Il valore legale e il valore accademico della laurea

bandit ha scritto:
Continui a non rispondere...

Io ci rinuncio, continui pure chi ha voglia e tempo da sprecare.

ahahaha a non rispondere a cosa, che non hai scritto nulla ;)

fai una cosa (visto che ho voglia di toglierti anche questa scusa ;) ) fai un bell'elenco puntato delle due affermazioni/domande

1).....
2)....
3).........

così ti rispondo ok? e non coppiare dal vicino :D
 
bellavista ha scritto:
Ciccio io, come malibùbeach, e come tanti altri, la laurea ce la siamo presa e sappiamo bene che ******* sia prenderla. Con la differenza chi: chi no è un incapace oltre a scoppiazzare qualcosa ha imparato ;)

Chi invece (come te? ;) ) ha solo scopiazzato, pretende invece di far credere a chi all'università non è mai entrato, che sia un impresa titanica prendersi quel foglietto di carta, e quindi si meriterebbe chissà quale posto... ora è a spasso lamentandosi delle "imprese cattive" che non lo premiano per la sua "fatica" :D ;)

Scusa, posso sapere in quale universita' hai studiato visto che dici che scopiazzavano tutti?
Perche' nella mia facolta' (ingegneria) a Trieste .... fin dal primo anno agli scritti venivano cacciati l'80-90% dei candidati ...... evidentemente ho sbagliato universita', potevo venire nella tua no?

Cmq, le imprese non sono "cattive" ..... inseguono le loro esigenze al minor costo possibile. Se sei un'impresa che fa chip cerchi ingegneri elettronici, fisici, matematici, chimici ecc ... se hai una panetteria cerchi un buon fornaio .... e cosi' via. Sono stupito che non si riesca nemmeno a capire questi concetti banalissimi.
Il problema e' che l'industria italiana produce in gran parte straccetti e bulloni. Ovvio che ingegneri, fisici, matematici e chimici servono poco o niente ma piuttosto serve un buon tornitore, un buon saldatore, dei buoni sarti ecc .....
 
Sir Wildman ha scritto:
potevo venire nella tua no?

.....

Potevi venire si ;) E comunque non sopporto quelli che vogliono raccontare che all'università non c'è chi scoppiazza, non c'è chi passa gli orali a fortuna, non c'è chi si presenta a tutti gli appelli finchè non gli va bene.

Chi dice questo: o vuole fare una stupida difesa "corporativa" della "santità" della laurea, oppure in una univeristà non c'è mai entrato ;)

E chi vuole fare una difesa del titolo in se, è a mio parere, uno che non sa fare nulla e quindi "vuole" qualcosa di regalato.

Chi sa fare molto può dire tranquillamente che l'università in italia è una cagata :D ;)

Il problema e' che l'industria italiana produce in gran parte straccetti e bulloni. Ovvio che ingegneri, fisici, matematici e chimici servono poco o niente ma piuttosto serve un buon tornitore, un buon saldatore, dei buoni sarti ecc

L'ho già detto io prima, continuiamo a ripeterci? ;)
 
Ultima modifica:
bellavista ha scritto:
Potevi venire si ;) E comunque non sopporto quelli che vogliono raccontare che all'università non c'è chi scoppiazza, non c'è chi passa gli orali a fortuna, non c'è chi si presenta a tutti gli appelli finchè non gli va bene.

Chi dice questo: o vuole fare una stupida difesa "corporativa" della "santità" della laurea, oppure in una univeristà non c'è mai entrato ;)

E chi vuole fare una difesa del titolo in se, è a mio parere, uno che non sa fare nulla e quindi "vuole" qualcosa di regalato.

