Questa è la domanda che mi pongo. Secondo voi la Russia sarà più sicura?
Secondo me cambierà molto poco, praticamente nulla.
Russia e NATO confinano comunque.
Le Repubbliche Baltiche sono a un tiro di schioppo (atomico) da Mosca e San Pietroburgo, che poi sono le uniche città che contano in Russia, centro nevralgico di ogni cosa economica e politica.
Chi non era nella NATO, quindi passibile di invasione senza reazione, adesso vuole entrare nella NATO più di prima.
Probabilmente ci saranno casini in stile Israelo-Palestinese per decenni, dopo un'invasione di questo tipo.
La Russia si trova isolata dall'Occidente e chissà per quanto.
Capisco che un paese così esteso, con 100 etnie e lingue, è un casino da governare, ma non si poteva tentare di diventare un pochino più democratici? E magari era finita lì.
L'hanno fatto molti paesi ex-URSS e non è successo nulla di male, anzi...!
La democrazia chiama democrazia. Se ne assaggi un po' da schiavo poi ne diventi dipendente, ne vuoi ogni volta un po' di più. Una costante di molte analisi della russia è che la maggior parte dei russi, soprattutto al di fuori di Mosca e San Pietroburgo, non avendo mai sperimentato diritti civili e benessere oltre il minimo indispensabile per sopravvivere non ne sentono (per ora) la mancanza
L'estrema eterogeneità di lingue, etnie e modi di pensare per secoli ha conosciuto solo una forma di aggregazione, quella imposta dal potere centrale e dalla forza, prima gli Zar, poi lo stalinismo poi una versione un dito meno disumana di quella di stalin, essendosi risparmiata quella cifra spaventosa di morti russi dovuti alle purghe di Stalin e alle scelte che ha imposto al paese, errori strategici compresi.
Molti dei morti militari russi della seconda guerra mondiale nascono dalle grandi purghe nell'esercito russo del 1937 dovute alla paranoia del dittatore (
https://www.storiauniversale.it/610-LE-PURGHE-MILITARI.htm ) che ridusse ai minimi termini tutta la catena di comando dell'esercito, con conseguenze devastanti quando poi a sorpresa i tedeschi invasero la russia rompendo ogni patto pregresso.
Non solo la russia venne presa completamente alla sprovvista (fino all'ultimo Stalin non volle credere di essersi sbagliato a tal punto, proprio lui) ma non aveva neanche una gerarchia di comando all'altezza della difesa
Certo, la russia dopo Stalin poteva contare su tutto quanto Stalin aveva costruito con il sangue, una nazione passata da una economia essenzialmente agricola ad una economia anche industriale, dovuta ai vari piani quinquennali, all'essere una delle vincitrici del conflitto, con tutte le conseguenze del caso. Poteva quindi permettersi di allentare la presa rispetto al passato, ma non più di tanto.
Sembra che il primo Putin, quello del 1990, avesse incredibilmente qualche velleità democratica interna (ne parlavano ad Atlantide, di Purgatori, all'inizio del conflitto), dovuta all'influenza di un suo professore universitario illuminato ma, sempre che sia vero
Ma, sempre che sia vero, sembra anche che una volta preso il potere si sia convinto che senza una guida forte e senza scrupoli, già a partire dall'apparato burocratico, avrebbe perso il controllo del paese, e il suo carattere, spietato, lucido e senza scrupoli e mezzi termini, lo ha sicuramente sostenuto
Dario Fabbri è stato uno dei pochi a prendere le distanze, da subito, dallo slogan "Putin è una cosa, i russi un'altra". Sin dall'inizio ha equiparato a bestialità geopolitica (il termine usato mi sembra sia stato proprio quello) la distinzione tra leader e popolo. In geopolitica è il popolo che crea il leader giusto in un certo momento della sua storia, non il contrario.
Quello che Putin ha temuto sempre di più è stato proprio il contagio della democrazia. Più ne hai più ne vorresti avere, è l'unico vero politico di ogni dittatura, e il suo potere si basa sulla forza e sulla corruzione, unico modo con cui può circondarsi di fedeli esecutori. E in ogni periodo storico anche i più fedeli esecutori, una volta diventati troppo popolari nel paese, sono stati fatti spesso fuori proprio da chi servivano fedelmente proprio per il rischio che potessero, un giorno, sostituirli a furor di popolo
Il punto è che quella eterogeneità di cui parli in russia non è abituata, nel suo insieme, a quel meccanismo di contrappesi e di mediazioni, con tutte le inefficienze del caso, tipiche dei sistemi democratici, anche dei più corrotti, ma comunque non equiparabili ad una dittatura vera e propria. Il governo ucraino è sicuramente corrotto, nessuno spero voglia metterlo in discussione, ma non è una dittatura come quella russa.
I russi, nel loro insieme (le eccezioni locali non fanno testo), sono abituati ad essere comandati. Togli il leader è sarà il caos, come è accaduto in situazioni molto più delimitate e gestibili, come la jugoslavia del dopo Tito (da qui il neologismo "balcanizzazione") e la Libia del dopo Gheddafi.
La cura che proponi può essere paradossalmente, nel breve e medio termine, peggiore del male, tenendo anche conto che uno dei pochi fattori di aggregazione nella russia è la convinzione (o l'illusione) di essere "la grande russia", della serie "stiamo male, viviamo male, ma facciamo parte di uno stato che nel mondo conta qualcosa".
Non a caso in russia si perdona tutto al leader ma non la sconfitta. E putin lo sa benissimo. Si è ficcato in una situazione senza via d'uscita proprio per questo. Una volta che si è trovato contro l'occidente compatto e gli ucraini che lo stanno umiliando non può permettersi di tornare a casa con poco o niente in mano, con più di 100.000 tra morti e feriti (per ora ....) e le ipoteche di lungo termine sulle spalle dei russi fatte di odio, diffidenza, sanzioni economiche e, se anche venissero a cadere o fossero limitate, di mancanza di fiducia
Per molti anni ci si penserà dieci volte prima di tornare ad essere dipendenti dai russi, e questo avrà conseguenze pesantissime sulla loro economia, almeno nel medio termine. Nel lungo è tutto da vedere.
Forse quello che Putin avrebbe potuto fare è dare di più al suo popolo, arricchire di meno gli oligarchi e se stesso, e migliorare le condizioni del paese. In cina, per esempio, Pechino è molto attenta a sostenere economicamente le regioni più interne e più povere proprio per prevenire conflitti. Ma adesso è tardi.
Cosa accadrà in russia è troppo difficile da prevedere in questo momento. Lo si scoprirà poco alla volta.