El Cid
smallMASNADIERO
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Vecchio sui minimi, ventre a terra, adolescente che invecchia senza aver avuto una maturità e una replica del volo mirabile pre-quotazione Piaggio, eccoci alla resa dei conti, forse no, ma almeno al momento di riflessione davanti a quello che sembra proprio un bivio.
Ne parlo da interessato, da socio di lungo corso, non così triste come - giustamente - i tanti che leggo: io i miei giri, dichiarati e scritti, li ho fatti.
Ma più che momento da pavone, il mio è stato un rapporto anche frontale, verso l'amministrazione: assemblee, scontri, preso pure per la giacchetta da alcuni soci per fare certe azioni, poi di nuovo in pista per altre.
Conosco Immsi forse come pochi tra quelli che non sono nella stanza dei bottoni, come non lo sono io.
Di certo, quella stanza di bottoni ha al suo interno persone che hanno il titolo in carico più o meno sui 0,6-0,7, diamo un'ampia forchetta. Gli stessi che, a torto o ragione, non si sono mai mostrati così inclini ai patemi di borsa, pur però non potendo vantarsi di esserne vergini: le fortune di famiglie sono state costruite con operazioni finanziarie che hanno avuto nella borsa il loro centro pulsante, per poi chiuderle fuori mercato su piazze non accessibili a tutti.
Ora, non è che altrove la borsa brilli di efficienze.
Ho appena finito di chiudere posizioni per la prima volta di un colore diverso di quelle fino a qualche giorno fa su alcuni dei titoli che, assieme ad Immsi, mi hanno fatto crescere - almeno su un piano di età- e che apprezzo per modelli di gestione, pur con i tanti difetti pur lì presenti : parlo di titoli come Danieli che ho sempre avuto in portafoglio da quando quotavano meno che 3 euro... parlo di Prima Industrie, fin dai 6 euro. Ho chiuso le mie care Mittel, le Ima poderose, le Diasorin, e persino Fincantieri.
Ora mi trovo con Immsi a dover riflettere anche io in questo bivio.
I mercati dicono la loro, a torto o ragione ma basta con ste mani, manine, giochi occulti alla Soros che, quando sono giochi veri, significano che il paese non è sotto attacco: semplicemente non ha nemmeno anticorpi o difese o pelle.
I mercati sbagliano o avremmo listini ingessati e posizioni che avrebbero solo quotazioni e revoche ma zero trend.
I mercati, questi mercati, hanno un umore che non apprezza - ma abbiamo ben visto di peggio - certe politiche economiche e di conseguenza i mercati hanno bersagliato - abbiamo visto di peggio - i titoli di stato, di cui sono zeppi gli istituiti di credito che poi devono finanziare imprese e famiglie.
Filiera e visione molto semplicistica, per carità, quando le sfumature sono ben diverse e le logiche - per fortuna o purtroppo - che sottendono al tutto sono più profonde, ma a livello di modello e per dire di Immsi ci basta.
Immsi infatti è proprio una di quelle realtà che non "produce" e quindi ha un modello di ricavi che sono fondamentalmente cedole, dato che il suo volume di affari è figlio al 95% di quanto Piaggio "produce" e poi gira a Immsi in quanto maggiore azionista.
Immsi, come holding, non ha infatti giri di portafoglio e incassi relativi che siano generati da operazioni straordinarie: l'ultima positiva è stata anche la prima, Piaggio..., l'ultima negativa e che è ormai svalutata a bilancio è stata Alitalia.
Di mezzo situazioni di turnaround ben condotte, ma lungamente portate avanti, come Intermarine, ma mai portata a "valore", e poi una serie di avventure immobiliari che, o per via giudiziale o per lungaggini ascrivibili a questo o quello, non sono finora maturate.
Piaggio, potente ed evocativa storia di successo da un lato, dall'altro i quasi 100 milioni di Alitalia bruciati, nel mezzo operazioni che cubano poco rispetto a Piaggio, che potrebbero comunque generare ricavi anche sostanziosi ma che di fatto zavorrano un portafoglio di partecipazioni che finora ha assorbito risorse e on restituite.
Non dimentico la quota, ormai irrisoria se non nulla, di Unicredit e il palazzo a Roma, erede del primo gene di tipo immobiliare da cui il nome: IMMobiliare SIrti, due situazioni che di per sé - parlo di pesi specifici - situazioni che sono irrisori al momento su un piano di ricavi.
