fallugia
Apota
- Registrato
- 2/11/15
- Messaggi
- 38.951
- Punti reazioni
- 2.912
https://www.corriere.it/esteri/22_a...iu-049d0014-167c-11ed-9b98-cecb1a656088.shtml
Il rappresentante di Taiwan in Italia Andrea Sing-Ying Lee
Perché Pechino parla di riannettere o unificare Taiwan?
«Perché è una facile scusa per calmare i dissensi interni, per continuare a costruire una causa per giustificare un esercito forte e per mettere in guardia dall’esempio di Taiwan: non è cinese, ma è una società con una profonda cultura e una radice storica cinesi che gode di democrazia, libertà, diritti umani ma anche di tecnologia e sviluppo socioeconomico. È la loro negazione, un esempio di come sarebbe la Cina se fosse libera e democratica, e a Pechino ne hanno paura. E poi non hanno mai avuto sovranità su Taiwan, né la hanno governata da quando proclamò la sua nascita nel 1949. Per questo la loro sarebbe un’annessione».
Crede che Pelosi sia stata incauta a venire?
«Per noi è stata una normale visita di parlamentari di Paesi amici. Non è questo che dimostra che Taiwan è più indipendente e più libera, più sovrana, più autonoma. Per noi tutti sono amici, anche i cinesi: è il governo di Pechino a essere contro Taiwan. Pensano che siccome sono più ricchi, più forti, più potenti possono attaccarci e intimorirci come vogliono, ma è una logica da giungla: chi è più forte può fare ciò che vuole. Loro dicono che abbiamo lo stesso sangue, ma nel loro ci sono marxismo, leninismo e maoismo, nel nostro no».
Ci sono davvero similitudini con l’Ucraina?
«Taiwan è la 20esima economia del mondo, più della metà dei semiconduttori sono fatti qua, sarebbe un problema molto più grande rispetto all’Ucraina. E poi si è sempre preparata a un eventuale attacco cinese. Inoltre abbiamo uno stretto molto più largo della Manica o di quello di Messina, che funge da deterrente: per attaccarci la Cina avrebbe bisogno di un milione di soldati, e non è facile muoverli senza essere avvistati e abbattuti. E poi Taiwan è una democrazia, fa parte dell’Occidente: se nessuno ci difendesse, anche moralmente, poi potrebbero minacciare il Giappone o altri Paesi della regione indopacifica. Se Taiwan dovesse cadere, cadrebbe l’intera alleanza democratica. Come in Ucraina, però, perderebbero tutti: Taiwan, il mondo, e anche la Cina, perché hanno bisogno di noi per la catena di approvvigionamento industriale».
Potenzierete l’esercito?
«Noi siamo fiduciosi e abbiamo la determinazione di difenderci da soli. Come l’Ucraina chiederemo armi più moderne se ci sarà bisogno, ma Taiwan ha 210 mila soldati, 2 milioni di riservisti e abbiamo più missili del necessario per difenderci. Siamo un porcospino e i cinesi sanno che attaccare Taiwan sarebbe fatale per loro. Questa volta hanno fatto una simulazione più avanzata, più profonda, ma si capisce che non hanno mai pensato di attaccare militarmente: sono fanatici, ma non sono stupidi».
Il rappresentante di Taiwan in Italia Andrea Sing-Ying Lee
Perché Pechino parla di riannettere o unificare Taiwan?
«Perché è una facile scusa per calmare i dissensi interni, per continuare a costruire una causa per giustificare un esercito forte e per mettere in guardia dall’esempio di Taiwan: non è cinese, ma è una società con una profonda cultura e una radice storica cinesi che gode di democrazia, libertà, diritti umani ma anche di tecnologia e sviluppo socioeconomico. È la loro negazione, un esempio di come sarebbe la Cina se fosse libera e democratica, e a Pechino ne hanno paura. E poi non hanno mai avuto sovranità su Taiwan, né la hanno governata da quando proclamò la sua nascita nel 1949. Per questo la loro sarebbe un’annessione».
Crede che Pelosi sia stata incauta a venire?
«Per noi è stata una normale visita di parlamentari di Paesi amici. Non è questo che dimostra che Taiwan è più indipendente e più libera, più sovrana, più autonoma. Per noi tutti sono amici, anche i cinesi: è il governo di Pechino a essere contro Taiwan. Pensano che siccome sono più ricchi, più forti, più potenti possono attaccarci e intimorirci come vogliono, ma è una logica da giungla: chi è più forte può fare ciò che vuole. Loro dicono che abbiamo lo stesso sangue, ma nel loro ci sono marxismo, leninismo e maoismo, nel nostro no».
Ci sono davvero similitudini con l’Ucraina?
«Taiwan è la 20esima economia del mondo, più della metà dei semiconduttori sono fatti qua, sarebbe un problema molto più grande rispetto all’Ucraina. E poi si è sempre preparata a un eventuale attacco cinese. Inoltre abbiamo uno stretto molto più largo della Manica o di quello di Messina, che funge da deterrente: per attaccarci la Cina avrebbe bisogno di un milione di soldati, e non è facile muoverli senza essere avvistati e abbattuti. E poi Taiwan è una democrazia, fa parte dell’Occidente: se nessuno ci difendesse, anche moralmente, poi potrebbero minacciare il Giappone o altri Paesi della regione indopacifica. Se Taiwan dovesse cadere, cadrebbe l’intera alleanza democratica. Come in Ucraina, però, perderebbero tutti: Taiwan, il mondo, e anche la Cina, perché hanno bisogno di noi per la catena di approvvigionamento industriale».
Potenzierete l’esercito?
«Noi siamo fiduciosi e abbiamo la determinazione di difenderci da soli. Come l’Ucraina chiederemo armi più moderne se ci sarà bisogno, ma Taiwan ha 210 mila soldati, 2 milioni di riservisti e abbiamo più missili del necessario per difenderci. Siamo un porcospino e i cinesi sanno che attaccare Taiwan sarebbe fatale per loro. Questa volta hanno fatto una simulazione più avanzata, più profonda, ma si capisce che non hanno mai pensato di attaccare militarmente: sono fanatici, ma non sono stupidi».