Ci sono moltissimi consigli per gli acquisti.. ma come e quando disinvestire gli ETF?

Nel libro Just keep buying Nick Maggiulli dice che si disinveste solo nei seguenti casi:

To rebalance
To get out of a concentrated (or losing) position
To meet your financial needs

Inoltre sottolinea che è opportuno comprare appena se ne ha l'opportunità ma che per vendere è bene farlo lentamente, compatibilmente con le proprie necessità finanziarie.



Buy quickly and sell slowly
 
Non so quali siano gli altri strumenti finanziari in cui hai investito oltre agli etf azionari citati, comunque in fase successoria con l'azionario vero e proprio (singole azioni), così come le obbligazioni, gli etc, gli etn (e al contrario degli etf) hai il vantaggio di non pagare capital gain sulla plusvalenza maturata, gli strumenti vengono semplicemente caricati agli eredi al nuovo prezzo, però se gli stessi sono in perdita, questo si trasforma in uno svantaggio. Non sono un grande esperto in materia successoria, ma ho appena visto questo video di Bowman che è molto istruttivo a riguardo!

https://www.youtube.com/watch?v=iVlaWbHGHBc

Ho guardato il video... madò che universo che si scoperchia pensando alle successioni!
Istruttivo sì, e la prima lezione che ho imparato è quanto sono ignorante in materia e quanto, almeno in Italia, l'ignoranza può provocare danni notevoli...

Grazie trailrunner
 
Salve a tutti,

posto che arriva il momento in cui uno desidera godere i frutti dei propri investimenti, non ho trovato molte informazioni in giro sul processo decisionale da seguire per capire come e quando disinvestire gli ETF.

Non sto parlando di situazioni di necessità ma di quali criteri seguire liberamente in modo da raccogliere di volta in volta i frutti più maturi.

Mi farebbe piacere ascoltare le vostre esperienze e i consigli che vorrete condividere qui. Se avete anche delle letture da consigliarmi - non troppo tecniche che non sono brava - mi farebbe piacere anche quello.

Inizio io condividendo un pensiero che non so se corrisponda a una buona strategia: per la parte di capitale che ipotizzo di utilizzare entro 24 mesi a cadenza mensile (tipo un PAC a me stessa :D), è meglio spostare tutta la somma su un investimento liquido e a bassissimo rischio e prelevare mensilmente da lì, piuttosto che lasciare i soldi investiti su azionario, con il rischio annesso di risentire di sbalzi anche forti.

Se questo pensiero vale, sorge però immediatamente una domanda: come scelgo l'ETF da cui disinvestire? Come faccio a capire i rendimenti attuali derivati da un PAC? :mmmm:

Per gli etf più aggressivi e soprattutto azionari, credo che una strategia potrebbe essere quella di mettere degli stop loss, magari non troppo stretti e lasciar correre gli eventuali profitti. Se il capitale si dovesse apprezzare, si potrebbe gradatamente alzare lo stop loss che sarebbe uno stop profit. Purtroppo non tutti gli Istituti permettono di inserire tale operatività sugli ETF ma, in finanza, una delle prime regole è quella di contenere le perdite.
 
posto che arriva il momento in cui uno desidera godere i frutti dei propri investimenti, non ho trovato molte informazioni in giro sul processo decisionale da seguire per capire come e quando disinvestire gli ETF.

Non sto parlando di situazioni di necessità ma di quali criteri seguire liberamente in modo da raccogliere di volta in volta i frutti più maturi.

