Fra 50 anni circa, saremo tutti morti.

Peppindor

Apparenzaedisincanto
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Pro-vax e No-vax.

Ma non è una brutta realtà, infatti chi sommando 50 alla propria età vorrebbe vivere di più ?
:cool:
 
Personalmente ne ho 49, toglierei il disturbo fra un paio d'anni.
 
E poi su questo pianeta ci si annoia, lavoro, lavoro, tasse, elezioni, vaccini...
 
Cosa farete dall'altra parte? vagherete senza meta o avete progetti diciamo... per il futuro?
 
Se tocca reincarnarsi aspetterei almeno un decennio, rinascere adesso ci riporta troppi kazzy.
 
Se ci pensate abbiamo timore proprio dell'unica cosa certa della vita, la morte.
 
c'è chi muore dal proprio aborto, chi a un anno, 5 , 8, 12, 32, 44, 51, 63, 72, 88, 99... ma che senso ha?
 
Penso a chi compie 90 anni, i parenti con la torta accesa gli augurano 100 di questi giorni, ma chi vorrebbe vivere pelle e ossa e senza forze a 190 anni, augurio del kakkio!
 
Ognuno si tiene stretta la sua vita, per poi scoprire magari alla fine dei giochi che sarebbe stato meglio uscirsene prima, perché di poca esperienza...
 
Mi piacerebbe, per la prossima, una vita da pescatore, esco la mattina presto, vivo il mare, torno con la mia barca con quello che serve, immerso in una vegetazione florida, il mio facile fuoco per scaldarmi, un grande amore, un buon clima costante , non mi serve tanto...
 
Quando capisci che la felicità è solo uno stato d'animo, comprendi che non ti serve un castello e dei rubinetti d'oro, ti serve altro
 
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Ritorniamo sulla terra per comprendere quello che non abbiamo compreso o completato nella vita precedente, cadendo in una specie di ciclo, finché non superi il quadro, come nei video games ...

non ho ben capito io in questa vita cosa dovrei capire o risolvere che non ho capito in passato...
 
Nessuno interagisce col mio trhead, probabilmente sono l'unico che morirà.
 
Essere condannati a "vivere", è la peggiore delle condanne.
 
Mi piacerebbe, per la prossima, una vita da pescatore, esco la mattina presto, vivo il mare, torno con la mia barca con quello che serve, immerso in una vegetazione florida, il mio facile fuoco per scaldarmi, un grande amore, un buon clima costante , non mi serve tanto...

Mi ha colpito molto questo passaggio questo tuo ideale di vita serena ed appagante.

Per anni mi sono chiesto che cosa servisse agli uomini per essere soddisfatti.

E poi con la mia grandiosa mente analitica finalmente ho capito che la serenità non dipende dalla vita ideale che vorremmo avere anzi l'ambizione ad una vita ideale è proprio parte e sintomo del problema.

Mi spiego meglio osservando le persone ho notato che il grado di serenità non dipende da una vita ideale ma dalla capacitá di adattarsi dell'individuo.

Ho conosciuto persone serenissime nonostante una vita oggettivamente difficilissima e persone molto turbate nonostante una vita ideale nell'immaginario di molti.

Ecco nella prossima vita dovessi esprimere un desiderio non chiederei cose materiali o specifiche ma un approccio sempre forte e positivo agli eventi esterni.

In parole la capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno.
 
