Car sharing: boom di richieste, a Milano oltre 100 iscritti

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Car sharing: boom di richieste, a Milano oltre 100 iscritti
04/08/2005

Niente bollo, assicurazione o blocco del traffico


Niente bollo, assicurazione e revisioni. E tanto meno spese per il carburante, il parcheggio e l’affitto del garage. Gli automobilisti milanesi si liberano dei costi fissi dell’auto e, per risparmiare, scelgono la formula del ‘car sharing’, l’auto in affitto. A Milano sono oltre mille i liberi professionisti, i turisti e i giovani che hanno scelto l’auto collettiva. Che decidono cioè di pagare l’auto solo quando ne hanno bisogno senza accollarsi rate, ricerche in concessionario ed eventuali spese per incidenti o atti vandalici.

Due le possibilità per avere l’auto senza acquistarla. Rivolgersi alla ‘Milano car sharing’, aperta da Legambiente nel 2001 in collaborazione con il Touring club italiano, che conta oltre 600 soci, oppure contattare ‘Guidami’, promossa dal Comune di Milano, Unione del Commercio e Automobil club di Milano, che in pochi mesi ha arruolato oltre 400 iscritti ed ha appena stipulato un accordo con gli albergatori milanesi.

Tra i vantaggi dell’auto ‘self servicè anche la possibilità di circolare durante i blocchi del traffico (sono vetture Euro 4) e di evitare di restare fermi in caso di targhe alterne. I costi sono più contenuti rispetto a quelli proposti dalle società di auto a noleggio. L’iscrizione annuale supera di poco i 100 euro e ogni ora di utilizzo dell’auto si spendono in media 2 euro, senza calcolare la fascia oraria notturna, che non costa nulla.

È stato calcolato che un’auto in car sharing, utilizzata quindi da più persone a turno, sostituisce tra le otto e le dieci auto private riducendo il livello del traffico e i tassi di inquinamento.

A seconda delle tariffe applicate dai vari gestori, il risparmio valutato da chi percorre fino a 8.000 km all’anno, e utilizza l’auto per lo più per spostamenti in città, può essere almeno del 30% rispetto alle spese per mantenere l’auto di proprietà.

Per rendere la vita più facile anche a chi trasporta merce o rifornisce i negozi ma non intende accollarsi la spesa fissa di un furgoncino, presto arriverà il ‘van sharing’, l’affitto a ore dei veicoli commerciali. Per affittare un’auto e contattare le società di car sharing bastano pochi minuti su internet (www.carsharing.it o www.guidami.it) e l’auto potrà essere ritirata in uno dei parcheggi o delle autorimesse a disposizione a Milano, circa una trentina. L’utilizzo è libero, ma è necessario fare una telefonata al call center, operativo 24 ore su 24, e prenotare l’auto per il tempo in cui se ne ha bisogno. Si può anche scegliere il modello dell’utilitaria a seconda delle esigenze.

Sul cruscotto dell’auto solitamente è presente un tasto che mette in comunicazione diretta con gli operatori ai quali si può segnalare ogni genere di problema: incidenti, auto sporca, protrarsi dell’uso. Una volta prenotata l’auto, se non serve più, è necessario disdirla: entro 24 ore prima non si paga nulla, altrimenti ci può essere una multa per il mancato utilizzo del veicolo da parte di un altro utente. Al momento dell’iscrizione, si riceverà anche un telecomando che servirà per accedere ai parcheggi e per aprire l’auto.

Il Comune di Milano, che dallo scorso aprile ha ampliato il servizio di car sharing e ha aumentato gli iscritti da 300 a 426, punta ad arrivare a mille clienti entro la fine dell’anno. Buone le previsioni per il futuro: nel giro di sette anni il car sharing milanese potrebbe contare una flotta di 15mila utenti e questo vorrebbe dire avere anche auto in meno, circa 14mila, parcheggiate in strada per più di un giorno. E di conseguenza meno doppie file, meno traffico e meno inquinamento.

In base ai dati comunali, che prendono spunto dalle esperienze europee maturate in Svizzera, Austria, Germania e Stati Uniti, una vettura collettiva permette di risparmiare 42mila km, pari più o meno a 10 tonnellate di Co2. E potrebbe quindi essere uno dei metodi adottati contro la lotta alle polveri sottili.

Al servizio hanno aderito anche cento hotel milanesi che, attraverso il car sharing, agevolano gli spostamenti dei loro clienti per la città. I turisti potranno chiedere l’auto alla reception e scegliere il modello di utilitaria che preferiscono. Per migliorare la situazione del traffico nella zona centrale di Milano, molti albergatori hanno anche chiesto di avere un’area di sosta di fronte all’ingresso nelle hall.

Sono 20 le aree predisposte in un mese e 74 quelle esaminate e autorizzate dal Comune. Gli spazi, delimitati da segnaletica, consentiranno una sosta temporanea di mezz’ora al massimo, utile per le operazioni di carico e scarico delle merci e dei bagagli e l’imbarco e la discesa dei passeggeri dai bus turistici.