Secondo me il metodo migliore sarebbe il seguente:

1- Crea un portafoglio d'investimento, con la cifra (o gli incrementi periodici) che preferisci e con un Orizzonte Temporale che preveda un "termine".
2- Se non sono sopraggiunte "necessità" (frequenti soprattutto in portafogli dall'orizzonte lungo/molto lungo) al termine dell'OT puoi 'tirare le somme'. Quale è stato il rendimento? Come si è comportato il portafoglio nelle fasi critiche? Sei stato in grado di gestirlo e tenere fede alla 'strategia' diciamo, oppure ti è apparso tutto troppo complesso per ragioni operative, di tempo, emotive?
3- Alla luce delle risposte alle domande del punto 2, puoi ora studiare un nuovo portafoglio, con un'allocazione (es. rischio, quota di azionario etc...) più consapevole dell'esperienza fatta, e un orizzonte temporale nuovo. Il portafoglio nuovo può essere composto parzialmente (o totalmente, o per nulla) da strumenti del precedente (es. ETF da detenere), ma la fase di 'chiusura' del precedente può darti il momento di uscita 'tattico' da molti dei vecchi investimenti, che sulla base dell'esperienza potrai avere molte più competenze per 'filtrare'.
 
Ottima domanda ma le risposte date fino ad ora a mio parere lasciano un po' a desiderare.
Ti dico la mia strategia.
1. Acquisto solo ETF a distribuzione (e qualche azione singola con dividendi e qualche btp + un conto deposito). L'idea alla base di questo punto è consolidare il capitale negli anni e poterlo quindi reinvestire adattando la mia strategia (se il mercato azionario non conviene ad esempio potrei reinvestire i dividendi in obbligazioni o metterli su conto deposito consolidando comunque il gain).
2. Niente scadenza vera e propria, solo indicativa. Per circa 15-20 anni continuerò solo a comprare, tra 15-20 anni, solo se conviene, vendo tutto. In caso contrario attendo fino al gain e nel frattempo continuo a prendere i proventi da etf. La vendita avverrà solo se i dividendi non sono abbastanza ricchi da dare una buona rendita.
3. Non penso che un pac al contrario abbia un senso. Se c'è un gain si vende tutto perché se si aspetta si potrebbe andare in loss, se c'è un loss non conviene vendere si va solo a perderci.
 
Personalmente cercherei di vendere gli eventuali ETF settoriali e tenere solo 1 ETF globale diversificato.
Poi seguirei la regola dell'età: avere una % sull'obbligazionario pari all'età. Es. a 50 anni avere un 50% sull'obbligazionario; all'età della pensione avere un 80% sull'obbligazionario.
Non farei vendite periodiche troppo numerose per via delle commissioni.
 
3. Non penso che un pac al contrario abbia un senso. Se c'è un gain si vende tutto perché se si aspetta si potrebbe andare in loss, se c'è un loss non conviene vendere si va solo a perderci.

Questo è concettualmente sbagliato. Il presupposto è che i mercati tendono a crescere nel tempo, quindi vendere lentamente ha l'effetto statistico di aumentare il prezzo medio di vendita.
 
Secondo me il metodo migliore sarebbe il seguente:

ripercorrere a ritroso le tappe fatte per accumulare, nè più, nè meno

hai il fondo emergenza, bene...non fai nulla.
quando lo intacchi, vai a vendere la quota necessaria per ripristinare il fondo emergenza.
cosa vendi? quello che ti permette di mantenere il portafoglio nell'equilibrio che hai scelto

e buon ferragosto, ci portiamo avanti buon natale
 
Secondo me il metodo migliore sarebbe il seguente:

1- Crea un portafoglio d'investimento, con la cifra (o gli incrementi periodici) che preferisci e con un Orizzonte Temporale che preveda un "termine".
2- Se non sono sopraggiunte "necessità" (frequenti soprattutto in portafogli dall'orizzonte lungo/molto lungo) al termine dell'OT puoi 'tirare le somme'. Quale è stato il rendimento? Come si è comportato il portafoglio nelle fasi critiche? Sei stato in grado di gestirlo e tenere fede alla 'strategia' diciamo, oppure ti è apparso tutto troppo complesso per ragioni operative, di tempo, emotive?
3- Alla luce delle risposte alle domande del punto 2, puoi ora studiare un nuovo portafoglio, con un'allocazione (es. rischio, quota di azionario etc...) più consapevole dell'esperienza fatta, e un orizzonte temporale nuovo. Il portafoglio nuovo può essere composto parzialmente (o totalmente, o per nulla) da strumenti del precedente (es. ETF da detenere), ma la fase di 'chiusura' del precedente può darti il momento di uscita 'tattico' da molti dei vecchi investimenti, che sulla base dell'esperienza potrai avere molte più competenze per 'filtrare'.

