatili e più direzionali come tassi e azioni le probablità di successo aumenterebbero di molto.
 
....Se uno segue il trend di medio-lungo periodo ogni perdita viene riassorbita ma proprio a causa della leva ciò quasi sempre non è possibile a meno di non subire perdite colossali.

si certo, vallo a dire a quelli che hanno operato seguendo il trend nel 2000, con leve 1:1, senza aver messo gli stop e che si trovano ancora oggi in portafoglio le ex Seat PG, Tim, bancari vari, editoriali, tech, immobiliari e compagnia cantante.
Se si imparasse ad essere un po' più umili, accettando l'idea di poter commettere degli errori, chiudendo le posizioni anche se in perdita e resettando il cervello per essere pronti al successivo trade, le percentuali di trader perdenti credo diminuirebbero.
Il trading è un'altra cosa, non ci si improvvisa, non c'è una scuola, non è adatto a tutti (anzi è adatto a pochi). Richiede studio, ricerca, analisi. Per certi versi è un po' come andare a funghi.
Dalle mie parti si dice: "Barbè fà al to mistè" (barbiere fai il tuo mestiere).

La storia dell'80% è valida di solito per questo tipo di mercati (cfd di solito operano nel forex),se uno andasse ad analizzare le percentuali su mercati meno volatili e più direzionali come tassi e azioni le probablità di successo aumenterebbero di molto.

Le percentuali indicate dalle società/banche (italiane) che offrono servizi di TOL dicono diversamente. E lì i CFD non c'entrano.
I figli del "tanto prima o poi risale" hanno i conti sleeping da anni...e soprattutto campano di altro, non di trading.
 
Non mi stupisco, sta tutto nell'avere una piattaforma decente e fare buon marketing per trovare clienti, poi per loro son sempre guadagni.
Ovviamente se sei bravo puoi guadagnare anche l'utilizzatore, ma loro guadagnano su tutti, considerando che la quasi totalità dei cleinti perde, è proprio questa fetta la più importante.
E comunque anche all'interno del 30% che non perde sono sicuro che quelli che guadagnano davvero siano meno del 10%.
Gli altri galleggiano, guadagnano il minimo per sentirsi in gamba ma quasi tutto se ne andrà in commissioni/spread.
Poi come detto sono percentuali tipiche del trading, che però son accentuate dai CFD.

A tal proposito chiedo, non operando short, l'unico modo è solo attraverso i CFD e questi broker?
Operando sul lungo non riuscirei a mantenere posizioni short anche solo per 1 mese con questi strumenti.
Però magari su qualche titolo che secondo me sul lungo periodo peggiorerà potrei operare.
 
si certo, vallo a dire a quelli che hanno operato seguendo il trend nel 2000, con leve 1:1, senza aver messo gli stop e che si trovano ancora oggi in portafoglio le ex Seat PG, Tim, bancari vari, editoriali, tech, immobiliari e compagnia cantante.
Se si imparasse ad essere un po' più umili, accettando l'idea di poter commettere degli errori, chiudendo le posizioni anche se in perdita e resettando il cervello per essere pronti al successivo trade, le percentuali di trader perdenti credo diminuirebbero.
Il trading è un'altra cosa, non ci si improvvisa, non c'è una scuola, non è adatto a tutti (anzi è adatto a pochi). Richiede studio, ricerca, analisi. Per certi versi è un po' come andare a funghi.
Dalle mie parti si dice: "Barbè fà al to mistè" (barbiere fai il tuo mestiere).

Le percentuali indicate dalle società/banche (italiane) che offrono servizi di TOL dicono diversamente. E lì i CFD non c'entrano.
I figli del "tanto prima o poi risale" hanno i conti sleeping da anni...e soprattutto campano di altro, non di trading.

Si parlava di trading,quindi operatività di breve...che c'entra Seat,Tim,bancari...quelli sono investimenti,se uno lascia correre le perdite è colpa sua che non sa investire non c'entra nulla il trading.

Io finchè operavo in strumenti semplici e a bassa volatilità e con leve modeste guadagnavo,quando ho provato i CFD specie sul forex sono iniziati i guai...e opero da più di 10 anni ormai mica da l'altroieri quindi non sono uno sprovveduto.Qualcosa vorrà dire.Non oso pensare cosa può succedere a chi è completamente nuovo del settore.Analizzando i motivi delle mie perdite è evidente che la ragione è essenzialmente data dal fatto di chiudere le posizioni troppo spesso,figlia,ovviamente della leva eccessiva e del timeframe troppo breve oltre che del mercato troppo volatile e poco direzionale.

