enjoyash
Buzzkill.
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Io ricordo in TV la vicenda di Mattia Maestri, il manager yuppie palestrato con la moglie incinta, finiti entrambi in coma.
Erano sicuramente under 40 tutti e due, mi pare che lui fosse stato ribattezzato "paziente zero" oppure "paziente uno". Se può colpire loro può colpire chiunque, anche giovane e in perfetta forma. Questa l'ovvia considerazione, che però fortunatamente ha trovato poco riscontro nei dati reali. Secondo i dati Istat, -8% di morti under 50 nel 2020 rispetto alla media 2015-19.
non era palestrato, era un podista (scarso) e calciatore (amatoriale).
era il primo covid, che era più forte, poi non sapevano minimamente come curarlo.
ricordo che quando era già contagiato si era fatto uno o due allenamenti di corsa e una partita di calcio, dopo la quale era stato male, con mal di testa e febbre (sabato 15 febbraio).
poi per una settimana praticamente fece tachipirina e vigile attesa (prima ancora che diventasse un protocollo ufficiale di cura )
Mattia Maestri, manager di azienda di 38 anni, si presenta in ospedale il 18 febbraio del 2020, rifiutando inizialmente il ricovero. Ha la febbre alta e una brutta polmonite e, dopo un peggioramento, il 20 febbraio entra in terapia intensiva, dove rimane per due settimane. Sottoposto al tampone dall'anestesista Annalisa Malara, di turno nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Codogno, risulta positivo al Covid. Il virus fino ad allora era confinato in Cina, o almeno così si pensava. Mattia è il primo positivo italiano, il primo acclarato. Per questo viene chiamato 'paziente uno', ma gli anelli della catena che hanno portato al suo contagio sono stati introvabili, sebbene quelli successivi siano arrivati velocemente. Presto sono risultati positivi anche gli amici di Mattia, la moglie e gli operatori sanitari che lo hanno curato.
Nel frattempo, Mattia comunque si riprende. E si salva. In alcune delle sue interviste, ripete: "Verso i dottori che mi hanno salvato ho un debito di riconoscenza enorme, ma io ora voglio solo dimenticare". Di quei giorni, in coda all'incubo, resta l'intuizione della rianimatrice Annalisa Malara che gli fa il test al di fuori dei protocolli del ministero della Salute (che lo prevedono solo per chi è di rientro dalla Cina e i loro contatti), l'ambulanza che lo porta a Pavia nella notte tra il 21 e il 22 febbraio, i successivi 18 giorni di rianimazione intubato e con la vita appesa a un filo, il trasferimento in reparto dove al di là di un vetro finalmente può rivedere la moglie incinta, l'uscita dall'ospedale il 21 marzo in tempo per la nascita della figlia Giulia. Oggi Mattia è un sopravvissuto che desidera soprattutto dare serenità alla sua famiglia, ma allo stesso tempo non dimentica il padre Moreno, morto di Covid proprio nel giorno della festa del papà, il 19 marzo, dopo settimane in cui quattro componenti della famiglia Maestri, contando anche la piccola Giulia, si trovano in tre diversi ospedali della Lombardia. Oggi Mattia è tornato alla vita di sempre, tra hobby, lavoro e famiglia.
C'è da dire che all'epoca il tampone lo facevano solo ai casi gravi praticamente, per cui il covid sembrava una malattia molto più grave di quello che era..ed è stato un caso che il primo caso scoperto in Italia fosse un giovane sano e non un anziano (il 2° caso era un anziano di Vo'), ma in quei giorni in giro chissà quante decine di migliaia di positivi c'erano che non lo sapevano nemmeno e l'hanno scambiata per influenza.
Comunque la moglie incinta non ebbe praticamente nulla, mentre il padre morì...nello stesso periodo tanti altri anche famosi come Zingaretti e Porro guarirono stando a casa...la letalità di quel covid era circa 1-2%, ora siamo allo 0,1.
Comunque anche di normale influenza da sempre qualche decina di giovani all'anno, anche apparentemente sanissimi, finisce in cimitero o si fa settimane di ricovero, quindi purtroppo è una cosa che capitava e capiterà sempre..son casì rari ma succedono.
https://primamonza.it/cronaca/a-18-anni-muore-di-influenza/
Si è spento improvvisamente a soli 18 anni Mattia Rapetti, di Caravaggio. Il ragazzo aveva contratto nei giorni scorsi una banale influenza. Degenerata in una polmonite.
A 18 anni muore di influenza
Aveva solo 18 anni Mattia Rapetti. Il giovane di Caravaggio, secondo quanto riportato da fonti vicine alla famiglia, aveva preso una banale influenza. Nulla di preoccupante, sembrava. Ma in pochi giorni la malattia è degenerata in una brutta polmonite e l’ha portato via. Una morte che lascia senza parole.
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