beh, qui prendo appunti! Sono proprio le domande strategiche di cui avevo bisogno
Confido di trovare anche le risposte nel tempo ;)
 
Ottima domanda ma le risposte date fino ad ora a mio parere lasciano un po' a desiderare.
Ti dico la mia strategia.
1. Acquisto solo ETF a distribuzione (e qualche azione singola con dividendi e qualche btp + un conto deposito). L'idea alla base di questo punto è consolidare il capitale negli anni e poterlo quindi reinvestire adattando la mia strategia (se il mercato azionario non conviene ad esempio potrei reinvestire i dividendi in obbligazioni o metterli su conto deposito consolidando comunque il gain).
2. Niente scadenza vera e propria, solo indicativa. Per circa 15-20 anni continuerò solo a comprare, tra 15-20 anni, solo se conviene, vendo tutto. In caso contrario attendo fino al gain e nel frattempo continuo a prendere i proventi da etf. La vendita avverrà solo se i dividendi non sono abbastanza ricchi da dare una buona rendita.
3. Non penso che un pac al contrario abbia un senso. Se c'è un gain si vende tutto perché se si aspetta si potrebbe andare in loss, se c'è un loss non conviene vendere si va solo a perderci.

Ciao,
non credo che sia una strategia adatta a me, per varie ragioni, anche se credo che possa essere interessante per qualcun'altro.
Ho rinunciato da tempo agli ETF a distribuzione preferendo quelli ad accumulo, in quanto finchè non ne ho bisogno mi sta bene che stiano all'ingrasso :D

Comunque la fase di accumulo io l'ho quasi completata - per riprendere le tue parole sono arrivata ai "15-20 anni dopo" - e in futuro avrò bisogno di integrare le mie entrate con "parti" del capitale accumulato, ecco perché ho parlato di un "PAC al contrario", da disporre da disinvestimenti verso la mia disponibilità liquida mensile.

Grazie per il tuo contributo
 
Personalmente cercherei di vendere gli eventuali ETF settoriali e tenere solo 1 ETF globale diversificato.

sì, a forza di leggere i vari interventi questo è un criterio che ho fatto mio


Poi seguirei la regola dell'età: avere una % sull'obbligazionario pari all'età. Es. a 50 anni avere un 50% sull'obbligazionario; all'età della pensione avere un 80% sull'obbligazionario.
Non farei vendite periodiche troppo numerose per via delle commissioni.

Anche sulle commissioni bisogna fare attenzione, concordo. Avrei pensato di vendere quello che potrebbe servirmi per circa 24 mesi e trasferirlo in blocco su un conto deposito - Conto Progetto, ad esempio - e da lì poi impostarmi i bonifici mensili a costo zero.
 
Secondo me il metodo migliore sarebbe il seguente:

ripercorrere a ritroso le tappe fatte per accumulare, nè più, nè meno

hai il fondo emergenza, bene...non fai nulla.
quando lo intacchi, vai a vendere la quota necessaria per ripristinare il fondo emergenza.
cosa vendi? quello che ti permette di mantenere il portafoglio nell'equilibrio che hai scelto

e buon ferragosto, ci portiamo avanti buon natale

hehehe Manu... sarebbe un buon metodo se non avessi fatto errori nell'accumulare :D

comuqnue apprezzo il pensiero e ne colgo il senso strutturale

Buon Ferragosto!

a tutti, veh... (tanto ormai siete all'ammazza ammazza caffè) ;)
 
Ti dico che, stando alla mia esperienza e tra quelli che conosco io che investono in etf, quelli che ottengono risultati, anche se non particolarmente entusiasmanti, portano avanti income portfolio composto da etf.

Comprano bene( durante crolli o con strategie varie tipo pac ) poi tengono a vita e campano con i dividendi. Se poi dopo 30 anni il capitale e’ sempre quello sono comunque contenti perché volevano vivere di rendita e ce l’hanno fatta ( poi c’è chi porta avanti portafogli income ad accumulazione perché ha la certezza di non dover disporre dei dividendi).