Fonte: Adnkronos
 
Ecco il car sharing
(03/08/2005)



Niente bollo al possesso di un’auto, assicurazione e revisioni. E tanto meno spese per il carburante. Addio inoltre alle lunghe attese in cerca di parcheggio. Tutto questo è il car sharing, ovvero l’auto in affitto 24 ore su 24. Una formula di successo che stanno utilizzando le città di Firenze, Roma, Modena, Milano, Palermo, Genova, Bologna, Rimini, Torino e Venezia. Si tratta in pratica di un’alternativa all’uso del mezzo privato che offre molti vantaggi: accesso alla Ztl, circolazione durante i blocchi causati dall’inquinamento e sosta gratuita nei parcheggi a pagamento.

Il servizio, conveniente soprattutto per impieghi di breve durata, consente agli automobilisti di condividere diverse vetture. In particolare, gli utenti si iscrivono ad una associazione che mette loro a disposizione una flotta di auto, prenotabili tramite telefono o internet, e prelevare così in qualsiasi momento del giorno e della notte il veicolo richiesto dall’area di parcheggio più vicina ad un costo proporzionale al tempo di utilizzo e ai chilometri percorsi.

I costi per usufruire del car sharing sono più contenuti rispetto a quelli proposti dalle società di auto a noleggio. Si paga una quota fissa che include l’iscrizione una tantum e un abbonamento da versare annualmente o mensilmente che varia da 100 a 180 euro l’anno. A questo di aggiungono i costi variabili legati all’utilizzo del veicolo (da 0,55 a 2,60 euro l’ora, ma alcuni gestori non fanno pagare o riducono sensibilmente la tariffa oraria dalle 24 alle 7) e ai chilometri percorsi (da 0,15 a 0,50 euro per chilometro, carburante, olio, assicurazione e manutenzione compresa). A seconda delle tariffe applicate dai vari gestori, il risparmio valutato da chi percorre fino a 8.000 km all’anno, e utilizza l’auto per lo più per spostamenti in città, può essere almeno del 30% rispetto alle spese per mantenere l’auto di proprietà.

Inoltre, accanto a sconti e agevolazioni, come la partecipazione a iniziative scolastiche e culturali, sono anche previsti costi aggiuntivi per chi riconsegna l’auto in ritardo, rinuncia dopo la prenotazione, riconsegna l’auto eccessivamente sporca o danneggia il veicolo.

Al momento dell’iscrizione si riceve un Pin e una smart card per ritirare, restituire la vettura e fatturare il servizio. L’auto assegnata si apre e si chiude con la scheda magnetica che registrerà automaticamente i dati del viaggio, riportati poi nella fattura che il gestore recapita a domicilio con cadenza mensile o bimestrale.

La durata di utilizzo dell’auto, che non deve essere inferiore all’ora, va comunicata al momento della prenotazione. La riconsegna del veicolo avviene solitamente nell’area di parcheggio di partenza.

Un bilancio quello del car sharing in netta crescita. In un anno gli utenti sono passati da 2.200 a 4.300, la percorrenza da 145mila chilometri al mese a 312mila, mentre le corse mensili da 2.400 a 5.400.

Risultati positivi che non sono passati inosservati alle Amministrazioni e al governo.
“Un auto in car sharing - ha spiegato il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, che ha rifinanziato con 10 miliardi il servizio - costa meno, rende di più, ha effetti positivi sull’ambiente. Questo self service dell’auto è parte integrante delle misure anti-smog portate avanti dal ministero per arginare l’inquinamento delle città”.
Idea condivisa anche dai Comuni, secondo cui, se utilizzato su larga scala, il car sharing contribuisce a ridurre le emissioni di gas inquinanti (ogni automobilista che passa al car-sharing riduce infatti del 30-50% i propri consumi, grazie ad un utilizzo più oculato del veicolo e ad un maggiore impiego dei mezzi pubblici). È stato, inoltre, valutato che ogni macchina condivisa consente di ridurre la circolazione di almeno 10 auto private e che il 54% degli aderenti vende la propria seconda auto, mentre il 13% rinuncia all’acquisto della prima.


http://www.miaeconomia.it/retrieval...idarticle=78418&can=SOLDI+E+FAMIGLIA&cat=News
 
AMBIENTE. Incentivi per chi passa al car sharing
15/11/2005 - 16:45


Buone notizie per chi vuole passare al Car Sharing: arrivano incentivi alla rottamazione. In pratica distruggendo la propria vecchia auto e aderendo a questa nuova formula di trasporto si potrà avere un bonus di 700 euro. Una bella cifra, che darà sicuramente un nuovo impulso al settore, e che costituisce un primo, importante, passo verso "l'incentivo assoluto", quello che dovrebbe essere dato a chi distrugge una macchina inquinante senza necessariamente comprarne un'altra. L'incentivo è contenuto nel nuovo accordo di programma firmato oggi tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e l'Iniziativa dei comuni per il car sharing (ICS) che rende disponibili 10 milioni di euro stanziati dal Ministero.