Già operare su timeframe più grandi quindi giornaliero,settimanale come faccio sui normali mercati di borsa,le cose sono andate decisamente meglio,anche sul forex che comunque penso rimanga il mercato più difficile su cui operare.
 
Non mi stupisco, sta tutto nell'avere una piattaforma decente e fare buon marketing per trovare clienti, poi per loro son sempre guadagni.
Ovviamente se sei bravo puoi guadagnare anche l'utilizzatore, ma loro guadagnano su tutti, considerando che la quasi totalità dei cleinti perde, è proprio questa fetta la più importante.
E comunque anche all'interno del 30% che non perde sono sicuro che quelli che guadagnano davvero siano meno del 10%.
Gli altri galleggiano, guadagnano il minimo per sentirsi in gamba ma quasi tutto se ne andrà in commissioni/spread.
Poi come detto sono percentuali tipiche del trading, che però son accentuate dai CFD.

A tal proposito chiedo, non operando short, l'unico modo è solo attraverso i CFD e questi broker?
Operando sul lungo non riuscirei a mantenere posizioni short anche solo per 1 mese con questi strumenti.
Però magari su qualche titolo che secondo me sul lungo periodo peggiorerà potrei operare.

Invece secondo me i CFD sono strumenti geniali per chi opera in ottica di investimento di lungo periodo (mesi,anni...) e non di trading,per chi sfrutta l'effetto interessi overnight sulle posizioni short,di fatto è come avere un'obbligazione che genera rateo.Se ci sono ragioni macroeconomiche di medio-lungo periodo per cui bisogna essere short su un certo cambio,invece di tener impegnato tanto capitale comprando l'obbligazione in borsa,uno può agevolmente comprare il corrispettivo valore in cfd che grazie all'effetto leva richiederà un minor impegno di denaro.L'importante è che il tempo e dei giorni che passano si generi denaro,poi della quotazione uno al limite se ne potrebbe anche fregare adottando al limite stop loss molto larghi.

Io ormai il conto CFD lo tengo solo per questo scopo...è poi ottimo per negoziare azioni,anche li grazie all'effetto leva e alla possibilità di andare short,cosa che invece raramente è possibile operando dal deposito titoli in banca.Ovviamente l'uso della leva non è quello di incrementare la quantità di capitale a mercato ma diminuire la quantità di denaro impiegato nell'operazione.Il grado di rischio pertanto è sempre lo stesso.
 
Ultima modifica:
Ovviamente se vai short e inizia subito la discesa, tutto ok. Stai generando denaro, anche calcolando le commissioni overnight sei in attivo, puoi chiudere quando vuoi e così via.

Il problema sorge quando sbagli, basta una settimana di movimento opposto e con la leva vai sotto di cifre importanti fino ad essere quasi "obbligato" a chiudere.
Oppure semplicemente fra alti e bassi, lateralizzi, ma col tempo le commissioni aumentano, sei sotto solo per quest'ultime e dopo un mese decidi di chiudere lo stesso in perdita.

Mi dirai: "hai sbagliato tu, cosa vuoi?". Sicuramente, però appunto andando lungo senza commissioni overnight, può accadere (almeno a me succede, immagino io anticipi troppo) che dopo mesi di discesa o di nulla, ecco che finalmente arriva il movimento previsto e dopo 1 anno esci con un discreto guadagno.
Con i CFD questa eventualità mi sembra preclusa, per questo chiedevo se c'erano alternative, ma immagino di no.
Ovvio se poi indovini subito, tutto ok...altrimenti non ti resta che stoppare subito.
 
Ovviamente se vai short e inizia subito la discesa, tutto ok. Stai generando denaro, anche calcolando le commissioni overnight sei in attivo, puoi chiudere quando vuoi e così via.

Il problema sorge quando sbagli, basta una settimana di movimento opposto e con la leva vai sotto di cifre importanti fino ad essere quasi "obbligato" a chiudere.
Oppure semplicemente fra alti e bassi, lateralizzi, ma col tempo le commissioni aumentano, sei sotto solo per quest'ultime e dopo un mese decidi di chiudere lo stesso in perdita.

Mi dirai: "hai sbagliato tu, cosa vuoi?". Sicuramente, però appunto andando lungo senza commissioni overnight, può accadere (almeno a me succede, immagino io anticipi troppo) che dopo mesi di discesa o di nulla, ecco che finalmente arriva il movimento previsto e dopo 1 anno esci con un discreto guadagno.
Con i CFD questa eventualità mi sembra preclusa, per questo chiedevo se c'erano alternative, ma immagino di no.
Ovvio se poi indovini subito, tutto ok...altrimenti non ti resta che stoppare subito.

