Clienti: come vorreste il servizio di consulenza per investimenti?

Riguardo i compensi a me piacerebbe un qualcosa di flat, tipo 500 euro/anno ed in queste 500 euro/anno rientrano 10 ore di consulenza/formazione/studio/conoscenza, passate queste 10 ore quantifichi 10 minuti per email mentre riguardo il telefono con il cellulare tieni conto e reportizzi i minuti ed a quel punto ti fai pagare un tot ad ora, 10 euro, 50 euro, 100 euro. Potresti anche inserire una commissione di gestione in caso di rendimento ptf positivo mentre se negativo ti "accontenti" dei 500/anno + extra. Volendo essere ancora piu' estremi, alzi la % di commissione con rendimenti positivi ed applichi una retrocessione per rendimenti negativi con la clausola che comunque sia alla fine dell'anno il compenso minimo deve comunque essere di 500, 1000, 3000 euro.
 
Non capisco cosa intendi con questo passaggio.
Perchè il consulente dovrebbe fregarsene?

Anche nel tuo riferimento "all'information ratio" trovo particolari complessità.
In primo luogo è necessario condividere il benchmark, chiaramente pochi sarebbero i clienti che avrebbero consapevolezza
di un loro adeguato "benchmark", una volta superato questo ostacolo, dobbiamo sempre tener presente che battere un indice
significa prendersi dei rischi.
Possiamo prenderli sulla tipologia dei titoli azionari selezionati, sul rating degli emittenti obbligazionari, sulla duration, sulle valute, non
vado oltre perchè non finiremo più....
Ma seguendo questa strada saremo sempre alla ricerca di "gestori" capaci di battere il mercato.
Non credo che ne esistano, e anche se riuscissimo a trovarne qualcuno, dubito che un "gestore" vorrebbe sporcarsi le mani
con l'attività di un consulente finanziario che nelle diverse tipologie di attività possibile, ha sempre come ruolo centrale la relazione
con il cliente e la corretta implementazione di un piano di investimento personalizzato.

fregarsene è il termine usato da te ... se volevi intendere altro prova a spiegarti meglio
Questa modalità è l'unica che consente al professionista di "fregarsene" dei risultati, che arriveranno in larga parte per merito/demerito dei mercati
e non per le capacità di previsione del professionista.

se pensi che misurare la performance possa portare al moral hazard puoi proporre altri parametri come l'indize di Sharpe ... però credimi evitare qualsiasi criterio
analitico per valutare l'operato di un professionista non fa bene ai clienti e nemmeno alla professionalità della categoria
 
dico il mio sogno mostruosamente proibito ... vorrei pagare per la consulenza il 30% del rendimento netto reale del mio portafoglio che sia indipendente od on top a quel punto non farebbe molta differenza

Con un indipendente puoi fare questo tipo di contratto... ma onestamente, secondo te, cosa ne verrebbe?
Troveresti qualche pimpante consulente-trader che nel 2020 ti fa impostare tutto su strumenti come le IPO o le energie rinnovabili cinesi.
Tu magari investi 500mila euro e dopo 18 mesi stai ad 1 milione. Al netto tasse e tutto diciamo 370mila euro di guadagno netto.
Il 'consulente'-socio (a questo punto più socio) si presenta con un sorriso a trentadue denti ed una parcella di 110mila euro tondi tondi, che devi pagare.
Dopo che hai pagato il portafoglio fa -50% e tu da 870netti, meno la parcella 760mila... ti ritrovi a 380mila euro... disperato perché non sai come tornare almeno ai 500mila iniziale frutto di una vita di sacrifici. E lui è sparito e ti manda una cartolina da Bali.
 
Con un indipendente puoi fare questo tipo di contratto... ma onestamente, secondo te, cosa ne verrebbe?
Troveresti qualche pimpante consulente-trader che nel 2020 ti fa impostare tutto su strumenti come le IPO o le energie rinnovabili cinesi.
Tu magari investi 500mila euro e dopo 18 mesi stai ad 1 milione. Al netto tasse e tutto diciamo 370mila euro di guadagno netto.
Il 'consulente'-socio (a questo punto più socio) si presenta con un sorriso a trentadue denti ed una parcella di 110mila euro tondi tondi, che devi pagare.
Dopo che hai pagato il portafoglio fa -50% e tu da 870netti, meno la parcella 760mila... ti ritrovi a 380mila euro... disperato perché non sai come tornare almeno ai 500mila iniziale frutto di una vita di sacrifici. E lui è sparito e ti manda una cartolina da Bali.

