La magistratura che secondo i piddini tutto il mondo ci invidia

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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Ricordate la povera ragazza accoltellata mentre faceva jogging e salvatasi solo perché aveva avuto la fortuna che in quel momento passavano due operai.

Bene leggete dove è adesso la bestia…

Notifica con data sbagliata libero l’aggressore di Marta «È già volato a Londra»Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)04 ago 2022


Il ragazzo minorenne che ha ferito con 23 coltellate Marta, una studentessa di Mogliano scelta a caso a scopo di rapina, è libero dopo soli 16 mesi ed è già volato all’estero. In realtà è libero perché sono scaduti i termini cautelari (pende ancora un ultimo ricorso contro la condanna a 5 anni) ma soprattutto perché il trasferimento in comunità è saltato a causa di un errore di notifica. Il trasferimento è stato fissato per settembre invece che a luglio. La famiglia e i legali della vittima sono preoccupati e frustrati per il pasticcio giudiziario.


MOGLIANO VENETO (TREVISO) Al magistrato che lo scorso anno gli chiedeva conto di tutta quella violenza, il perché dell’inseguire una giovane runner in aperta campagna e massacrarla a coltellate riducendola in fin di vita, lui - che in fondo era pur sempre un adolescente di 15 anni - non aveva trovato di meglio che giustificarsi dicendo di aver scelto la vittima «a caso» e che «voleva rapinare una persona perché doveva “prendere” il fumo», e cioè la marijuana che «da circa un anno e mezzo» consumava con gli amici al ritmo «anche di nove canne al giorno».


Un movente assurdo per quel feroce agguato che si consumò il 22 marzo del 2021 nella periferia di Mogliano Veneto. Per giorni non si parlò d’altro, i salotti televisivi scomodarono opinionisti ed esperti di criminalità giovanile. Finí con Marta - studentessa universitaria di 26 anni - viva per miracolo, e quel suo aggressore-ragazzino condannato per tentato omicidio a sei anni e otto mesi di carcere dal tribunale per i minorenni di Venezia, poi scesi a cinque anni in Appello. Una riduzione della pena che alla vittima e ai suoi familiari suonò come una beffa. Ma in fondo è poca cosa se si paragona a quanto è appena accaduto: a causa di un pasticcio giudiziario, qualche giorno fa il ragazzino è stato scarcerato e, appena tornato libero, è salito su un aereo e ha lasciato l’Italia. «Da quel che sappiamo si troverebbe a Londra con la madre» spiega l’avvocato Alberto Barbaro, che in tutto questo tempiuttosto po si è battuto al fianco di Marta per ottenere giustizia.


La vicenda ha dell’incredibile. Stando a quanto è stato possibile ricostruire, pare che - in seguito ad alcuni episodi di tensione registrati nel carcere per i minorenni di Treviso - il giovane accoltellatore fosse stato trasferito in una struttura penitenziaria di Napoli. Nel frattempo, nei mesi scorsi il suo legale aveva presentato ricorso in Cassazione nella speranza di vedersi annullare la condanna così da ottenere un ulteriore sconto di pena, o addirittura l’assoluzione visto che una perizia definisce il ragazzino affetto da una parziale infermità che gli impedisce di distinguere i comportamenti leciti da quelli illeciti.


Il problema è che i tempi della Giustizia sono sempre lunghi, e la legge parla chiaro: senza una condanna definitiva non si può tenere una persona in carcere per troppo tempo. E così, visto che il 21 luglio scadevano i termini per la custodia cautelare in prigione del minorenne, il pubblico ministero ha chiesto (e ottenuto) che il giudice per i minorenni, pur scarcerandolo, ne disponesse il suo immediato trasferimento in comunità. Ma perche abbia valore e sia eseguito, un ordine va comunicato in anticipo al suo destinatario. E qui sarebbe avvenuto il secondo inghippo: il provvedimento del tribunale per i minorenni non è mai stato notificato al ragazzino. Il motivo? Pare sia stata indicata erroneamente la data del 20 settembre come termine entro il quale comunicargli la decisione del passaggio dal carcere alla comunità, invece che del 20 luglio. Una svista, dunque, e se davvero le cose sono andate così non si sa bene di chi sia la colpa. Di certo c’è che il 21 luglio l’aggressore di Marta ha potuto lasciare la struttura detentiva dove stava scontando la condanna per tentato omicidio, e tornare a casa, nel Trevigiano. Di lí a pochi giorni è arrivata la convocazione in caserma, dove i carabinieri avrebbero dovuto notificargli il provvedimento che ne disponeva l’inserimento in comunità. Incontro al quale il sedicenne non si è mai presentato.