Indovini tutto è impossibile,anche perchè l'andamento dei mercati nel breve è caotico,ma comunque hai centrato il motivo per cui la gente perde.

Rileggi comunque quanto ho scritto prima,col passare del tempo le commissioni non sono un costo ma un guadagno,cosa che non hai se operi in borsa su ETF e altri strumenti che non siano obbligazioni/azioni,con i cfd non ti vengono addebitati costi ma accreditati se vai short,quindi della quotazione e del trading uno al limite se ne potrebbe anche fregare.

Nel caso tu vai short ed il movimento ti va contro uno non esce in perdita come di solito fanno la stragrande maggiornza delle persone,ma attende che la perdita venga riassorbita.Si può/deve comunque impostare uno stop loss nel caso il trend di lungo periodo si inverta,ma deve essere ampio;uno dei problemi del forex è che essendo un mercato molto volatile richiede stop loss larghi,strategia che nessuno adotta visto che ogni giorno di posizione di solito è un costo e inoltre gran parte delle persone va a mercato con controvalori folli o comunque troppo alti che sarebbero impossibili da gestire se uno sbaglia l'ingresso.

Riepilogando: aprire solo posizioni che producano capitale nell'overnight,limitare la quantità di denaro a mercato oppure la leva e operare con stop loss ampi basterebbe per aumentare di molto la possibilità di guadagnare operando con i CFD a prescindere dalle tecniche operative.
 
Un attimo...tu parli di short con CFD sul forex che ti permettono di avere commissioni "negative", che generano credito?
Scusa per le domande stupide ma la mia esperienza sui CFD è quella che è.
Il mio range di comprensione è: pago lo spread, pago per ogni notte che "mantengo" la posizione a mercato chiuso, se la direzione è giusta, bene.
Se è sbagliata sono cavoli perché chiudere subito magari è un errore, ma mantenerla molto è più stressante (causa leva e spese overnight) rispetto a farlo senza CFD, dove puoi mantenere la posizione anche in perdita potenzialmente per anni.
P.s. grazie per le risposte.
 
Un attimo...tu parli di short con CFD sul forex che ti permettono di avere commissioni "negative", che generano credito?
Scusa per le domande stupide ma la mia esperienza sui CFD è quella che è.
Il mio range di comprensione è: pago lo spread, pago per ogni notte che "mantengo" la posizione a mercato chiuso, se la direzione è giusta, bene.
Se è sbagliata sono cavoli perché chiudere subito magari è un errore, ma mantenerla molto è più stressante (causa leva e spese overnight) rispetto a farlo senza CFD, dove puoi mantenere la posizione anche in perdita potenzialmente per anni.
P.s. grazie per le risposte.

Si,hai capito bene.
Non tutte le operazioni mantenute oltre la giornata di contrattazione generano spese,alcune,di solito short pagano un interesse,quindi
è conveniente operare su timeframe giornalieri,settimanali,mensili se sei short,le uniche spese sono solo date dallo spread e dal fatto che potresti subire una perdita se il mercato va nella direzione non voluta,cosa aggirabile tenendo stop loss belli larghi,cosa che tra l'altro è consigliabile specie sul forex vista la volatilità molto alta.

C'è poi il discorso del capitale,se per esempio per considerazioni macro e grafiche lo scenario è favorevole al dollaro...o acquisti un'obbligazione in dollari in borsa e attendi che il cambio giri a tuo favore,o acquisti un ETF in dollari che replica l'andamento del cambio,oppure acquisti un CFD che replica l'andamento del dollaro.Nel primo caso,quello classico,devi immobilizzare molta liquidità per l'acquisto dell'obbligazione per sfruttare il cambio e il rateo degli interessi,nel secondo caso puoi al limite comprare un ETF a leva ma di solito questo decade col tempo per effetto compunding e contango (sconsigliabile) e tra l'altro non genera interessi,infine puoi acquistare CFD long sul dollaro che non dovrebbe decadere con il tempo,genera interessi come le obbligazioni se short e sopratutto rispetto alle obbligazioni ha la leva che consente di impegnare solo una frazione di capitale,il che è un vantaggio non da poco perchè permette di mettere a rendita in altro il capitale non impegnato.

Io comunque con i CFD mi sto trovando molto bene anche con le azioni;un tempo,tutte le volte che dovevo comprare un'azione dovevo impegnare molti soldi che di fatto restavano infruttiferi,ora con i CFD ottengo lo stesso risultato ma con minor spesa...unico rischio è che fallisca il tuo broker,rischio comunque trascurabile se si maneggiano piccole cifre e si ha a che fare con un intermediario solido,conosciuto e regolamentato.