Non era questo che intendevo dire ... per capirci facciamo il ragionamento inverso, ho fatto una piccola ricerca tempo fa ed ho visto il rendimento netto reale di un
portafoglio 50% azionario e 50 % obbligazionario aggregato negli ultimi 20 anni è stato di circa il 3% ... ipotizzando che nei prossimi 20 anni il rendimento medio sia paragonabile qual'è la percentuale che dovrebbe spettare al consulente che ti consiglia questo portafoglio ? per la mia personale opinione il 30% di quel 3%

certo mi rendo conto che il consulente vuole essere pagato annualmente e non nel lungo periodo però si può ipotizzare qualche meccanismo che faccia in modo che il
costo della consulenza si aggiri su quell'importo e comunque in rapporto all'utilità procurata al cliente.
 
Una consulenza indipendente mi dici tu costa l’ 1%+IVA su diciamo 1.000.000€ sono 12.200€ di parcella (spero una tantum legata all’impostazione del portafoglio).

Apprezzerei un consulente che mi dicesse qualcosa tipo studiati il libro di @GreedyTrader, ci vediamo tra un mese e poi ti spiego quello che non hai capito a 80€ l’ora più iva. Quando invece poi raggiungerai il paio di milioni forse è tuo interesse utilizzare qualche strumento più sofisticato che potrei progettarti io.
 
Questa modalità è l'unica che consente al professionista di "fregarsene" dei risultati, che arriveranno in larga parte per merito/demerito dei mercati
e non per le capacità di previsione del professionista.
Aggiungo un elemento che i clienti non valutano, ma che invece farebbero bene a ponderare.
Un cfa, nel primo anno di attività, svolge un'importante lavoro di conoscenza del cliente, delle sue esigenze, degli intermediari utilizzati
e predispone un piano di investimenti che ha una validità pluriennale.
Il cliente, che nel mio caso, nel primo anno paga ca il doppio della parcella annua a regime, potrebbe benissimo dopo 12 mesi
salutarmi, ringraziarmi e mantenere fede al piano concordato; non capita spesso, ma capita.

Hai ragione, ho utilizzato io il termine "fregarsene" ma mi sembra di aver ben argomentato, i risultati devono dipendere dal profilo di rischio e dall'andamento dei mercati, poco, molto poco dalle attività previsionali del consulente o del cliente.



il fatto che il professionista possa "fregarsene" dei risultati è la cosa che mi preoccupa maggiormente perchè in molti casi si arriva al punto che il consulente si
preoccupa quasi esclusivamente di assicurare il suo portafoglio personale piuttosto che dei rendimenti che potrebbe avere il cliente anche in periodi di mercati positivi
fregarsene è il termine usato da te ... se volevi intendere altro prova a spiegarti meglio

Sono stato più chiaro?


Non vorrei rigirare la frittata ma a te interessano queste persone? Abbiamo avuto un calo ma niente di particolarmente disastroso e la potenziale cliente va nel panico. A quel punto, fosse stata tua cliente diretta, cosa avresti fatto? Avresti perso ore o per convincerla che e' nornale oppure ore per studiare insieme una nuova posizione del portafoglio. Mettendomi nella lista dei tuoi potenziali clienti, a me da fastidio il fatto che io, che sono pronto a reggere tranquillamente dd importanti senza alzare il telefono o recare alcun disturbo, debba pagare la stessa parcella di persone che invece hanno un rapporto quotidiano con il consulente perche' hanno problemi psicologici.
La remunerazione deve essere anche legata all'impegno lavorativo, se spendo 1000 euro per 10 ore di lavoro all'anno o spendo io troppo oppure spende poco che impiega 100 ore di lavoro anno. Cifre a caso naturalmente.



Nel mio lavoro, se mi contatta una potenziale cliente, seguita da un Cfaofs o da un Cfa, è mio interesse cercare di conoscerla e vedere se può essere
da me seguita. Il fatto che la signora sia stata preoccupata, tra l'altro una signora con un'esperienza di investimento di decine di anni, dipende non dalla
discesa dei mercati ma dal fatto che la modalità di compenso pattuita l'ha esposta a rischi che lei non avrebbe voluto correre.