Chi sa fare molto può dire tranquillamente che l'università in italia è una cagata :D ;)
C'e' del vero in quello che dici... pero' con affermazioni cosi' importanti, potresti dire, come ha fatto Sir Wildman, quale univerista' hai frequentato, per lo meno grossomodo (economia, giurisprudenza, ingegneria, scienze MFN, lettere, ecc...) e la sede. Giusto per avere la prospettiva corretta.
 
bellabolla ha scritto:
C'e' del vero in quello che dici... pero' con affermazioni cosi' importanti, potresti dire, come ha fatto Sir Wildman, quale univerista' hai frequentato, per lo meno grossomodo (economia, giurisprudenza, ingegneria, scienze MFN, lettere, ecc...) e la sede. Giusto per avere la prospettiva corretta.

Come siete curiosi :D giurisprudenza, iniziato in cattolica e finito in statale statale ;)

Sono passata dall'una all'altra per saziare il mio appetito rivoluzionario e perchè ho visto che in cattolica venivano promossi cani e porci (una volta in statale ho capito che non era poi molto diverso, anche se un po', si) ;)

Però ora facciamolo tutti ;) Facoltà, sede e tempi in cui ci siamo laureati (io in 5 anni) così da dare una bella panoramica ;)

Il mio parere, dopo aver girato due università ed essermi specializzato all'estero è che chiunque con un'intelligenza media e un po' di buona volontà può laurearsi senza troppa fatica.

Chi sostiene che laurearsi sia una impresa titanica, secondo me ha una intelligenza ben sotto la media, e dovrebbe seriamente pensare di andare a zappare (come dice il buon coppellius) ;)
 
Ultima modifica:
bellavista ha scritto:
perchè ho visto che in cattolica venivano promossi cani e porci
e ma allora... posso darti del tu ?
si ?
Ma vai a caga.re... :D :D :D

Comunque confermo quello che dici, ma varia da facolta' a facolta'. Una buona parte dei professori che ho conosciuto fa in modo che non si passi l'esame se non si e' preparati, la laurea non era propriamente una "*******" prenderla, chi scopiazzava o banfava si e' ritirato.
Poi il talento per quel settore e' un altro discorso. :rolleyes:
E che farsi il mazzo sia servito qualcosa nella vita' e' un altro discorso ancora... :rolleyes:

Un mio amico "furbo" scelse apposta una facolta' di ingegneria piu' facile per finire il prima possibile... col senno di poi fece bene... laurea a 24 anni, come ingegnere non e' cosi' preparato, ma tanto e' andato a lavorare per una "importante azienda internazionale di consulenza", famosa per banfare tanto, costare tanto e combinare poco... e avete capito a chi mi riferisco ;)
 
bellabolla ha scritto:
Un mio amico "furbo" scelse apposta una facolta' di ingegneria piu' facile per finire il prima possibile... col senno di poi fece bene... laurea a 24 anni, come ingegnere non e' cosi' preparato, ma tanto e' andato a lavorare per una "importante azienda internazionale di consulenza", famosa per banfare tanto, costare tanto e combinare poco... e avete capito a chi mi riferisco ;)

Tu bella? Facontà, sede e tempi? ;)
 
bellavista ha scritto:
Però ora facciamolo tutti ;) Facoltà, sede e tempi in cui ci siamo laureati (io in 5 anni) così da dare una bella panoramica ;)

Trieste Ingegneria 6 anni. Del mio corso prima di me si sono laureati circa 7/8 persone ...... e non in cinque ma quasi 6 (insomma pochi mesi di differenza) ....

Io credo che la realta' sia molto variegata. Tra l'altro per onesta intellettuale ti posso anche dire che secondo me ...quand'ero all'ultimo anno i professori si erano alleggeriti in generale. E c'e' un perche'. Mentre quando ho cominciato i fondi che ricevevano erano quelli, quadno stavo all'ultimo anno invece il ministero aveva cominciato a darli in base al numero di laureati sfornati e in quanto tempo. So che davano 2 punti per un laureato in corso, 1 punto con 1 anno fuoricorso ....zero altrimenti. Quindi per evidenti ragioni economiche ci sono stati dei cambiamenti. Ma i primi anni era un assoluto massacro soprattutto i primi 3. Su 200 iscritti ne saranno rimasti neanche 50 dopo i primi 3 anni.

