torre1
Un passo alla volta
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Mah, per me giusto o sbagliato in politica internazionale non esistono. Esiste solo l'utile e il dannoso.
Detto questo, Putin è nell'angolo, non ha più margine di manovra ma ha 4000 testate nucleari.
Per me quello che è assolutamente da evitare è una escalation. Si potrebbe anche fissare sul terreno la situazione come è adesso con un cessate il fuoco (tipo corea) e poi aspettare (incoraggiandolo) il regime change in russia per poi discutere come sistemare definitivamente la questione col suo successore.
Il problema è che se Putin dovesse tornare a casa con tutti questi territori, a casa ci torna come vincitore o comunque non come uno sconfitto, e questo lo rafforza.
Per contro, accettare lo status quo attuale, ammesso che vada bene agli Ucraini, sarebbe di fatto la dimostrazione di un occidente che abbia tanto ma alla fine cede.
La linea della Nato mi sembra, al contrario, mettere Putin sempre più in difficoltà ma senza andargli a toccare il territorio russo vero (quindi non i confini pre 2014) ma attaccarlo a sangue in Ucraina, soprattutto dopo che la popolazione russa (e i reclutandi) stanno dimostrando sempre di più di non stare dalla sua parte se non per paura delle conseguenze penali.
In questa logica, l'azzardo è costringere Putin a minacciare sempre più l'uso di qualcosa che, una volta usata, lo renderebbe sconfitto davanti al mondo intero, Cina compresa, e che quindi, minacce verbali a parte, Putin userà solo se realmente fosse ad un passo dal perdere la vita.
Il tutto sperando (e qui ci sono troppe cose che non conosciamo su trattative sotterranee) che vedendo la situazione avvicinarsi sempre di più al conflitto nucleare (anche solo a livello di tattiche) si muova qualcosa in russia.
In altre parole, l'azione Nato ha un senso solo se questo fa accadere qualcosa in russia prima che si lanci la prima tattica (che di per sè non sarebbe, da sola, l'inizio di un conflitto nucleare, la risposta dell'occidente potrebbe anche essere convenzionale, ma ben diversa da quella che abbiamo visto finora, legittimata davanti al mondo intero, russi compresi, come risposta a chi, per primo, dal 1945 in poi ha ripreso ad usare ordigni in un conflitto.
Che l'annessione delle regioni occupate sia una farsa non solo lo sa tutto il mondo, ma credo lo sappia anche la maggior parte dei russi, perdere quei territori non è esattamente importante come un eventuale attacco al territorio russo vero e proprio (quello pre 2014).
Se Putin dovesse usare la tattica, anche una volta sola, i primi a tremare sarebbero proprio i russi (nel senso di popolazione), e subito dopo i cinesi, i primi per la propria incolumità, i secondi per la propria economia.
Putin non può non sapere cosa vuol dire usare per primo una tattica.