Nel frattempo pare sia stata disposta un’intensificazione dei controlli da parte della polizia locale nei pressi dell’abitazione di Marta. Il timore, ovviamente, era che il minorenne potesse tentare di avvicinarla ma l’allerta è presto rientrata, quando si è scoperto che il ragazzino si troverebbe già a Londra con la madre, che nella capitale inglese lavora come cuoca. Nell’abitazione di famiglia, è rimasto appena un paio di giorni. Sia chiaro: è tutto legale, con i termini di custodia scaduti e in assenza di un ordine del giudice, il sedicenne può andare dove gli pare, tanto più se al suo fianco c’è la mamma. «Per la studentessa, i suoi familiari e l’intera comunità sono stati giorni di preoccupazione, considerando che le sentenze hanno riconosciuto la pericolosità sociale del ragazzo» dice l’avvocato Barbaro. «Ma a pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo? Non è facile, per Marta, accettare l’idea che appena sedici mesi dopo averle inferto ventitré coltellate, il responsabile sia già a piede libero».


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trattasi di italiano? di trevigiano? di importato? non è dato sapere?
 
Se rimarrà a Londra, visti i suoi precedenti delinquerà anche lì dove è molto più probabile che la condanna che gli verrà inflitta dovrà scontarla veramente. Tutto sommato forse è meglio così se vogliamo che questo soggetto paghi qualcosa.
Stendiamo un velo pietoso sui cavilli burocratici e sulle "sbadataggini" dell'episodio. Già li liberano con qualsiasi scusa, molliamoli pure anche per un numero sbagliato. E mi raccomando, nessuno tocchi Caino
 
Ricordate la povera ragazza accoltellata mentre faceva jogging e salvatasi solo perché aveva avuto la fortuna che in quel momento passavano due operai.

Bene leggete dove è adesso la bestia…

Notifica con data sbagliata libero l’aggressore di Marta «È già volato a Londra»Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)04 ago 2022


Il ragazzo minorenne che ha ferito con 23 coltellate Marta, una studentessa di Mogliano scelta a caso a scopo di rapina, è libero dopo soli 16 mesi ed è già volato all’estero. In realtà è libero perché sono scaduti i termini cautelari (pende ancora un ultimo ricorso contro la condanna a 5 anni) ma soprattutto perché il trasferimento in comunità è saltato a causa di un errore di notifica. Il trasferimento è stato fissato per settembre invece che a luglio. La famiglia e i legali della vittima sono preoccupati e frustrati per il pasticcio giudiziario.


MOGLIANO VENETO (TREVISO) Al magistrato che lo scorso anno gli chiedeva conto di tutta quella violenza, il perché dell’inseguire una giovane runner in aperta campagna e massacrarla a coltellate riducendola in fin di vita, lui - che in fondo era pur sempre un adolescente di 15 anni - non aveva trovato di meglio che giustificarsi dicendo di aver scelto la vittima «a caso» e che «voleva rapinare una persona perché doveva “prendere” il fumo», e cioè la marijuana che «da circa un anno e mezzo» consumava con gli amici al ritmo «anche di nove canne al giorno».