Ora come ora col 3+2 e queste logiche del piu' laureati piu' soldi .... penso che si sia buttata la cosa in vacca .... ma prima i primi 3 anni era tipo entrare in un tunnel ...... sperando forse di rivedere la luce.

Ricordo invece che miei amici di Scienza delle Comunicazioni e Scienze Politiche stavano sempre al Bar. Insomma, non credo che sia una questione di questo o quello, credo che la realta' fosse molto variegata.

Negli US e in UK sono venuti fuori diverse volte scandali per il cheating agli esami, ma mica per questo che si mettono a dire che prendere una laurea e' comunque una passeggiata.
 
bellavista ha scritto:
Chiaro che è semplificata, non posso certo scrivere un trattato su ogni aspetto dell'argomento, ragion per cui accorpo e banalizzo molti argomenti ;)

Resta il fatto che ti basta leggere le discussioni sui forum di ingegneria, tra i laureandi italiani e i laureandi usa. La critica rivolta dai primi ai secondi è: voi studiate quello che serve alle aziende, noi acquisiamo una "cultura" ;)

E per capire cos'è la "cultura" senza nessuna pratica ho fatto il semplicistico esempio di chi vuole imparare a giocare a tennis e gli fanno studiare la storia dello sport senza farli mai vedere una racchetta ;)

Il discorso e' un pelino piu' complesso. In realta' se uno vuole andare a vedere non c'e' un approccio superiore se lo si esula dal contesto. Ora negli US gli ingegneri arrancano moltissimo, gente con esperienza ha dovuto cambiare mestiere pur di sbarcare il lunario ... entrare ora specie dall'estero e' molto difficile. Pero' nel periodo buono 96-2000 di gente che aveva fatto ingegneria in Italia ne e' entrata parecchia negli US specie nella Silicon Valley.
L'approccio US e' un pelo piu' a step ... il Bachelor e' abbastanza pratico, quindi e' diverso come impostazione da una laurea in ingegneria italiana ..... infatti poi a livello di Master devono colmare lacune teoriche che magari uno che si laurea in Italia non ha. In Italia per ottenere la stessa cosa invece bisognerebbe fare dei master molto piu' orientati alla pratica, ma e' chiaro che orientati alla pratica significa ad esempio lavorare a contatto con il lavoro di tutti i giorni che si fa in un'industria di semiconduttori, non certo fare le fotocopie come pretende qualcuno qui da noi.

Tanto comunque il problema non esiste. Ormai di fabbriche di semiconduttori praticamente non ce ne sono (a parte qualcosina a Catania e poco altro). Quindi la discussione su come/cosa bisognerebbe fare diventa del tutto inutile.
 
Per Wildman, a pari onestà intellettuale, ti posso dire che ci sono alcuni professori con cui passare l'esame è un impresa ;)

Trovi lo psicopatico che pretende che ogni studente sappia a memoria i 4 libri di testo, altrimenti non ti promuove. Ma questa è l'anomalia non la norma.

Chi mi viene a dire che per superare la maggior parte degli esami non basta una intelligenza media ed un po' d'impegno, sta semplicemente cercando di giustificare la sua inettitudine e di spiegare perchè per laurearsi ci ha messo 12 anni ;)
 
bellavista ha scritto:
Per Wildman, a pari onestà intellettuale, ti posso dire che ci sono alcuni professori con cui passare l'esame è un impresa ;)

Trovi lo psicopatico che pretende che ogni studente sappia a memoria i 4 libri di testo, altrimenti non ti promuove. Ma questa è l'anomalia non la norma.