Non era questo che intendevo dire ... per capirci facciamo il ragionamento inverso, ho fatto una piccola ricerca tempo fa ed ho visto il rendimento netto reale di un
portafoglio 50% azionario e 50 % obbligazionario aggregato negli ultimi 20 anni è stato di circa il 3% ... ipotizzando che nei prossimi 20 anni il rendimento medio sia paragonabile qual'è la percentuale che dovrebbe spettare al consulente che ti consiglia questo portafoglio ? per la mia personale opinione il 30% di quel 3%

certo mi rendo conto che il consulente vuole essere pagato annualmente e non nel lungo periodo però si può ipotizzare qualche meccanismo che faccia in modo che il
costo della consulenza si aggiri su quell'importo e comunque in rapporto all'utilità procurata al cliente.

Se vado a ritroso e faccio questo conteggio i miei clienti hanno pagato mediamente dal 10 al 15% del rendimento, ma in modalità prestabilita e fissa.
Se avessi adottato il calcolo da te proposto, sono certo che gran parte di loro sarebbero scappati.
 
Una consulenza indipendente mi dici tu costa l’ 1%+IVA su diciamo 1.000.000€ sono 12.200€ di parcella (spero una tantum legata all’impostazione del portafoglio).

Apprezzerei un consulente che mi dicesse qualcosa tipo studiati il libro di @GreedyTrader, ci vediamo tra un mese e poi ti spiego quello che non hai capito a 80€ l’ora più iva. Quando invece poi raggiungerai il paio di milioni forse è tuo interesse utilizzare qualche strumento più sofisticato che potrei progettarti io.


Un cliente che arriva nel mio studio e mi chiede con quale libro informarsi, riceve un'elenco di titoli e non paga nulla.

Ma chiaramente questo non è il cliente tipico ne dei Cfa ne delle banche.
Oggi ho spiegato ad un potenziale cliente cosa ha firmato per acquistare il 30% di portafoglio in certificate collocati dal Cfaofs.
Pensi che le raccolte fatte dalle reti di Cfaofs o la trasformazione in gestito dei risparmi degli italiani venga fatta a persone che
leggono e si informano?
 
Oggi ho spiegato ad un potenziale cliente cosa ha firmato per acquistare il 30% di portafoglio in certificate collocati dal Cfaofs.
Pensi che le raccolte fatte dalle reti di Cfaofs o la trasformazione in gestito dei risparmi degli italiani venga fatta a persone che
leggono e si informano?
Non ho capito cosa intendi
 
Quando invece poi raggiungerai il paio di milioni forse è tuo interesse utilizzare qualche strumento più sofisticato che potrei progettarti io.


Un Cfa non progetta nulla, non crea prodotti, non gestisce i portafogli dei clienti.
Può sembrare riduttivo, ma è così e dobbiamo farci i conti.
Chi si aspetta che un Cfa possa "creare opportunità" precluse ad altri, sbaglia e deve rivolgersi altrove.

Non ho capito cosa intendi

Ho parlato di questionario mifid, di kid, di prospetto informativo, ma lui non sapeva nemmeno come mai
una parte così rilevante del suo portafoglio fosse in perdita più delle azioni.
Voglio dire che il cliente medio italiano, va in banca o dal suo Cfaofs, senza competenza alcuna.
Se avesse voglia di leggere e di informarsi, non sottoscriverebbe prodotti con commissioni tra il 7 e il 9%, senza nemmeno comprendere
i termini dei documenti proposti.
 
Riguardo i compensi a me piacerebbe un qualcosa di flat, tipo 500 euro/anno ed in queste 500 euro/anno rientrano 10 ore di consulenza/formazione/studio/conoscenza, passate queste 10 ore quantifichi 10 minuti per email mentre riguardo il telefono con il cellulare tieni conto e reportizzi i minuti ed a quel punto ti fai pagare un tot ad ora, 10 euro, 50 euro, 100 euro. Potresti anche inserire una commissione di gestione in caso di rendimento ptf positivo mentre se negativo ti "accontenti" dei 500/anno + extra. Volendo essere ancora piu' estremi, alzi la % di commissione con rendimenti positivi ed applichi una retrocessione per rendimenti negativi con la clausola che comunque sia alla fine dell'anno il compenso minimo deve comunque essere di 500, 1000, 3000 euro.