Io non ho la "certezza dover disporre dei dividendi" investo però sempre in fondi di accumulazione perchè non so se e quando avrò bisogno di liquidità. Nulla mi vieta di vendere poi quote di "accumulato" per disporre di liquidità mi sembra più efficiente come cosa.
 
Questo è concettualmente sbagliato. Il presupposto è che i mercati tendono a crescere nel tempo, quindi vendere lentamente ha l'effetto statistico di aumentare il prezzo medio di vendita.

Se sei arrivato alla fine del pac non penso che vorrai disinvestire nella stessa quantità di tempo e un eventuale crollo non lo recuperi così facilmente.
Se sei in gain dopo 15-20 anni significa che hai già sfruttato la caratteristica del mercato, se sei in loss può essere che tu abbia comprato nel periodo sbagliato e quindi sia necessario attendere per vendere... se però vendi pian piano il rischio è ritrovarsi in un periodo di crollo/bear market (come quello attuale) e di dover attendere altri 15-20 anni... disinvestire pian piano in questo caso diminuirebbe solo il gain perché le prime vendite sarebbero in loss (senza contare che complica anche il calcolo).

Molto più furbo sarebbe stato vendere prima del bear market o attendere fino alla ripresa e guadagnare quindi un gain sfruttando al massimo il fattore di crescita del mercato.

Ultima considerazione... questa cosa che il mercato sul lungo periodo cresca sempre non è garantita al 100%... è solo un'osservazione che si è sempre verificata nel mercato USA in particolare... Ci sono però stati mercati come quello Giapponese che dal suo massimo non si sono più ripresi così tanto da tornare a quei livelli... praticamente chi ha investito nel periodo di massima è tutt'ora in loss.

Se a fine PAC c'è un gain allora, a mio parere, ha più senso vendere tutto e al massimo reinvestire nuovamente pian piano se si vuole fare un nuovo PAC... nel frattempo però si avrà consolidato il gain che, fino alla vendita, potrebbe anche tramutarsi in un loss.
 
beh, qui prendo appunti! Sono proprio le domande strategiche di cui avevo bisogno
Confido di trovare anche le risposte nel tempo ;)

Sul mio Blog e sul mio canale YouTube trovi una serie di video che introducono alla costruzione del portafoglio ed all'applicazione della strategia in quest'ottica.
 
Se sei arrivato alla fine del pac non penso che vorrai disinvestire nella stessa quantità di tempo e un eventuale crollo non lo recuperi così facilmente.
Se sei in gain dopo 15-20 anni significa che hai già sfruttato la caratteristica del mercato, se sei in loss può essere che tu abbia comprato nel periodo sbagliato e quindi sia necessario attendere per vendere... se però vendi pian piano il rischio è ritrovarsi in un periodo di crollo/bear market (come quello attuale) e di dover attendere altri 15-20 anni... disinvestire pian piano in questo caso diminuirebbe solo il gain perché le prime vendite sarebbero in loss (senza contare che complica anche il calcolo).

Molto più furbo sarebbe stato vendere prima del bear market o attendere fino alla ripresa e guadagnare quindi un gain sfruttando al massimo il fattore di crescita del mercato.

Ultima considerazione... questa cosa che il mercato sul lungo periodo cresca sempre non è garantita al 100%... è solo un'osservazione che si è sempre verificata nel mercato USA in particolare... Ci sono però stati mercati come quello Giapponese che dal suo massimo non si sono più ripresi così tanto da tornare a quei livelli... praticamente chi ha investito nel periodo di massima è tutt'ora in loss.

Se a fine PAC c'è un gain allora, a mio parere, ha più senso vendere tutto e al massimo reinvestire nuovamente pian piano se si vuole fare un nuovo PAC... nel frattempo però si avrà consolidato il gain che, fino alla vendita, potrebbe anche tramutarsi in un loss.

No, non vendi con la stessa lentezza del PAC, ma vendi piu' lentamente che puoi compatibilmente con le tue necessita'.
 
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