Chi mi viene a dire che per superare la maggior parte degli esami non basta una intelligenza media ed un po' d'impegno, sta semplicemente cercando di giustificare la sua inettitudine e di spiegare perchè per laurearsi ci ha messo 12 anni ;)

Beh, nella facolta' di ingegneria la da me ...la selezione era i primi 3 anni .... poi la cosa era piu' soft. I voti non te li regalavano certo ma non era come al biennio .... la era un carneficina ...proprio perche' dovevano scremare. Quando stavo appunto all'ultimo anno ho saputo che il prof di fisica 2 era stato richiamato su dal preside proprio perche' falciava troppo e per le questioni che dicevo prima (soldi) non andava bene .... improvvisamente passavano tutti. Per chi magari si era fatto il **** per passare quel'esame, non e' stato un bello spettacolo. Del resto e' stato il ministero a dare questa logica ****** .....
 
Sir Wildman ha scritto:
Mentre quando ho cominciato i fondi che ricevevano erano quelli, quadno stavo all'ultimo anno invece il ministero aveva cominciato a darli in base al numero di laureati sfornati e in quanto tempo. So che davano 2 punti per un laureato in corso, 1 punto con 1 anno fuoricorso ....zero altrimenti. Quindi per evidenti ragioni economiche ci sono stati dei cambiamenti.
..
Ora come ora col 3+2 e queste logiche del piu' laureati piu' soldi .... penso che si sia buttata la cosa in vacca
Ahhh, che bello saperlo... :angry: :censored: la solita merd.ata all'italiana...

Comunque, un mio prof usava dire che un corso universitario non ti deve dare delle nozioni, ma deve cambiarti la testa. In latinorum, deve dare la "forma mentis".
Tutto 'sto pippone sulla laurea di sembra esagerato... o per lo meno mi sembra esagerato l'attribuirgli un importante valore selettivo per il lavoro o per un assunzione.
La differenza sul lavoro non si capisce dal voto o dai tempi di laurea (l'ho constatato in pratica ;) ). Questa e' la ragione perche' gli imprenditori e i dirigenti che vogliono andare sul sicuro, si affidano al passaparola e non ai selezionatori ;) :D (bellavista... tie' :p :p :p e se vuoi il mio Curriculum dobbiamo contrattare, io lo do solo agli head hunter :D :D :D )
 
bellavista ha scritto:
Come siete curiosi :D giurisprudenza, iniziato in cattolica e finito in statale statale ;)

Sono passata dall'una all'altra per saziare il mio appetito rivoluzionario e perchè ho visto che in cattolica venivano promossi cani e porci (una volta in statale ho capito che non era poi molto diverso, anche se un po', si) ;)

Però ora facciamolo tutti ;) Facoltà, sede e tempi in cui ci siamo laureati (io in 5 anni) così da dare una bella panoramica ;)

Il mio parere, dopo aver girato due università ed essermi specializzato all'estero è che chiunque con un'intelligenza media e un po' di buona volontà può laurearsi senza troppa fatica.

Chi sostiene che laurearsi sia una impresa titanica, secondo me ha una intelligenza ben sotto la media, e dovrebbe seriamente pensare di andare a zappare (come dice il buon coppellius) ;)


:cool:
 
Qui invece cosa richiede un univeristà italiana per riconoscerti una laurea estera, giusto per "facilitare" l'accesso agli stranieri ;)

I cittadini comunitari ovunque residenti e non comunitari residenti in Italia potranno presentare direttamente alle Istituzioni universitarie le istanze di riconoscimento di titoli accademici stranieri purché la domanda e i documenti prescritti siano stati vidimati dalle competenti Rappresentanze consolari entro il 31 agosto 2005.

DOCUMENTI DA PRESENTARE

1. Titolo finale di scuola secondaria superiore in copia debitamente autenticata dalla Rappresentanza diplomatica o consolare italiana all’estero competente per territorio.
Il titolo dovrà essere munito di:
traduzione autenticata dalla Rappresentanza consolare o diplomatica italiana competente per territorio(*);
dichiarazione di valore;
legalizzazione (per i Paesi per i quali è prevista).
I diplomi di studio originali, debitamente perfezionati dalle competenti Rappresentanze italiane all’estero dovranno essere presentati, da parte degli interessati, direttamente all’Università al momento della formalizzazione della immatricolazione.