Nella prima parte non mi ritrovo... clienti che oggi pagano 15000 - 20000 € l'anno di commissioni di gestione, dovrebbero pagarne 500 solo per informarsi!
Non conosci i clienti, temo. Chi è disposto a pagare 500 € per la formazione sono i giovani senza patrimonio importante che vogliono acquisire le basi per fare da soli.

Nella seconda parte utilizzi un metodo che potrei comprendere, ma che non mi piace utilizzare per coerenza, pur essendo estremamente conveniente nel mio caso.
Credo che senza esagerare, raddoppierei il fatturato.
Ma non lo troverei corretto, come ho già più volte ripetuto, l'anno che il cliente ottiene il 10% di rendimento non ho merito alcuno, come non ho demeriti l'anno
che ottiene il -8%. Ma con il tuo metodo io prenderei il fisso ogni anno ed un bel premio il primo anno
 
Hai ragione, ho utilizzato io il termine "fregarsene" ma mi sembra di aver ben argomentato, i risultati devono dipendere dal profilo di rischio e dall'andamento dei mercati, poco, molto poco dalle attività previsionali del consulente o del cliente.






Sono stato più chiaro?

si un pochino di più e sostanzialmente sono d'accordo con questa impostazione ma se devo pagare una quota prestabilità e fissa non so a priori se quanto andrò a pagare e proporzionale ai risultati che posso raggiungere ed allora non credo che mi convenga fare una forma di questo contratto ... ovviamente ci saranno sempre persone che preferiscono questa modalità e
capisco che tutti abbiamo esigenze diverse
 
si un pochino di più e sostanzialmente sono d'accordo con questa impostazione ma se devo pagare una quota prestabilità e fissa non so a priori se quanto andrò a pagare e proporzionale ai risultati che posso raggiungere ed allora non credo che mi convenga fare una forma di questo contratto ... ovviamente ci saranno sempre persone che preferiscono questa modalità e
capisco che tutti abbiamo esigenze diverse

Come già scritto sopra, e precisato puntualmente da @bow con l'esempio numerico, la modalità da te proposta trasforma il Cfa in socio del cliente.
So per esperienza e per deontologia professionale che questo metodo oltre che svantaggiare il cliente snatura la figura del Cfa, quindi per me non sarebbe una metodologia
applicabile, ma c'è chi invece la utilizza, quindi troverai di certo, se vorrai, un metodo di calcolo di questo tipo.

Chi però vuol determinare in base ai risultati di gestione il compenso, deve anche sapere che altre attività di consulenza devono essere pagate a parte.
Per esempio: il portafoglio sotto consulenza a 5/6 zeri ha la metodologia sopra utilizzata, arriva la telefonata del Private di banca Y o del Cfaofs fidanzato con la figlia
del capo che chiede un'appuntamento, per fare proposte di investimento Uniche! Interpellate il vostro Cfa? come lo pagate ora?
 
Apprezzerei un consulente che mi dicesse qualcosa tipo studiati il libro di @GreedyTrader, ci vediamo tra un mese e poi ti spiego quello che non hai capito a 80€ l’ora più iva.

Più che consulenza parliamo di formazione. Sì, lo considero validissimo come discorso.

Personalmente ritengo quello ad ore di effettivo lavoro il più 'corretto' metodo di remunerazione di un consulente. Anche lì vedo delle possibili problematiche: semplicemente anche se mi costa in realtà pochissimo rispetto ad altre soluzioni (ragazzi 5 milioni in una unit al 4% sono 200mila euro l'anno... 2 milioni di parcelle in 10 anni) è naturale ed umano che se so che una persona mi costa ogni volta che la chiamo (es. il dentista) alla fine cerco di chiamarla il meno possibile e fare 'da me'... e poi il 'da me' magari poco a poco finisce farlo fare al CFAOFS amico di mio figlio appunto, che mi segue tanto ed è tanto disponibile non dico gratis ma in maniera 'invisibile'. Poi un bel giorno mi trovo a pagargli 200k l'anno e non so neppure come ci sono finito (se me ne accorgo).