Siamo stati tutto e il contrario di tutto, è errato sentirsi vittime, nelle esperienze passate siamo stati noi i carnefici, la "parte subliminale" le vuol far tutte le esperienze, e noi vivendo migliaia di vite, recitiamo tutte le parti, e lo facciamo bene, credendole reali...

siamo dunque stati buoni e cattivi, genitori e figli, uomini o donne, carcerieri o carcerati, ci ritroviamo spesso nella vita con lo stesso gruppo di anime, ma di volta in volta invertiamo i ruoli nella recita, perciò divento il datore di lavoro di chi ci comandava, diventi figlio di tuo figlio, o padre di tuo padre, amante di tua moglie, o sposo della tua amante,

è tutta una finzione, se nasco a Ventimiglia nasco in un mio recinto, amo l'Italia, sono soggetto alle leggi italiane, parlo l'italiano, divento cristiano, mi emoziono se cantono l'inno nazionale, se nasco venti chilometri più in là, cambia la lingua, tifo per il calcio francese, vivo altre tradizioni, non mi faccio il bidè, eccetera, se nasco in India diventerò induista o mussulmano, pregherò su un tappeto rivolgendomi ad est, e ogni volta credo di essere fortunato per essere nato dalla parte giusta del mondo e la mia religione quella è sicuramente l'unica giusta, migliore, oppure divento ateo perché nella mia famiglia i genitori lo erano, siamo come gli alberi, prendiamo lentamente forma per come tira il vento...

In una vita io divento l'uomo di colore che disprezzavo, o nascituro nella terra che nella precedente vita avevo invaso, odiato, devastato, rubato, saccheggiato, violentato, anzi divento figlio della donna che in guerra ho violentato essendo poi stato ucciso con un arma da fuoco un attimo dopo la mia stessa violenza... ucciso magari da un mio commilitone che ha riconosciuto in quella donna la mamma di una sua vita precedente.


Non ci sono limiti, non ci sono regole, ma solo esperienze in copioni diversi.

... magari nel mio luogo di lavoro non sopporto assolutamente qualcuno senza motivo apparente e lo stesso magari mi ha rubato tutto nella vita precedente, l'anima ha una sua memoria, nell'inconscio tu ricordi tutto,

a 5 anni stupisci tutti e da piccolissimo scrivi musica e fai concerti, ma nella tua lunga vita precedente hai solo suonato sino all'ultimo giorno, e per un caso o un errore, riesci, nella vicina vita successiva , a ricordare tutto da piccolo e ti considerano "PRODIGIO",

cambiamo le carte in tavola per imparare cosa significa vivere l'altra faccia della medaglia, si vivono tutte le dualità della vita per comprendere che non esistono, la moneta ha un'unica faccia E te ne accorgi quando quando osservi il tutto e rividi le esperienze passate senza il corpo, o contenitore,...

L'altro è solo la parte di noi che non abbiamo compreso, e ce la troviamo di fronte e la odiamo, in realtà siamo un tutt'uno ma qui, sul nostro bel pianeta, viviamo la divisone in continuazione, la separazione, quella da un figlio che cambia città, un genitore defunto, un libro perso, ci separiamo da un pappagallo che fugge dalla sua gabbia, da un amore non corrisposto, ci separiamo da qualsiasi cosa per comprendere un'unica cosa importante e cioè che noi siamo l'esatto contrario, noi siano il tutt'Uno... per capirlo dobbiamo separarci da qualsiasi cosa per milioni di volte,

stessa cosa per la morte dobbiamo morire migliaia di morte per capire che la morte non esiste, ma è l'unico modo che può fare l'anima per capirlo, occorre fare l'esperienza della morte per capire che non esiste e che l'anima è immortale.

siamo continuamente interferiti da altri esseri, ma siamo noi che gli permettiamo di farlo, perché siamo sempre noi che vogliamo fare l'esperienza, anche brutta che sia, ed essendo un'esperienza negativa ci facciamo "aiutare dalle interferenze" , permettendo che per noi esistano ...

i sensi di colpa sono nocivi, dovremmo vibrare alto per evolvere, ma la vita di tutti giorni è un campo minato e allora "voliamo basso" e c'è chi di questo si nutre, mi fermo qui, non voglio annoiarvi anche perché inizio a mischiare troppa roba, troppi concetti, ma è solo un mio modo differente di sentire o vedere le cose.
 