"Questa misura contenuta nell'accordo firmato oggi - ha detto il Ministro Altero Matteoli - incentiva il ricambio del parco auto che in Italia è tra i più anziani d' Europa e nello stesso tempo indirizza verso forme di mobilità meno inquinanti, più moderne ed innovative. Inoltre essa si integra perfettamente con la politica ambientale per le aree urbane portata avanti fino ad oggi dal mio Ministero". L'accordo prevede inoltre l'utilizzo nel servizio di car sharing di veicoli a trazione ibrida per sperimentare su vasta scala questa tecnologia a basso inquinamento e per capirne anche il gradimento presso l'utenza; stabilisce un rafforzamento del coordinamento tra i gestori per incrementare l'omogeneità del servizio per quanto riguarda standard, procedure operative e schemi tariffari e vuole perseguire l'interoperatività del servizio su tutto il territorio italiano per permettere di usufruirne con un unico abbonamento. "La firma del nuovo accordo di programma - ha detto il Presidente di ICS, Giovanni Avanti - consente la prosecuzione di un'esperienza come quella di Ics, assolutamente positiva che dà un valido contributo alle problematiche di mobilità e di inquinamento nelle città aderenti".

Il car sharing oggi è attivo in otto città, Venezia, Torino, Genova, Bologna, Modena, Provincia di Rimini, Roma e Firenze. Viene utilizzato da 5.022 utenti che hanno percorso 2.608.822 chilometri e possono contare su più di 200 auto disponibili 24 ore su 24, prenotabili anche via web. Si calcola che un'auto in car sharing ne tolga 5-10 dalla strada.

HC 2005 - redattore: VC

http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=4231
 
L’auto condivisa al posto della privata A Milano sparite 15 mila vetture

Una tessera e un’app per il telefonino. È quello che resta. «Una delle nostre auto l’abbiamo venduta». Ne avevano due. Una la usa, ancora, il marito. L’altra rimaneva spesso parcheggiata. «Vado al lavoro con i mezzi pubblici», racconta la moglie. «La usavo quando pioveva. O quando sapevo che la sera avrei fatto tardi». Eccola, è questa l’auto tagliata. Sacrificata: «Ci siamo abbonati a due servizi di car sharing ». Storia recente di una coppia di professionisti milanesi. E delle loro abitudini di mobilità: una macchina in meno, sostituita dalla tessera e l’applicazione che consentono di utilizzare le auto in condivisione (a Milano sono più di 1.300). E allora, la domanda è: quanto si sta diffondendo questa scelta? Per ora, si può ragionare su un dato: le macchine di proprietà dei milanesi erano 716 mila nel 2012; sono diventate 701 mila nel 2013, anno di partenza del car sharing . Taglio secco: meno 15 mila. Mai nell’ultimo decennio s’era registrata una riduzione così marcata. L’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, è stato il primo a credere nel car sharing in una grande città italiana. Spiega: «È la prima volta che assistiamo a un cambiamento così radicale, nelle abitudini dei cittadini, non motivato da un divieto ma da una nuova opportunità». È sufficiente per alimentare l’idea del «condividere per rottamare»? Continua Maran: «Bisogna notare che grazie alle nuove tecnologie il cambiamento avviene a ritmi rapidissimi. A Milano in 3 mesi avevamo già 100 mila iscritti e lo stesso sta accadendo oggi a Firenze e a Roma». Il quadro d’insieme è questo. Il calo delle macchine a Milano è un dato storico. La crisi economica ha inciso. Dal 2004 al 2012, in media la riduzione è stata di quasi 3 mila auto l’anno. Il meno 15 mila del 2013 però ha colpito gli analisti. Dall’altra parte, la macchina in condivisione cresce. Quadro attuale: Car2go (gestito da Mercedes), 600 Smart, 65 mila iscritti, 25 mila noleggi a settimana; Enjoy (servizio Eni), 600 Fiat Cinquecento e 44 Cinquecento L, 80 mila iscritti e 500 mila noleggi in cinque mesi; il terzo gestore, Twist, mette in strada 80 Up! (che aumenteranno dopo l’estate). Ecco, a che punto si incrociano la riduzione delle auto private e l’esplosione di quelle condivise? Luca Studer, docente del Laboratorio mobilità e trasporti del Politecnico di Milano, risponde: «Un’alternativa vera all’auto di proprietà ha di certo avuto un effetto, anche se per ora è difficile da quantificare». Si pensa a due gruppi sociali, in particolare: le famiglie con due auto; i ragazzi giovani. «In questi casi — continua Studer — è ipotizzabile che l’idea di rinunciare all’auto sia molto concreta. Ovviamente c’è un effetto combinato con la crisi: meno disponibilità economiche, costi di mantenimento, alternativa disponibile e soddisfacente». Milano resta un’avanguardia, ma i servizi di car sharing si espandono: 300 Cinquecento di Enjoy (a breve diventeranno 600) a Roma da inizio giugno; 500 Smart di Car2go a Roma e altre 200 da poco a Firenze. Conclude l’assessore Maran: «Il ruolo della politica è fondamentale: abbiamo creato delle regole, consentito di offrire nuovi servizi, fare investimenti, assumere lavoratori, non solo accogliendo multinazionali che già lavoravano nel campo, ma facendo nascere nuove imprese italiane».
Fonte:Menti Informatiche | L'occhio del web
 
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