Diciamo che un CFA potrebbe, anche per distaccarsi dal classico % del CFAOFS stabilire una parcella personalizzata in base a quello che il cliente chiede. Si fanno una serie di portafogli e si revisiona insieme la situazione una volta ogni 3 mesi? Credo si sia in grado di farsi un'idea delle ore di lavoro da dedicare a quella persona. Poi ovviamente se parliamo di X milioni magari quelle ore le remunera 120 euro l'ora (per dire...), se parliamo di X mila euro le remunera 40 euro l'ora (anche se anche questa distinzione forse è poco corretta... semplicemente sarebbe forse meglio prevedere 10 ore a trimestre per un portafoglio di una certa dimensione e 3 per un portafoglio di un'altra). Poi ovviamente per un lavoro extra ci saranno extra.
Il discorso di @DoctorT lo integrerei eventualmente con un qualche 'premio' basato su risultati (non per forza una percentuale del gain tipo 'socio'). Si potrebbe anche decidere, ad esempio, che dato X il compenso pattuito, magari il suo pagamento avvenga più in fasi di 'risultato' che di 'contrazione' del patrimonio (ragionamento sensato anche per il consulente, che personalmente sfido a non arrivare ad un contrasto andando a chiedere parcella a qualcuno cui si stanno facendo perdere bei soldi).

Quando invece poi raggiungerai il paio di milioni forse è tuo interesse utilizzare qualche strumento più sofisticato che potrei progettarti io.

Mah, guarda alla fine i portafogli sopra il paio di milioni che io ho gestito con risultati che mi sono stati detti soddisfacenti alla fine contenevano:
- Conti deposito
- Polizze Gestione Separata
- Titoli di Stato ed Obbligazioni
- ETF e Fondi
- Panieri di Azioni

So che in molti portafogli grossi abbondano poi le Gestioni Patrimoniali, strumento che non utilizzo poiché lo vedo 'sostitutivo' del mio apporto.
 
Ultima modifica:
Nella prima parte non mi ritrovo... clienti che oggi pagano 15000 - 20000 € l'anno di commissioni di gestione, dovrebbero pagarne 500 solo per informarsi!
Non conosci i clienti, temo. Chi è disposto a pagare 500 € per la formazione sono i giovani senza patrimonio importante che vogliono acquisire le basi per fare da soli.

Nella seconda parte utilizzi un metodo che potrei comprendere, ma che non mi piace utilizzare per coerenza, pur essendo estremamente conveniente nel mio caso.
Credo che senza esagerare, raddoppierei il fatturato.
Ma non lo troverei corretto, come ho già più volte ripetuto, l'anno che il cliente ottiene il 10% di rendimento non ho merito alcuno, come non ho demeriti l'anno
che ottiene il -8%. Ma con il tuo metodo io prenderei il fisso ogni anno ed un bel premio il primo anno

Forse non mi sono spiegato bene. 500 euro è la base ed è una base che ti porta 50k all'anno se hai 100 clienti. Il cliente che ha 2m di euro da investire, molto probabilmente sforerà le 10 ore base, ti chiamerà diverse volte e ti invierà diverse emails. Non conosco i clienti ma conosco le persone e quando parli di soldi con le persone, in una fase ribassista potresti avere la giornata piena di clienti che ti chiamano e ti scrivono, quindi i 100 clienti che già di base ti portano 50k, probabilmente facendo una media potrebbero portarti facilmente altre 500/1000 euro/mese. So quanto costa un'ora di manodopera in una officina, quanto costa un'ora da un medico specialista, non so quanto potrebbe costare un'ora da un consulente finanziario. La cifra la decidi te. Come pure se i 500 euro sono pochi chiedine 5000, in quel caso avresti 500k di base ma probabilmente non mi avresti come cliente.
Tra l'altro i 500 euro/1000 euro/5000 euro sono all'anno; ripeto, non conosco il settore della consulenza finanziaria ma la tariffa la fai te, sto solo esponendo un mio pensiero come da primo post tuo ;)

Sulla seconda parte, se ti legge un tuo cliente ti molla al volo; capisco quello che vuoi dire ma se scrivi che non hai nè meriti nè demeriti sull'andamento dei portafogli dei tuoi clienti ti bruci da solo e, leggendo dall'esterno mi lasci una brutta sensazione. Ieri parlavo con un ristoratore. Ci sono dei ristoranti che devono chiudere perchè non trovano personale, ci sono ristoranti invece dove il cameriere partecipa agli utili in % e quei ristoranti non chiudono. Sempre parlando da profano, se tu mi convinci che affidandomi a te il mio portafoglio potrebbe rendere il 10% in più (ed effettivamente poi è così), ritengo giusto che tu possa partecipare agli utili, peraltro la commissione di rendimento se mixi con quanto sopra la avresti solo quando il cliente decide di liquidare e non anno per anno.
 