Sarà cura della Rappresentanza consolare o diplomatica italiana indicare, nella dichiarazione di valore, la votazione finale ottenuta con il conseguimento del diploma specificando che esso consente l’iscrizione "in loco" all’Università e, qualora attivato, il corso di laurea prescelto.

2. Certificati comprovanti gli studi compiuti e contenenti: durata in anni, durata annuale dei corsi espressa in ore, la data di sostenimento degli esami, indicazione dei voti riportati negli esami di profitto e nell’esame di laurea, indicazione dei crediti ottenuti, muniti di:
traduzione autenticata dalla Rappresentanza consolare o diplomatica italiana competente per territorio(*);
dichiarazione di valore rilasciata dalla Rappresentanza consolare o diplomatica italiana competente per territorio nella quale dovrà essere indicato se gli studi effettuati e gli eventuali titoli conseguiti siano o meno di livello universitario e se l’Università presso la quale gli studi sono stati compiuti sia legalmente riconosciuta;
legalizzazione (per i Paesi per i quali è prevista).

3. Diploma originale di laurea in copia debitamente autenticata dalla Rappresentanza diplomatica o consolare italiana all’estero competente per territorio.
Il titolo dovrà essere munito di:
traduzione autenticata dalla Rappresentanza consolare o diplomatica italiana competente per territorio(*);
dichiarazione di valore;
legalizzazione (per i Paesi per i quali è prevista).

I diplomi di studio originali, debitamente perfezionati dalle competenti Rappresentanze italiane all’estero dovranno essere presentati, da parte degli interessati, direttamente all’Università al momento della formalizzazione della immatricolazione.

4. Programmi dei corsi ufficiali seguiti presso Università straniere muniti di traduzione in lingua italiana (*).

Gli studenti non comunitari residenti all’estero dovranno inoltre, in data da stabilirsi, superare una prova di conoscenza della lingua italiana (1 settembre 2005).

(*) Gli studenti che si trovano in Italia possono rivolgersi, per la traduzione dei documenti di studio, presso:
il Tribunale di zona;
traduttori ufficiali giurati;
le Rappresentanze diplomatico consolari, operanti in Italia, del Paese ove il documento è stato rilasciato.

Gli studenti che si trovano all’estero se si tratta di traduzioni rilasciate da traduttori operanti nel Paese di provenienza dei candidati, la traduzione sarà confermata dalla Rappresentanza italiana competente per territorio, alla quale i medesimi devono rivolgersi per ogni informazione.

L’istanza di riconoscimento dovrà essere accompagnata dalla ricevuta del versamento di €. 60,00.

I Documenti di studio, presentati osservando le diverse modalità a seconda della cittadinanza e della residenza dello studente, verranno sottoposti all’esame delle competenti autorità accademiche. Allo studente, in seguito, verrà notificato l’esito dell’istanza di riconoscimento con la lettera di Delibera che riceverà al suo recapito. Entro otto giorni dal ricevimento della Lettera di delibera lo studente si dovrà presentare presso la Segreteria del corso prescelto per perfezionare l’iscrizione.
 
bellavista ha scritto:
Come siete curiosi :D giurisprudenza, iniziato in cattolica e finito in statale statale ;)

Sono passata dall'una all'altra per saziare il mio appetito rivoluzionario e perchè ho visto che in cattolica venivano promossi cani e porci (una volta in statale ho capito che non era poi molto diverso, anche se un po', si) ;)

Però ora facciamolo tutti ;) Facoltà, sede e tempi in cui ci siamo laureati (io in 5 anni) così da dare una bella panoramica ;)

Il mio parere, dopo aver girato due università ed essermi specializzato all'estero è che chiunque con un'intelligenza media e un po' di buona volontà può laurearsi senza troppa fatica.

