La ciliegina sulla torta

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Schifani governatore della Sicilia :help:
 
ho appena sentito la lista di cose da fare ponte aeiroporti etc, direi che con una cinquantina di mlrd tanto x iniziare ce la caviamo OK!
 
ho appena sentito la lista di cose da fare ponte aeiroporti etc, direi che con una cinquantina di mlrd tanto x iniziare ce la caviamo OK!

Aggiungiamo alla lista del rdc, dei camminatori della regione, dei carabinieri forestali e del mitico concorso pubblico a Mazzara del vallo :D
 
Ma chi lo avrà votato? Forse i percettori del RDC?
 
Se c'è da fare un ponte, lo si faccia. Creare le infrastrutture in questo paese non deve essere un'ostacolo. L'importante è che ci sia supervisione dei costi e che non sia il solito magna magna.
 
Ponte sullo stretto di Messina
Pillole di storia

1866: le prime proposte e progetti risalgono dall’Unità d’Italia. Nel 1866 l’allora Ministro dei lavori pubblici Jacini incaricò l’ingegnere Alfredo Cottrau, tecnico di fama internazionale, di studiare un progetto di ponte tra Calabria e Sicilia.

1870: si parla per la prima volta di un’idea di allacciamento sottomarino di 22 km su proposta dall’ingegner Carlo Alberto Navone. Un progetto ispirato a quello di Napoleone di una galleria sotto la Manica.

1876: l’onorevole Giuseppe Zanardelli dichiara: “Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente”.

1883: cominciano gli studi su un primo progetto di ponte sospeso con cinque campate, tramontato nel nulla.

1908: il catastrofico terremo di Messina riporta il dibattito a un’idea di galleria sottomarina sotto lo stretto.

1934: il generale del genio navale, Antonino Calabretta, presenta un progetto di ponte tra Punta Faro e Punta Pezzo.

1935: il comandante Filippo Corridoni propone la posa di un enorme tubo d’acciaio sottomarino per il transito ferroviario e veicolare.

1952: l’associazione dei costruttori italiani in acciaio (ACAI) incarica l’ingegnere statunitense David B. Steinman per un progetto colossale.

1955: Finsider, Fiat, Italcementi, Pirelli, Italstrade costituiscono il Gruppo Ponte Messina S.p.A. per promuovere studi ingegneristici e ambientali finalizzati alla realizzazione di un collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente.

1957: frana anche la proposta dell’architetto Armando Brasini.

1968/1969: lo Stato italiano butta letteralmente al macero ben 3,2 miliardi di lire per studi preliminari a seguito di un concorso di idee. Era stata persino emanata una legge, la 384, che conferiva all’ANAS, alle Ferrovie dello Stato e al CNR l’incarico di acquisire ulteriori elementi di giudizio circa la fattibilità. Al Concorso internazionale di idee furono presentati 143 progetti italiani e stranieri.

Anni Settanta: l’interesse di enti come IRI e ENI cresce.

1971: il governo Colombo approva la legge numero 1158 che autorizza la creazione di una società di diritto privato a capitale pubblico, concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento stabile viario e ferroviario.

1979: Francesco Cossiga, allora capo del governo, approva la costituzione della società concessionaria Stretto di Messina S.p.A., costituita nel 1981. Si susseguiranno studi e progetti preliminari fino agli anni ’90.

1997: il primo governo Berlusconi riaccende i riflettori sul ponte, nel frattempo dimenticato.

2001: i due principali candidati alla guida del governo, Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli, annunciarono durante la campagna elettorale per le elezioni legislative il loro sostegno politico alla proposta di costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

2003: viene messo in gara d’appalto il progetto preliminare della società Stretto di Messina S.p.A.

2005: siamo al terzo governo Berlusconi. L’Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo S.p.A., vince la gara d’appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un’offerta di 3,88 miliardi di euro.

Peccato che il 4 novembre la Direzione investigativa antimafia (DIA) informa il Parlamento italiano dei tentativi di Cosa nostra di interferire sulla realizzazione del ponte, con conseguente avvio di un’inchiesta.

2006: Impregilo firma il contratto per progetto e realizzazione dell’opera.

2007: il secondo governo Prodi decide di ritirare l’appalto e annullare il contratto, accettando di pagare una penale di oltre 500 milioni di euro. Si oppongono i ministri Bianchi e Di Pietro, insieme all’opposizione di centrodestra.

2008: quarto governo Berlusconi. Torna alla ribalta il ponte.

2009: il 23 dicembre la Stretto di Messina S.p.A. avvia i primi cantieri. Non partiranno mai quei lavori.

2011: l’Unione europea esclude il ponte sullo stretto tra le opere pubbliche da sostenere con fondi comunitari. Il ministro Matteoli annuncia che i lavori partiranno ugualmente. Il 27 ottobre una mozione del partito Idv di Di Pietro sopprime i finanziamenti pubblici per realizzare l’opera. La mozione riceve l’astensione della maggioranza PDL che il giorno dopo sostiene che l’opera si farà.

2012: il 17 aprile viene completata la prima opera propedeutica al ponte sullo Stretto di Messina, che consiste nella variante della linea ferroviaria Cannitello-Villa San Giovanni.

2012: governo Monti. Il ministro dell’Ambiente Clini comunica che non c’è intenzione di riaprire le procedure per proseguire il cantiere. Con la legge di stabilità lo Stato paga alti 300 milioni di euro di penali per la non realizzazione del progetto.

2013: le mani della Cina sullo stretto. La China Investment Corporation (Cic), fondo sovrano di Pechino, e la China communication and construction company (Cccc), si rendono disponibili a finanziare l’opera. Intanto viene rimessa in moto la macchina della società Stretto di Messina S.p.A. con relativi costi che poi vengono puntualmente liquidati con penali.

2016: Renzi al governo rilancia l’idea del ponte e promette 100mila posti di lavoro.

2020: Conte guida il governo e promette che valuterà il progetto. Intanto, 20 deputati del Partito democratico presentano una risoluzione in commissione Ambiente e trasporti, proponendo all’esecutivo di realizzare il ponte con i fondi del Recovery Fund.

2022: il ponte sullo stretto di Messina riappare magicamente durante il governo Draghi ed entra di nuovo nel programma elettorale del centrodestra ufficializzato il 12 agosto 2012.
 
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Se c'è da fare un ponte, lo si faccia. Creare le infrastrutture in questo paese non deve essere un'ostacolo. L'importante è che ci sia supervisione dei costi e che non sia il solito magna magna.

guarda che interessa il magna magna, mica il ponte.

anzi, l'ideale sarebbe fare il ponte a un multiplo del prezzo iniziale e poi renderlo inagibile e in manutenzione per i prossimi 30 anni.

quindi si guadagna con la costruzione, con la manutenzione e pure con i traghetti che continuano a funzionare.

impara come funziona ;)
 
I siciliani non sono fessi.
Votano a livello nazionale chi gli promette il rdc e a livello locale chi gli promette il ponte.
Due piccioni con una fava.

A Messina e Reggio C. sono contrari al ponte perché perdono gli introiti dei traghetti:wall:
 
guarda che interessa il magna magna, mica il ponte.

anzi, l'ideale sarebbe fare il ponte a un multiplo del prezzo iniziale e poi renderlo inagibile e in manutenzione per i prossimi 30 anni.

quindi si guadagna con la costruzione, con la manutenzione e pure con i traghetti che continuano a funzionare.

impara come funziona ;)

Già adesso, che è solo un idea, ci è costato un botto.
 
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