si un pochino di più e sostanzialmente sono d'accordo con questa impostazione ma se devo pagare una quota prestabilità e fissa non so a priori se quanto andrò a pagare e proporzionale ai risultati che posso raggiungere ed allora non credo che mi convenga fare una forma di questo contratto ... ovviamente ci saranno sempre persone che preferiscono questa modalità e
capisco che tutti abbiamo esigenze diverse

Ne abbiamo parlato già mille volte, ma se si sceglie la via della consulenza autonoma e indipendente, bisogna che il sistema di pagamento non diventi esso stesso un conflitto d'interessi, sennò ci si ritrova nel cul-de-sac che si voleva evitare con gli intermediari bancari o peggio.
Il sistema a percentuale sulle performance è una via per l'inferno e già oggi un sistema esistente all'interno di molti fondi per drenare risorse ad ufo ai clienti investitori e pure agli intermediari che li collocano.
Già ci riescono i fondi che devono almeno rispondere di pubblicazione di bilanci, quotazioni, regolamentazioni varie....figurati un consulente lanciato a briglia sciolta tra le praterie dei babbei....

Bisogna che il pagamento rappresenti un punto di equilibrio tra la soddisfazione consapevole del cliente e quella del consulente....giusto impegno, no obbligo di risultato ma di intenti, deve essere infrangibile alle variazioni in corso d'opera(soldi drenati per immobili e tiramenti vari e viceversa), deve mettere il consulente in grado di essere fedele al profilo di rischio dell'investitore senza eccessive rigidità, deve limitare nel tempo i momenti di pagamento perchè ogni volta si sarebbe tentati di fare un check e valutare l'andamento anche quando i portafogli hanno obiettivi pluriennali, deve considerare insomma il tempo come driver, ma è impossibile quantificarlo con precisione.....
io ad esempio un ora fa ho passato venti minuti a guardare dei titoli americani presenti in portafogli di miei clienti...cosa li consideriamo? Di sicuro se non li avevo passavo il mio tempo a fare altro...è stato un grande impegno? No di sicuro...che facciamo divido 20 minuti per il numero di clienti che li hanno? Oppure chi ne ha di più gli addebito i minuti in modo proporzionale?...guarda che sembra una ********* ma 20 minuti al giorno fanno 75 ore l'anno solo per questa specifica attività...fatturo 7.500€...come e a chi?
 
So quanto costa un'ora di manodopera in una officina, quanto costa un'ora da un medico specialista, non so quanto potrebbe costare un'ora da un consulente finanziario. La cifra la decidi te. Come pure se i 500 euro sono pochi chiedine 5000, in quel caso avresti 500k di base ma probabilmente non mi avresti come cliente.
Tra l'altro i 500 euro/1000 euro/5000 euro sono all'anno; ripeto, non conosco il settore della consulenza finanziaria ma la tariffa la fai te, sto solo esponendo un mio pensiero come da primo post tuo ;)

Sulla seconda parte, se ti legge un tuo cliente ti molla al volo; capisco quello che vuoi dire ma se scrivi che non hai nè meriti nè demeriti sull'andamento dei portafogli dei tuoi clienti ti bruci da solo e, leggendo dall'esterno mi lasci una brutta sensazione. Ieri parlavo con un ristoratore. Ci sono dei ristoranti che devono chiudere perchè non trovano personale, ci sono ristoranti invece dove il cameriere partecipa agli utili in % e quei ristoranti non chiudono. Sempre parlando da profano, se tu mi convinci che affidandomi a te il mio portafoglio potrebbe rendere il 10% in più (ed effettivamente poi è così), ritengo giusto che tu possa partecipare agli utili, peraltro la commissione di rendimento se mixi con quanto sopra la avresti solo quando il cliente decide di liquidare e non anno per anno.