Un movente assurdo per quel feroce agguato che si consumò il 22 marzo del 2021 nella periferia di Mogliano Veneto. Per giorni non si parlò d’altro, i salotti televisivi scomodarono opinionisti ed esperti di criminalità giovanile. Finí con Marta - studentessa universitaria di 26 anni - viva per miracolo, e quel suo aggressore-ragazzino condannato per tentato omicidio a sei anni e otto mesi di carcere dal tribunale per i minorenni di Venezia, poi scesi a cinque anni in Appello. Una riduzione della pena che alla vittima e ai suoi familiari suonò come una beffa. Ma in fondo è poca cosa se si paragona a quanto è appena accaduto: a causa di un pasticcio giudiziario, qualche giorno fa il ragazzino è stato scarcerato e, appena tornato libero, è salito su un aereo e ha lasciato l’Italia. «Da quel che sappiamo si troverebbe a Londra con la madre» spiega l’avvocato Alberto Barbaro, che in tutto questo tempiuttosto po si è battuto al fianco di Marta per ottenere giustizia.


La vicenda ha dell’incredibile. Stando a quanto è stato possibile ricostruire, pare che - in seguito ad alcuni episodi di tensione registrati nel carcere per i minorenni di Treviso - il giovane accoltellatore fosse stato trasferito in una struttura penitenziaria di Napoli. Nel frattempo, nei mesi scorsi il suo legale aveva presentato ricorso in Cassazione nella speranza di vedersi annullare la condanna così da ottenere un ulteriore sconto di pena, o addirittura l’assoluzione visto che una perizia definisce il ragazzino affetto da una parziale infermità che gli impedisce di distinguere i comportamenti leciti da quelli illeciti.


Il problema è che i tempi della Giustizia sono sempre lunghi, e la legge parla chiaro: senza una condanna definitiva non si può tenere una persona in carcere per troppo tempo. E così, visto che il 21 luglio scadevano i termini per la custodia cautelare in prigione del minorenne, il pubblico ministero ha chiesto (e ottenuto) che il giudice per i minorenni, pur scarcerandolo, ne disponesse il suo immediato trasferimento in comunità. Ma perche abbia valore e sia eseguito, un ordine va comunicato in anticipo al suo destinatario. E qui sarebbe avvenuto il secondo inghippo: il provvedimento del tribunale per i minorenni non è mai stato notificato al ragazzino. Il motivo? Pare sia stata indicata erroneamente la data del 20 settembre come termine entro il quale comunicargli la decisione del passaggio dal carcere alla comunità, invece che del 20 luglio. Una svista, dunque, e se davvero le cose sono andate così non si sa bene di chi sia la colpa. Di certo c’è che il 21 luglio l’aggressore di Marta ha potuto lasciare la struttura detentiva dove stava scontando la condanna per tentato omicidio, e tornare a casa, nel Trevigiano. Di lí a pochi giorni è arrivata la convocazione in caserma, dove i carabinieri avrebbero dovuto notificargli il provvedimento che ne disponeva l’inserimento in comunità. Incontro al quale il sedicenne non si è mai presentato.


Nel frattempo pare sia stata disposta un’intensificazione dei controlli da parte della polizia locale nei pressi dell’abitazione di Marta. Il timore, ovviamente, era che il minorenne potesse tentare di avvicinarla ma l’allerta è presto rientrata, quando si è scoperto che il ragazzino si troverebbe già a Londra con la madre, che nella capitale inglese lavora come cuoca. Nell’abitazione di famiglia, è rimasto appena un paio di giorni. Sia chiaro: è tutto legale, con i termini di custodia scaduti e in assenza di un ordine del giudice, il sedicenne può andare dove gli pare, tanto più se al suo fianco c’è la mamma. «Per la studentessa, i suoi familiari e l’intera comunità sono stati giorni di preoccupazione, considerando che le sentenze hanno riconosciuto la pericolosità sociale del ragazzo» dice l’avvocato Barbaro. «Ma a pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo? Non è facile, per Marta, accettare l’idea che appena sedici mesi dopo averle inferto ventitré coltellate, il responsabile sia già a piede libero».


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ce l'avesse la russia la nostra magistratura,il despota e la ghenga starebbe comodamente in galera,invece di accumulare miliardi su miliardi di euro ai danni dei russi tutti
 
Se rimarrà a Londra, visti i suoi precedenti delinquerà anche lì dove è molto più probabile che la condanna che gli verrà inflitta dovrà scontarla veramente. Tutto sommato forse è meglio così se vogliamo che questo soggetto paghi qualcosa.
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ad ogni modo restivo,ha ottenuto dal giudice britannico un bel: si metta l'anima in pace che lei dalla galera non uscira' mai piu'OK!OK!
 
