di entrare sulle prime le 2017 quotano sulle 85 e rendono circa 8% portate a scadenza guardando la scheda cedola 5,136 piu' differenza prezzo ....consigli?????'
il perchè dell'aumento delle gazprom potrebbe alzarsi ancora oppure a già scontato il rialzo a seguito di accordi tra russia e ucraina riportate su affari italiani di oggi, non so' quindi se sia piu' conveniente acquistare le 2015 a 94 oppure le 2017 a 85 ..bisognerebbe fare un calcolo tra le due % di rendimento e distanza a due anni la 2015 e la 2017
Energia sotto i riflettori, con la firma, ad Ankara, di alcuni accordi di cooperazione su gas e petrolio tra Russia e Turchia. A firmare sono stati Vladimir Putin e Tayyip Erdogan, con uno spettatore interessato, il premier italiano Silvio Berlusconi, che in mattinata aveva partecipato ad un incontro trilaterale durato oltre un'ora e mezza.
L'Italia, attraverso il suo ex monopolista petrolifero, Eni (in rialzo di un punto percentuale sul listino di Milano), è come nota interessata direttamente sia alle sorti del gasdotto South Stream, che prevede il transito del gas russo attraverso le acque turche del Mar Nero così da aggirare altre zone di transito problematiche come l'Ucraina, sia alla realizzazione dell'oleodotto Samsun-Cheyan destinato a facilitare l'accesso del petrolio di Gazprom dal bacino del Caspio al bacino del Mediterraneo. Un progetto, quest'ultimo, che ottiene per la prima volta il via libera di Mosca e che stava a cuore in particolare ad Ankara.
Se per l'oleodotto si tratta al momento ancora di avviare gli studi di fattibilità del progetto, che prevede un tracciato di 555 chilometri e con una capacità prevista di 1,5 milioni di barili al giorno, per South Stream, per la cui realizzazione Eni e Gazprom firmarono un Memorandum d'intesa fin dal giugno 2007, poi integrato lo scorso maggio, i lavori dovrebbero cominciare a breve, "non più tardi del 2010" secondo il ministro dell'Energia russo, Sergei Shmatko.
South Stream è un progetto gemello al gasdotto North Stream, che collega la Russia con l'Europa passando attraverso il Mar Baltico, e prevede una capacità di trasporto di 47 miliardi di metri cubi l'anno (ma che secondo Putin potrebbe salire sino a 63 miliardi di metri cubi, superando così i 55 miliardi di metri cubi del gemello "nordico"). Gas che non andrà ad aggiungersi, quanto a sostituire quello in transito nelle pipeline esistenti e che finora aveva dovuto fronteggiare il progetto rivale Nabucco, destinato a portare 31 miliardi di metri cubi di gas all'anno all'Europa attraverso la Turchia, la Bulgaria, la Romania, l'Ungheria e l'Austria.
Il Nabucco, il cui progetto è stato ratificato meno di un mese fa sempre ad Ankara dai cinque paesi interessati al passaggio del tracciato oltre che dalla Germania, dovrebbe veder partire i propri lavori nel 2010 e terminarli nel 2014 ed è già stato fonti di tensioni tra Ankara e gli Stati Uniti per la possibilità che "quando le condizioni lo permetteranno" possa trasportare anche gas iraniano. Un'ipotesi che infastidisce tanto Washington quanto Mosca e ovviamente non fa piacere al cane a sei zampe.
Il problema è infatti legato alla scarsità di gas naturale e agli incerti ritorni economici dei due progetti, per molti analisti del tutto ridondanti ma per Russia e Turchia assolutamente indispensabili per mantenere (o guadagnare) un ruolo di oligopolisti dell'energia, assicurandosi per di più qualche "disattenzione" politica dell'Europa nei confronti delle ricorrenti dispute con l'Ucraina o l'Armenia e ricche contropartite nel mercato della distribuzione finale.
E proprio nel settore della distribuzione finale (che fa da tempo gola ai paesi produttori come Russia e Algeria per i ricchi margini di guadagno) sta per entrare nella fase cruciale la gara per la vendita della rete italiana di distribuzione del gas di E.on, forte di 9.500 km di tracciato distribuiti tra 300 concessioni in scadenza nel 2010.
Deutsche Bank, advisor del gruppo tedesco, ha infatti ammesso cinque cordate alla fase di due diligence che si terrà durante questo mese e che dovrebbe portare alla presentazione delle offerte definitive che secondo molti dovrebbero oscillare tra i 400 e i 500 milioni di euro. Tra i concorrenti selezionati vi sono il fondo infrastrutturale F2i in gara con Axa Private Equity (la cordata è assistita, a vario titolo, da Banca Leonardo, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Merril Lynch), Italgas (gruppo Eni), con la quale la stessa E.on avrebbe provato ad avviare alcuni colloqui prima di dare avvio alla gara formale, la coppia Valiance Cvapital e Gdf-Suez, il fondo 3i e Gas Natural, assistita da Mediobanca.