Ti ringrazio per le tue risposte, ci mancherebbe.
Il post non era incentrato sulle modalità di pagamento, anche se capisco che per il cliente possa essere l'aspetto principale.
Ma se è così, è giusto che lui faccia da solo o si faccia seguire da altri.
Per quanto riguarda i miei clienti, sembra strano, ma a mollarmi sono principalmente quelli che non capiscono il concetto sopra espresso.
Chi cerca il veggente, il mago, colui che sa prevedere i mercati e batterli, se diventa mio cliente, sto sbagliando tutto.
Posso essere un buon consulente solamente con chi comprende in cosa consiste la mia consulenza e quale valore aggiunto posso dare, se
ha pretese diverse, sicuramente sarà un cliente insoddisfatto, tanto vale dirglielo subito e fargli trovare "l'azzecca garbugli" adatto alle sue esigenze.
Di certo lo troverà! Importante che non sia io, l'azzecca garbugli.
 
Per tornare al tema centrale della discussione, provo io a lanciare il sasso nello stagno.
In questa particolare proposta oltre all'intervento di chi vorrà commentare mi interessa principalmente il parere di chi è già nel settore, bancario, Cfaofs o cfa
non ha importanza.
La consulenza su base indipendente potrebbe essere offerta, oltre che da singoli professionista o scf, anche da banche.
Chiaramente non è plausibile che importanti istituti che con le filiale o le reti di Cfafs hanno importanti quote di mercato
e margini in costante aumento lascino la preda quando ancora non l'hanno spolpata ben ben!
Al contrario per Banca Sella, che ha già preparato un software a disposizione di noi Cfa, o altri player
che non hanno posizioni di rendita o investimenti da difendere, aggredire il mercato della Cfa con una propria
rete di professionisti, autonomi dall'attività tradizionale, sembrerebbe essere, a mio avviso, una scelta vincente
e potenzialmente molto redditizia. Chi è del settore, si lancerebbe nell'avventura, se avesse al fianco un partner
tecnologico che consenta di lavorare in autonomia, chiaramente lasciando parte del margine ma potendo contare
sulla "consulenza indipendente di Banca X o Banca Y"? Inutile dire che questa modalità faciliterebbe anche l'incasso delle parcelle.
 
Per tornare al tema centrale della discussione, provo io a lanciare il sasso nello stagno.
In questa particolare proposta oltre all'intervento di chi vorrà commentare mi interessa principalmente il parere di chi è già nel settore, bancario, Cfaofs o cfa
non ha importanza.
La consulenza su base indipendente potrebbe essere offerta, oltre che da singoli professionista o scf, anche da banche.
Chiaramente non è plausibile che importanti istituti che con le filiale o le reti di Cfafs hanno importanti quote di mercato
e margini in costante aumento lascino la preda quando ancora non l'hanno spolpata ben ben!
Al contrario per Banca Sella, che ha già preparato un software a disposizione di noi Cfa, o altri player
che non hanno posizioni di rendita o investimenti da difendere, aggredire il mercato della Cfa con una propria
rete di professionisti, autonomi dall'attività tradizionale, sembrerebbe essere, a mio avviso, una scelta vincente
e potenzialmente molto redditizia. Chi è del settore, si lancerebbe nell'avventura, se avesse al fianco un partner
tecnologico che consenta di lavorare in autonomia, chiaramente lasciando parte del margine ma potendo contare
sulla "consulenza indipendente di Banca X o Banca Y"? Inutile dire che questa modalità faciliterebbe anche l'incasso delle parcelle.

Io credo che l'unico sistema sia che il consulente paghi di tasca sua l'intermediario che gli permette di gestire tramite i suoi sistemi le posizioni dei clienti, così gli incassi dell'intermediario sarebbero quelli e il business sarebbe permettere a quanti più consulenti di usare la sua piattaforma...una specie di consultique operativa.
Se esiste un intermediario che richiede il deposito presso di se delle masse e guadagna una fee dalle masse presso di lui collocate dal consulente, anche autonomo, sarà sempre tentato di favorire gli strumenti a più alto valore aggiunto per esso.
Verrebbe meno la libertà del consulente di gestire la parcella come gli pare...non potrebbe ad esempio farsi pagare a fine anno se l'intermediario magari ogni mese gli succhia via delle percentuali(è solo un esempio)
A me questa situazione mi sembra già presente, anche in fineco col Plus o con advice non ci vedrei niente di nuovo, ma forse non ho capito bene cosa intendevi...
 
