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28-12-20, 21:12 #12
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28-12-20, 21:14 #13
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29-12-20, 11:08 #14
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29-12-20, 11:51 #15
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Mi sembrano le rielaborazioni contemporanee delle Merz picture...
Ciao!! e complimenti.
Schwitters ha realizzato i suoi collage da ritagli di carta e altri oggetti scartati.
È stato ispirato dal collage cubista e dalla sua associazione con il movimento Dada, con il suo abbraccio dell'irrazionale e dell'assurdo in risposta alle atrocità della prima guerra mondiale.
I collage di Schwitters realizzati dopo il 1922 mostrano spesso un'organizzazione rettilinea che riflette i suoi legami con il costruttivismo russo attraverso la sua amicizia con El Lissitzky.
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29-12-20, 13:01 #16
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Grazie per l'accostamento con i colossi del collage.
Devo però specificare una cosa. Purtroppo riconosco che quando si spiega la propria arte si finisce con essere noiosamente decadenti e non è mai buona cosa però a volte occorre per mettere in carreggiata un'idea che è andata in una interpretazione un pò fuori posto, senza alcuna malizia. Da anni non uso più i pennelli, direi da quando la beat generation, di cui ho vissuto gli ultimi colpi di coda bolognesi, si è evoluta nell edonismo reganiano di anni 80 ma proprio in quel periodo, o giù di li, avevo disegnato su tela un muro, un pò elaborato ma tutto poi finito a pennello. Quello è stato ciò che poi mi ha guidato sino adesso. Da quel dipinto è nata l'idea di osservare i muri e cosa contenevano oltre le crepe, le pietre sconnesse, muffe ecc. perchè cercando di dipingere su tela un muro ho dovuto focalizzare lo sguardo sulle sue fattezze, sulle sue irregolarità e via dicendo. Poi girando per Bologna dopo pochi giorni dal dipinto lo sguardo continuava a posarsi sui muri non ancora completamente convinto del mio precedente lavoro .Ho notato con estremo interesse e non di sfuggita come capita sempre passando davanti alle scritte sui muri, oltre che i mattoni, le crepe, le imprecisioni del muro stesso, sui muri insisteva una vita assolutamente piena di messaggi .Poi i manifesti, a volte inconciliabili tra loro dove magari accanto a un volantino anarchico c'era a pochi centimetri un immobile in vendita e poco dopo un manifesto di un concerto e i muri pian piano hanno assunto per me un altro aspetto, come una piazza gremita di gente, ognuno perso negli affari suoi. I muri hanno una loro vita propria... un agglomerato di idee, uno spezzato di un eterno minuto cui il tempo corrode le lancette delle ore. Da quel momento ecco i miei lavori: la realtà che si legge sui muri. Quindi non sono semplici collage, anzi direi che si avvicinano solo come estetica, ma il messaggio è molto ma molto diverso. Lo chiamo realismo urbano, o realismo murale. Spero di aver spiegato un pò quello che succede quando mi chiudo nella mia officina artistica e creo questi lavori...rivivo quei momenti e li elaboro, li trasformo, o li riproduco esattamente come li ho visti...dipende dall'intuizione del momento.
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29-12-20, 13:50 #17
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Tutto chiaro.
Ciao!!
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30-12-20, 00:19 #18
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X batterista “i miei lavori li prendo come un gioco... nulla di serio…. ti metto qualche mia distrazione artistica👍”
Ciao, stavo per risponderti che prendere i propri lavori “come un gioco” non è male … Ma ora, vedendo le tue “distrazioni” e leggendo la spiegazione, ho l’impressione che il “gioco” sia invece piuttosto serio. Mi viene in mente Buzzati in ‘Mestiere fortunato” :
Il re guardando meglio, notò pure qua e là, soprattutto nelle mansarde, vari uomini che stavano giocando. Chi giocava coi pennelli e coi colori, chi giocava con la creta, chi giocava con gli affilati bulini. Meravigliato, chiamò il sovrintendenti e gli chiese. “Come mai, oggi che è un giorno di lavoro, vedo giovanotti e uomini nel pieno delle forze che al contrario stanno giocando?”“ Si tratta degli artisti maestà – rispose quello- ma anch’essi non giocano, lavorano” . “Se mi dicevi ieri che per gli artisti l’arte è il più piacevole gioco!” “è vero- spiegò il sovrintendente ai reali palazzi- l’arte per gli artisti è il più delizioso dei giochi. Nello stesso tempo l’arte, per gli artisti è il più impegnativo ed arduo lavoro.” “Dimodochè, quando giocano lavorano? E quando lavorano giocano?” “Per l’appunto maestà.” Al che il re esclamò “Che gente fortunata!” Ed era vero.
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30-12-20, 10:00 #19
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22-01-21, 11:14 #20
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