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Fra 50 anni saremo tutti morti

Sembra una frase ovvia, molti non sono vivi neanche da vivi.
Felicità, ricchezza, forza, equilibrio. Sono solo parole a cui ciascuno da il significato a cui il suo stato di coscienza è arrivato e sono comunque tutti transitori.

Una delle prime cose che bisognerebbe insegnare ai bambini nelle scuole con il funzionalmento del corpo è che l’energia vitale, l’energia divina non è riproducibile in laboratorio e forse non lo sarà mai.
È il motivo per cui si è usi portare il nome del padre come unica memoria del suo passaggio in questo piano percettivo. L’energia mitocondriale è l’energia divina di cui le donne ci fanno dono ed è immensa.
Se la scienza ha calcolato che ciascun mitocondrio produce 10/30mV, essendo composti da trilioni di cellule, possediamo l’energia potenziale di una centrale atomica, e ci sentiamo piccoli e deboli.

Questo si dovrebbe insegnare ai bambini, perchè ci aiutino a crescere come essenza.

Questo magnifico mondo è un dono che qualunque religione imputa a Dio. Nella realtà dei fatti le percezioni di questo involucro sono così ben limitate da farci vedere la bellezza di un alba, di un quadro o di una donna, come se ci fosse fatto dono di un limitatore percettivo per godere di quella piccola porzione di frequenze che ci fa godere delle vibrazioni che sono scaturite da chopin nel momento in cui la sua anima era unita a quell’antenna che siamo prendendo un frammento della bellezza.
Bellezza di cui facciamo parte é visibile in qualunque animaletto o pianta, lo si chiama con nomi romantici, ma è l’essenza creativa, femminile affettiva che questo piano di percezioni tende a respingere per rincorrere un benessere momento per momento.
Siamo in un momento grandioso nella linearità di eventi che chiamiamo epoca o tempo attuale. Io amo paragonarlo a quello che si è creato ciclicamente alcune volte, in particolare con giordano bruno, un frutto che non abbiamo saputo cogliere. Spiego: la conoscenza, la maturità, la consapevolezza personale ha bisogno di una crescita, di porre radici salde ed un tronco che dreni la linfa vitale in rami di esperienza e coscienza che permetta di fiorire nel momento di potenziale creatvità, la capacità immaginifica della vita stessa e lo scavallamento dell’otto-novecento ne è uno dei più grandi esempi della storia che ricordiamo.
Forze contrapposte ciclicamente non hanno permesso di generare frutto o quantomeno pochissimi hanno avuto l’opportunità di coglierlo; oggi sono in molti ad avvicinarsi a quella scheggia che ci è permesso di cogliere per riavvicinarsi alla vibrazione universale. Quella potenza divina così temuta per cui giordano bruno è stato arso. Quella potenza che non ci fa temere la morte dell’involucro perchè è una riduzione dei vincoli materiali per quanto magnifici.

Non so se ci sarà un altra vita per come le religioni ci spiegano, nel corpo fisico precedente o in un altro, circondati da vergini o da luce celestiale, piuttosto che intrappolati a rivivere le debolezze di cui non siamo riusciti a venire a capo determinando il peccato di non vivere la pienezza della energia divina o universale o come la si voglia chiamare. Per questo non credo che sia importante che tra cinquantanni o cento sia ancora in vita, se già domani fossi pronto a riunirmi all’energia cosmica. Qualunque giorno è un dono ed un patimento, di cui per ora sono felice di vivere.
 
Ho conosciuto persone serenissime nonostante una vita oggettivamente difficilissima e persone molto turbate nonostante una vita ideale nell'immaginario di molti.

la vita è come un motore a carburatore, un monocilindro è più facile a farlo andare bene rispetto a un V12

quindi chi vive a livelli altissimi deve stare sempre un campana per ogni cilindro che carburi bene, mentre un poveraccio ha meno pensieri visto che un monocilindro bene o male funzionicchia sempre
 
Quel che penso, in versi :bye:
 

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