Forse non mi sono spiegato bene. 500 euro è la base ed è una base che ti porta 50k all'anno se hai 100 clienti. Il cliente che ha 2m di euro da investire, molto probabilmente sforerà le 10 ore base, ti chiamerà diverse volte e ti invierà diverse emails. Non conosco i clienti ma conosco le persone e quando parli di soldi con le persone, in una fase ribassista potresti avere la giornata piena di clienti che ti chiamano e ti scrivono, quindi i 100 clienti che già di base ti portano 50k, probabilmente facendo una media potrebbero portarti facilmente altre 500/1000 euro/mese. So quanto costa un'ora di manodopera in una officina, quanto costa un'ora da un medico specialista, non so quanto potrebbe costare un'ora da un consulente finanziario. La cifra la decidi te. Come pure se i 500 euro sono pochi chiedine 5000, in quel caso avresti 500k di base ma probabilmente non mi avresti come cliente.
Tra l'altro i 500 euro/1000 euro/5000 euro sono all'anno; ripeto, non conosco il settore della consulenza finanziaria ma la tariffa la fai te, sto solo esponendo un mio pensiero come da primo post tuo ;)

Sulla seconda parte, se ti legge un tuo cliente ti molla al volo; capisco quello che vuoi dire ma se scrivi che non hai nè meriti nè demeriti sull'andamento dei portafogli dei tuoi clienti ti bruci da solo e, leggendo dall'esterno mi lasci una brutta sensazione. Ieri parlavo con un ristoratore. Ci sono dei ristoranti che devono chiudere perchè non trovano personale, ci sono ristoranti invece dove il cameriere partecipa agli utili in % e quei ristoranti non chiudono. Sempre parlando da profano, se tu mi convinci che affidandomi a te il mio portafoglio potrebbe rendere il 10% in più (ed effettivamente poi è così), ritengo giusto che tu possa partecipare agli utili, peraltro la commissione di rendimento se mixi con quanto sopra la avresti solo quando il cliente decide di liquidare e non anno per anno.

Nella parte che ho evidenziato in grassetto, stai facendo una richiesta impossibile. Nessuno è in grado di farti rendere il 10% in più o perdere il 10% in meno (che è lo stesso) costantemente, nel lungo termine.

La parte pericolosa di questa richiesta/offerta (se viene da un consulente) è che, se per caso quel consulente all'inizio ti fa guadagnare quel 10% in più - facendo scommesse con il mercato che premiano -, potresti arrivare a credere che sia merito suo. In realtà, sarebbe stata soltanto fortuna e quella prima o poi (di solito prima) finisce e il cliente si renderà conto della dura realtà.

Poi, come fare a pagare la commissione soltanto quando il cliente decide di liquidare? E se lui liquida fra 10 anni, il consulente aspetta 10 anni? Andrebbero fatti i calcoli ogni anno o ogni tot mesi ma c'è il rischio, come Bow mi sembra aveva già fatto notare, che dopo il primo anno che le cose sono andate bene e il consulente ha incassato la sua fetta, il consulente poi decida di smettere o di lasciare il cliente e le eventuali perdite future rimarranno tutte a carico del cliente.
 
Per tornare al tema centrale della discussione, provo io a lanciare il sasso nello stagno.
In questa particolare proposta oltre all'intervento di chi vorrà commentare mi interessa principalmente il parere di chi è già nel settore, bancario, Cfaofs o cfa
non ha importanza.
La consulenza su base indipendente potrebbe essere offerta, oltre che da singoli professionista o scf, anche da banche.
Chiaramente non è plausibile che importanti istituti che con le filiale o le reti di Cfafs hanno importanti quote di mercato
e margini in costante aumento lascino la preda quando ancora non l'hanno spolpata ben ben!
Al contrario per Banca Sella, che ha già preparato un software a disposizione di noi Cfa, o altri player
che non hanno posizioni di rendita o investimenti da difendere, aggredire il mercato della Cfa con una propria
rete di professionisti, autonomi dall'attività tradizionale, sembrerebbe essere, a mio avviso, una scelta vincente
e potenzialmente molto redditizia. Chi è del settore, si lancerebbe nell'avventura, se avesse al fianco un partner
tecnologico che consenta di lavorare in autonomia, chiaramente lasciando parte del margine ma potendo contare
sulla "consulenza indipendente di Banca X o Banca Y"? Inutile dire che questa modalità faciliterebbe anche l'incasso delle parcelle.

Per non esserci conflitto di interessi, la Banca X o Y non dovrebbero "vendere" nessun prodotto finanziario di investimento, ma proprio nessuno, altrimenti come potrebbero fare consulenza in autonomia?
 
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