L’accoltellatore di Marta libero all’estero per errore La vittima: sconfortanteDe*nis Ba*rea

Corriere della Sera
05 ago 2022
Tre*vi*so, la ra*gaz*za fe*ri*ta nel 2021. Car*ta*bia in*via gli ispet*to*ri

Ventitré coltellate a una studentessa universitaria. Marta, 26 anni, era stata scelta a caso per le strade di Mogliano Veneto, cittadina a metà strada tra Venezia e Treviso, per cercare soldi destinati alle canne. E lui, l’aggressore, di soli 15 anni ma fisicamente già adulto, a poco più di un anno dai fatti è libero, a quanto pare per un pasticcio giudiziario, ed è già all’estero. Un errore di notifica, una «svista» sulla quale il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto ieri ai propri ispettori di svolgere «i necessari accertamenti preliminari, formulando all’esito valutazioni e proposte». Mentre la vittima parla di «notizia destabilizzante e sconfortante».

Marta era stata ridotta in fin di vita e il minorenne era stato portato in carcere. Il 21 luglio, in attesa del terzo grado di giudizio, il ragazzino è stato scarcerato a Napoli per scadenza dei termini della misura cautelare. Avrebbe dovuto essere immediatamente portato in una comunità lontano da Treviso ma all’uscita nessuno gli ha notificato nulla. Il provvedimento sarebbe stato emesso il 19 luglio, concedendo però tempo fino al 20 settembre (e non il 20 luglio) per comunicarlo al diretto interessato. In comunità avrebbe dovuto attendere l’esito del ricorso davanti ai giudici della Corte di Cassazione, che deve esprimersi sulla condanna a 5 anni decisa dalla Corte d’Appello di Venezia per tentato omicidio.

«Il mio primo pensiero — è stato il commento della vittima — è andato a tutte quelle donne che avevano già denunciato il loro aggressore, magari ottenendo anche la condanna a seguito di un lungo e doloroso iter giudiziario, senza che questo impedisse al responsabile di commettere successivamente altri atti di violenza o perfino di macchiarsi del loro omicidio».

«Siamo di fronte — ha aggiunto la ragazza manifestando un misto di incredulità, frustrazione e rabbia — all’inefficacia delle misure pensate per tutelare la sicurezza delle vittime. È stato destabilizzante e sconfortante ricevere la notizia: il peso psicologico che ne deriva è enorme e grava su quello che è stato il mio percorso di recupero, con il quale ho tentato di riprendermi la vita dopo quello che mi è accaduto».

L’aggressione avvenne la sera 22 marzo del 2021 mentre la giovane stava facendo jogging in una zona di campagna a Mogliano Veneto. Il ragazzo, uscito di casa con un coltello, l’aveva raggiunta a bordo di una bicicletta, trascinandola poi in un fossato ai lati della strada. Alla base del gesto la volontà di trovare soldi per la droga leggera che consumava con gli amici.

Il quindicenne, che nelle motivazioni della sentenza d’Appello viene descritto come soggetto socialmente pericoloso, affetto da una parziale infermità che gli impedisce di distinguere i comportamenti leciti da quelli illeciti, sarebbe dunque dovuto entrare in una comunità contestualmente all’uscita dal carcere. Ma, una volta tornato libero per l’errore giudiziario, ha preso indisturbato (non sarebbe stato applicato neppure il divieto di espatrio) un aereo per l’Inghilterra.

«Al di là di tutto — afferma il difensore del ragazzo, l’avvocato Matteo Scussat — è chiaro che qualora la Corte di Cassazione dovesse confermare la condanna (l’udienza non è ancora stata fissata, ndr) il giovane si troverebbe in una condizione di latitanza. A quel punto scatterebbe nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Ma al momento, comunque, il suo comportamento non presenta alcun risvolto di illegalità».

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