Chi sostiene che laurearsi sia una impresa titanica, secondo me ha una intelligenza ben sotto la media, e dovrebbe seriamente pensare di andare a zappare (come dice il buon coppellius) ;)

buhhh!!!
KO! :censored: :no: :wall: :rolleyes: :'(
 
bellavista ha scritto:
Le università italiane sfornano mediamente laureati scadenti. Semplicemente perchè si punta al titolo e non all'istruzione. Ovviamente ci sono delle eccezioni, ma non è la regola (e lo dico perchè sto facendo molti colloqui, e i laureati che si presentano sono veramente "impresentabili" laureati in "mercati finanziari" che non sanno cos'è un benchmark")

Comunque la colpa non è dei laureati, è del sistema così impostato. Se una persona sapesse che il titolo non gli assicura niente di più rispetto a chi non ce l'ha, ma che gli anni che ha studiato li doveva impiegare per ottenere la conoscenza da spendere sul mercato, studierebbe in un modo, se invece bivacca aspettando di finire e poi vuole avere un lavoro importante è perchè il modello italiano ha permesso fin'ora questo ;)

Tra l'altro, se le aziende assumono neo ingegneri e poi li mandano a fare fotocopie, mentre il lavoro da ingegnere lo fa l'operario, non è che lo facciano perchè sono "cattive" e vogliono "umiliare" il povero giovine. E' perchè vedono che quel neo ingegnere non sa fare una fava e non possono dirgli: "fai questo lavoro" semplicemente perchè non lo saprebbe fare. E probabilmente perchè al titolo ci è arrivato scoppiazzando e superando gli esami per tentativi. ;)


Si punterà anche al titolo ma esistono università ed università ; posso garantirti che al Politecnico di Milano le lauree valgono perchè mediamente i 29 esami , a parte rare eccezioni , sono veri mattoni e se vuoi il pezzo di carta finale devi "sudare"
Credo che Ingegneria a volte sia sottovalutata rispetto ad altre lauree decisamente piu' alla portata e ritengo quindi il valore "legale" una forma di protezionismo verso coloro che si sono fatti un mazzo con la M maiuscola. :D
OK!
 
alex77 ha scritto:
quindi il valore "legale" una forma di protezionismo verso coloro che si sono fatti un mazzo con la M maiuscola. :D
OK!

Vero, in italia il "furbo" va all'università "facile".

Negli usa puoi andare all'università "facile" ma sai che non vale nulla... e lo sanno tutti.

In italia il "dottore è dottore" sia al politecnico di milano, sia all'università di camerino ;)
 
bellavista ha scritto:
Vero, in italia il "furbo" va all'università "facile".

Negli usa puoi andare all'università "facile" ma sai che non vale nulla... e lo sanno tutti.

In italia il "dottore è dottore" sia al politecnico di milano, sia all'università di camerino ;)

Certamente ma poi c'e' dottore e Dottore
Per quanto riguarda la solita diatriba pratica / teoria , mi sento di dire che sarebbe un grossissimo errore far fare pratica a studenti universitari , il motivo è semplicissimo:
a scuola si va per studiare e non per lavorare.
Oggigiorno si pretende che lo studente debba saper bene le lingue (e poi i politici che guadagnano 10000€ al mese hanno gli interpreti) , sappia alla perfezione la sua materia specifica e persino abbia già svolto stage ; insomma occorre tempo per imparare e più si ammassano concetti e più vi è il rischio di fare le cose male ... torniamo pertanto al cassico "poco ma buono" :clap:
 
bellavista ha scritto:
In italia il "dottore è dottore" sia al politecnico di milano, sia all'università di camerino ;)