Piaggio oggi recupera, Immsi stenta, incapace di scollarsi dal vischioso pavimento di minimi di nuovo a tiro.
Tra i due titoli, la forbice di valori si è sempre più aperta, senza mai ricomporsi.
Il management ogni volta rilancia sul futuro, di certo molto attivo su Piaggio, e molto attivi anche su Alitalia a suo tempo e pure sull'immobiliare. Fanno, ma non ci sono riscontri in ambito di quotazioni.
Io, tuttavia, oggi ho di nuovo comprato.
Non è innamoramento, spero non lo sia, ma è convinzione che anche per giri 0,4-0,7 , diciamo la zona di pareggio del prezzo di carico di Colaninno, io non lo considero scarso.
Già più volte scrissi che ero entrato a 0,5 per darle a 0,8.
fatto enon pentito.
Ora, con il trend in discesa, si è abbassato il livello del piano di rimbalzo e di conseguenza anche la soglia di uscita, per quanto il titolo valga secondo me ben di più ma poco conta ciò che penso, in un mero quanto inutile calcolo di NAV, si è abbassata.
Sarà di nuovo una palla o stavolta una boccia che sfonda il pavimento?
Immsi, con il suo indebitamento a livello di gruppo assai importante e con un molto più contenuto debito come capogruppo - pur non proprio leggero - è il soggetto che in momenti come questi è più sensibile ad ogni forma di rischio di deprezzamento BTp, accrescimento spread ecc.
Immsi, infatti, come tutti quelli che hanno esposizione, rischia di avere minor facilità sul mercato dei finanziamenti/rifinanziamenti.
Io voglio pensarla palla un po' "pallosa", e sperare che il contesto plumbeo non agglomeri Immsi in una boccia.
Oggi 24 ottobre 2018, per buona pace di chi tiene il conto delle ore rosse, dei giorni rossi e dei trend rossi del titolo, spero possa essere un giorno di cui avremo un ricordo da trampolino e non da caduta.
Con buona pace che non è un -10% nei prossimi giorni, speriamo di no, che farà la storia, ma capire se Immsi sarà resiliente da questi livelli, un p' sotto ancora di oggi ok, ma pur sempre resiliente e risalente.
Ne parlo da interessato, da socio di lungo corso, non così triste come - giustamente - i tanti che leggo: io i miei giri, dichiarati e scritti, li ho fatti.
Ma più che momento da pavone, il mio è stato un rapporto anche frontale, verso l'amministrazione: assemblee, scontri, preso pure per la giacchetta da alcuni soci per fare certe azioni, poi di nuovo in pista per altre.
Conosco Immsi forse come pochi tra quelli che non sono nella stanza dei bottoni, come non lo sono io.
Di certo, quella stanza di bottoni ha al suo interno persone che hanno il titolo in carico più o meno sui 0,6-0,7, diamo un'ampia forchetta. Gli stessi che, a torto o ragione, non si sono mai mostrati così inclini ai patemi di borsa, pur però non potendo vantarsi di esserne vergini: le fortune di famiglie sono state costruite con operazioni finanziarie che hanno avuto nella borsa il loro centro pulsante, per poi chiuderle fuori mercato su piazze non accessibili a tutti.
Ora, non è che altrove la borsa brilli di efficienze.
Ho appena finito di chiudere posizioni per la prima volta di un colore diverso di quelle fino a qualche giorno fa su alcuni dei titoli che, assieme ad Immsi, mi hanno fatto crescere - almeno su un piano di età- e che apprezzo per modelli di gestione, pur con i tanti difetti pur lì presenti : parlo di titoli come Danieli che ho sempre avuto in portafoglio da quando quotavano meno che 3 euro... parlo di Prima Industrie, fin dai 6 euro. Ho chiuso le mie care Mittel, le Ima poderose, le Diasorin, e persino Fincantieri.
Ora mi trovo con Immsi a dover riflettere anche io in questo bivio.
I mercati dicono la loro, a torto o ragione ma basta con ste mani, manine, giochi occulti alla Soros che, quando sono giochi veri, significano che il paese non è sotto attacco: semplicemente non ha nemmeno anticorpi o difese o pelle.