Insomma,i CFD sono uno strumento finanziario come un'altro,basta usarlo sapendo quello che si sta facendo.
 
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Si,hai capito bene.
Non tutte le operazioni mantenute oltre la giornata di contrattazione generano spese,alcune,di solito short pagano un interesse,quindi
è conveniente operare su timeframe giornalieri,settimanali,mensili se sei short,le uniche spese sono solo date dallo spread e dal fatto che potresti subire una perdita se il mercato va nella direzione non voluta,cosa aggirabile tenendo stop loss belli larghi,cosa che tra l'altro è consigliabile specie sul forex vista la volatilità molto alta.

C'è poi il discorso del capitale,se per esempio per considerazioni macro e grafiche lo scenario è favorevole al dollaro...o acquisti un'obbligazione in dollari in borsa e attendi che il cambio giri a tuo favore,o acquisti un ETF in dollari che replica l'andamento del cambio,oppure acquisti un CFD che replica l'andamento del dollaro.Nel primo caso,quello classico,devi immobilizzare molta liquidità per l'acquisto dell'obbligazione per sfruttare il cambio e il rateo degli interessi,nel secondo caso puoi al limite comprare un ETF a leva ma di solito questo decade col tempo per effetto compunding e contango (sconsigliabile) e tra l'altro non genera interessi,infine puoi acquistare CFD long sul dollaro che non dovrebbe decadere con il tempo,genera interessi come le obbligazioni se short e sopratutto rispetto alle obbligazioni ha la leva che consente di impegnare solo una frazione di capitale,il che è un vantaggio non da poco perchè permette di mettere a rendita in altro il capitale non impegnato.

Io comunque con i CFD mi sto trovando molto bene anche con le azioni;un tempo,tutte le volte che dovevo comprare un'azione dovevo impegnare molti soldi che di fatto restavano infruttiferi,ora con i CFD ottengo lo stesso risultato ma con minor spesa...unico rischio è che fallisca il tuo broker,rischio comunque trascurabile se si maneggiano piccole cifre e si ha a che fare con un intermediario solido,conosciuto e regolamentato.

Insomma,i CFD sono uno strumento finanziario come un'altro,basta usarlo sapendo quello che si sta facendo.

Perfetto, grazie.
Ovviamente l'overnight che genera credito è possibile solo sul forex per discorsi di cambio fra le valute immagino.
Su materie prime, crypto e soprattutto azioni questa cosa non esiste ovviamente.
Detto questo magari in futuro rivaluterò i CFD in un ottica più di lungo e non di intraday.
 
Perfetto, grazie.
Ovviamente l'overnight che genera credito è possibile solo sul forex per discorsi di cambio fra le valute immagino.
Su materie prime, crypto e soprattutto azioni questa cosa non esiste ovviamente.
Detto questo magari in futuro rivaluterò i CFD in un ottica più di lungo e non di intraday.

ciao, in realtá esisterebbe anche su Azioni, però con i tassi così bassi, e in alcuni casi negativi come euro e chf, e con lo spread applicato sul tasso, il costo di finanziamento del CFD è negativo sia per operazioni long che short.

Considera che in linea generale il costo di finanziamento di un cfd azionario viene calcolato ultilizzando libor (1 mese o 3 mesi) +/- spread (150-250 bps a seconda di intermediario retail) per posizioni long/short: quindi per esempio, per un azione cfd quotata in euro, con tasso euro -0.5% e uno spread di 200 bps, un long ti costerebbe 1.5% annuale, uno short 2.5%

Ovviamente parlo cfd "veri", azioni DMA (book reale) fatte sotto forma di CFD
 
- viene rivista l'imposta sulle transazioni per strumenti finanziari derivati, swap, futures e contratti a termine (Tobin tax). Si prevede l'aliquota dello 0,4% da applicare a tutte le transazioni “indifferentemente dalla natura dell’attività sottostante che determina la variazione di valore nei contratti per differenza”.
“Per le transazioni concluse su reti telematiche e/o di telecomunicazioni aventi per oggetto Contratti per differenza (CFD), dotati di leva finanziaria nei limiti autorizzati dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei Mercati (ESMA), l'imposta fissa prevista dall'articolo 492 della legge n. 228 del 24 dicembre 2012, viene calcolata sulla base di un'aliquota pari allo 0,4 per cento. L'imposta, cosi modificata, si applica a tutte le transazioni sopra richiamate, indifferentemente dalla natura dell'attività sottostante che determina la variazione di valore nei Contratti per differenza”.
 
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