Portare male? Può essere semplicemente inutile.
Non tutti sono così ansiosi e claustrofobici da arrovellarsi di continuo per concepire vie di uscita.
Non hai mai pensato che possa bastare la "diligenza del buon padre di famiglia"?
Quella che ti fa investire in BOT invece che in criptovalute dell' Inkulandistan, soggette a scossoni del 95% giornaliero?
Quella che se il limite di velocità è a 90 e c'è la nebbia, è meglio andare a 50 kmh?
Boh, mi pare tanto elementare.
Le persone sono tarate per massimizzare il vantaggio. È questo che ci ha fatto progredire come esseri umani, ma è anche questo che spesso ci rallenta e ci si ritorce contro. Addirittura, a volte viene sfruttato contro di noi, come nel famoso aneddoto raccontato da Robert Cialdini nel classico Le armi della persuasione
In altre occasioni, siamo noi a cercare strade facili e accorgerci poi che lo sono solo all’apparenza, o che alla fine non rendono affatto per quanto avremmo pensato. Il più delle volte le strade facili sono quelle più battute e meno redditizie
Un’altra considerazione interessante è quella proposta da Timothy Ferris, autore del besteller 4 ore alla settimana Anche Ferris propone di riflettere sul fatto che le strade facili siano però le più affollate e che invece quelle più difficili, da intendersi anche come obiettivi ambiziosi o che richiedono fatica, potrebbero essere paradossalmente quelle più redditizie e con meno concorrenza. La vetta è sempre meno frequentata delle pendici e Ferris afferma che: “Avere un obiettivo particolarmente difficile produce un afflusso di adrenalina che garantisce la resistenza necessaria a superare le inevitabili prove e tribolazioni che ogni obiettivo porta con sé. Gli obiettivi che rientrano nel livello medio di ambizione, non sono grandi fonti d’ispirazione e alimenteranno energie sufficienti solo ad affrontare il primo o il secondo problema, dopo di che getterete la spugna.
C’è bisogno a mio parere di abbandonare l’idea che la felicità sia facilità. Dal momento che le aspettative condizioneranno come ci sentiremo durante le sfide e la gratificazione o rabbia che ne deriva, è molto meglio dare retta a quanto suggerisce in alternativa lo scrittore Robert Greene: “Troppe persone credono che tutto debba essere piacevole nella vita.”
Le situazioni difficili Più che davanti a scelte difficili, ci troviamo a volte in situazioni in cui scegliere è difficile. La complessità, le scelte alla pari (quelle in cui non c’è la possibilità di comparare parametri omogenei) rendono l’ambiente professionale ed economico particolarmente pericoloso per il nostro futuro benessere materiale.
Reputo quindi che creare alternative, prima che se ne abbia disperato bisogno, sia forse la competenza chiave in questa epoca. Al pari dell’alcol che riduce i nostri riflessi quando alla guida, lo stress e in generale le emozioni che accompagnano il cambiamento ci rendono difficile scegliere e scegliere bene.
Esiste invece una regola in grado di assicurare il successo di un piano
Scelte facili, vite difficili; scelte difficili, vite facili
La prima scelta difficile da prendere è quella di dotarsi di un piano, un piano complesso, e di perderci la giusta quantità di tempo per renderlo efficace. “Tempo”, “complesso”, “fatica”, “difficile”.
Costruire piani complessi, cioè quei piani che tengono in considerazione tutti quei fattori che potranno interferire nella nostra vita: incertezza, rischi, dinamiche improvvise, impreviste e imprevedibili. Un piano complesso è un progetto futuro che tiene conto del fatto che non tutto è sotto il nostro controllo, e che dunque cerca di puntare principalmente su quanto ci compete. Non tutto è calcolabile e preventivabile e ciò che otterremo sarà direttamente proporzionale alle quantità e qualità di alternative create per ogni possibile incognita