I mercati sbagliano o avremmo listini ingessati e posizioni che avrebbero solo quotazioni e revoche ma zero trend.
I mercati, questi mercati, hanno un umore che non apprezza - ma abbiamo ben visto di peggio - certe politiche economiche e di conseguenza i mercati hanno bersagliato - abbiamo visto di peggio - i titoli di stato, di cui sono zeppi gli istituiti di credito che poi devono finanziare imprese e famiglie.
Filiera e visione molto semplicistica, per carità, quando le sfumature sono ben diverse e le logiche - per fortuna o purtroppo - che sottendono al tutto sono più profonde, ma a livello di modello e per dire di Immsi ci basta.
Immsi infatti è proprio una di quelle realtà che non "produce" e quindi ha un modello di ricavi che sono fondamentalmente cedole, dato che il suo volume di affari è figlio al 95% di quanto Piaggio "produce" e poi gira a Immsi in quanto maggiore azionista.
Immsi, come holding, non ha infatti giri di portafoglio e incassi relativi che siano generati da operazioni straordinarie: l'ultima positiva è stata anche la prima, Piaggio..., l'ultima negativa e che è ormai svalutata a bilancio è stata Alitalia.
Di mezzo situazioni di turnaround ben condotte, ma lungamente portate avanti, come Intermarine, ma mai portata a "valore", e poi una serie di avventure immobiliari che, o per via giudiziale o per lungaggini ascrivibili a questo o quello, non sono finora maturate.
Piaggio, potente ed evocativa storia di successo da un lato, dall'altro i quasi 100 milioni di Alitalia bruciati, nel mezzo operazioni che cubano poco rispetto a Piaggio, che potrebbero comunque generare ricavi anche sostanziosi ma che di fatto zavorrano un portafoglio di partecipazioni che finora ha assorbito risorse e on restituite.
Non dimentico la quota, ormai irrisoria se non nulla, di Unicredit e il palazzo a Roma, erede del primo gene di tipo immobiliare da cui il nome: IMMobiliare SIrti, due situazioni che di per sé - parlo di pesi specifici - situazioni che sono irrisori al momento su un piano di ricavi.
Piaggio oggi recupera, Immsi stenta, incapace di scollarsi dal vischioso pavimento di minimi di nuovo a tiro.
Tra i due titoli, la forbice di valori si è sempre più aperta, senza mai ricomporsi.
Il management ogni volta rilancia sul futuro, di certo molto attivo su Piaggio, e molto attivi anche su Alitalia a suo tempo e pure sull'immobiliare. Fanno, ma non ci sono riscontri in ambito di quotazioni.
Io, tuttavia, oggi ho di nuovo comprato.
Non è innamoramento, spero non lo sia, ma è convinzione che anche per giri 0,4-0,7 , diciamo la zona di pareggio del prezzo di carico di Colaninno, io non lo considero scarso.
Già più volte scrissi che ero entrato a 0,5 per darle a 0,8.
fatto enon pentito.
Ora, con il trend in discesa, si è abbassato il livello del piano di rimbalzo e di conseguenza anche la soglia di uscita, per quanto il titolo valga secondo me ben di più ma poco conta ciò che penso, in un mero quanto inutile calcolo di NAV, si è abbassata.
Sarà di nuovo una palla o stavolta una boccia che sfonda il pavimento?
Immsi, con il suo indebitamento a livello di gruppo assai importante e con un molto più contenuto debito come capogruppo - pur non proprio leggero - è il soggetto che in momenti come questi è più sensibile ad ogni forma di rischio di deprezzamento BTp, accrescimento spread ecc.
Immsi, infatti, come tutti quelli che hanno esposizione, rischia di avere minor facilità sul mercato dei finanziamenti/rifinanziamenti.
Io voglio pensarla palla un po' "pallosa", e sperare che il contesto plumbeo non agglomeri Immsi in una boccia.
Oggi 24 ottobre 2018, per buona pace di chi tiene il conto delle ore rosse, dei giorni rossi e dei trend rossi del titolo, spero possa essere un giorno di cui avremo un ricordo da trampolino e non da caduta.
Con buona pace che non è un -10% nei prossimi giorni, speriamo di no, che farà la storia, ma capire se Immsi sarà resiliente da questi livelli, un p' sotto ancora di oggi ok, ma pur sempre resiliente e risalente.