Guarda che lo so perchè tiri fuori sempre l'universtià di Camerino... :p :p :p
 
scusate,
ma io trovo questa dissertazione sul valore della laurea
alquanto pallosa.
Sarebbe un discorso valido e molto interessante in assenza delle seguenti distorzioni del mercato del lavoro:
1) noi non siamo negli stati uniti ma in italia, dove il maggior valore aggiunto in termini assoluti ai fini professionali è conoscere qualcuno che ti imbuchi da qualche parte, possibilmente per rimanerci tutta la vita.
2) la maggior parte dei commercialisti lo è perchè ha qualche parente stretto che gli lascia lo studio, lo stesso dicasi per avvocati, giornalisti, dentisti, bancari, medici, notai, prof. universitari, ricercatori, etc, etc, etc.
3) si lavora quindi solamente in campi in cui molto, ma molto probabilmente non si è portati, figli di avvocati che avrebbero voluto fare il medico e magari sarebbero diventati anche dei buoni medici e invece fanno l'avvocato, sono frustrati e non lo fanno bene, e viceversa.
4) l'università viene considerata in italia, soprattutto dalla classe politica, un ottimo parcheggio per tenere bassa la disoccupazione, per cui più a lungo ci stai e meglio è.
5) chi non va all'università lo fa per tre motivi: a) ha già un lavoro e se ne fot.te di studiare e farsi il mazzo per 4 o 5 anni sui libri per poi essere di nuovo daccapo, salvo poi lamentarsi in un successivo momento con chi ha la laurea, ma è entrato nella stessa maniera cioè con la spinta, b) non si può permettere di andare all'università, c) non se la sente di studiare TANTO E TANTO ANCORA.
6) TUTTO o QUASI tutto quello che studi è spesso lontano anni luce dalle reali esigenze professionali che poi ti chiederà il mondo del lavoro, questo non vale solo per la laurea ma anche per i master, i corsi di perf. etc.;
7) queste regole valgono sia per le aziende pubbliche che per quelle private dove non si contano i figli, i nipoti, i generi e gli amici dei vari dirigenti e funzionari e non è diverso ne moralmente ne eticamente.
8) la MERITOCRAZIA è un valore del tutto sconosciuto i più, al limite concorre con altri "valori".
9) la semplice regola della domanda e dell'offerta viene spesso ribaltata da fattori esterni es. i medici guadagnano più degli infermieri laureati, per questo motivo ci troviamo più medici che infermieri, se fosse il mercato a equilibrare il lavoro non avremmo questi grossi problemi accupazionali su entrambi i fronti (troppi medici e pochi infermieri appunto)

Senza addentrarmi in argomentazioni tecniche che riguardano specificatamente il mercato del lavoro, concluderei questo intervento sostenendo che
queste ed altre considerazioni ci portano ad affermare che in un paese di burattini, l'unica cosa che puoi fare è appunto il burattino, al meglio delle tue possibilità,
cerchi di tenerti a galla e di tirare l'acqua al tuo unico mulino e assumi le parti sempre e comunque le tue, indipendentemente da cosa veramente pensi e puoi giurare e spergiurare che le cose stanno veramente così come dici tu.
E ti lamenterai sempre e comunque e griderai più forte degli altri che la tua è l'unica verità,
semplicemente perchè funziona così, e lo sai bene.
Io, che mi sono fatto un mazzo così (non so se si vede il gesto) per prendermi una laurea in economia alla sapienza, non posso colpevolizzare chi, in un mercato senza regole, dove vige solo la legge del più furbo, del più ammanicato e del più ricco, (non sono comunista, piuttosto liberale, ma liberale seguendo le teorie della giustizia di Nozick), preferisce studiare alla luis (dove si paga molto e si studia meno e hai anche maggiori possibilità di trovare un lavoro) o va a camerino.

Piuttosto colpevolizzerei il sistema, si , ma questo è un altro discorso e ci porterebbe troppo lontano, ai limiti con la filosofia.
Forse, ma ne dubito molto, i nostri pronipoti vedranno qualcosa di migliore.
Saluti.

p.s. so di essere andato un pò OT rispetto al primo post, (ma non rispetto ai successivi), bellissimo, scritto molto bene da bellavista, e con il quale mi trovo pienamente in accordo, ma proprio perchè ho girato in lungo e in largo in europa e negli states e ho frequentato ambienti pubblici e privati, su questo argomento sono molto sensibile perchè lo vedo proprio come un "manifesto" del declino culturale italiano e mi dispiace.
di nuovo
cordialmente.
 
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