Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte X

Stato
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Tutto giusto. Perché da altre parti con costi ben inferiori non si fanno figli uguale?

Il meridionale probabilmente una mezza idea se l'è fatta quando ha cercato gli annunci di lavoro nella sua regione. Poi magari apprezzi diversi aspetti della Lombardia e di Milano, ma tutto parte dal totale deserto di opportunità che si trova a casa.


Si chiamano coinquilini.
Pensare di mettersi con un partner solo per dividere le spese è una battuta da bar. Te lo raccomando come diventa piacevole la convivenza.


Non ho voglia di ripetermi, ma non è così.
Se hai crescente traffico e congestione devi scegliere. O punti alle città evolute che provano a cambiare paradigma oppure segui il modello Cairo.
Peraltro, pure NYC ha grosse barriere per l'auto a Manhattan, oltre ad averla riempita di ciclabili.



Madonna che discorsi da boomer però eh.
Stai dipingendo me e altri come dei barboni che vivono in totali rinunce quando ti è stato spiegato N volte che sono cambiate le priorità: frega nulla dell'auto ganza, del giardino o della stanza in più ma si privilegia la socialità, altri piaceri o esperienze (viaggi).
Faccio inoltre presente che i prezzi non mentono: se le tanto amate ville con giardino fuori città in molti casi te le tirano dietro, mentre i loculi vanno a ruba, significa che la gente non ha le tue preferenze.

Ma come sempre pare lesa maestà non avere le stesse preferenze della generazione precedente. E come sempre si dipinge una versione come "quella giusta", mentre chi non la pensa così è un provincialotto col "mito di Milano".
Qualche esempio di villetta con giardino? Così, per farsi un'idea
 
Stai scherzando?

E' pieno di gente che per sollevare il proprio status sociale deve avere la casa a Milano (in semicentro, sia chiaro!), sono emigrati, hanno studiato nelle università del nord, hanno il titoletto di "manager" (molto spesso solo il titolo poi le mansioni sono meramente impiegatizie), per andare a Paderno Dugnano? Molti finirebbero in depressione (se va male) o in analisi (se va bene).

Molti qui sottovalutano (o fanno finta di sottovalutare) quella che io chiamo la sindrome dell'immigrato.

Quando torna a casa, deve raccontare di aver "fatto carriera, di aver successo". Non è assolutamente ammissibile andare a vivere a Paderno Dugnano! :o:yes:
 
Stai scherzando?

E' pieno di gente che per sollevare il proprio status sociale deve avere la casa a Milano (in semicentro, sia chiaro!), sono emigrati, hanno studiato nelle università del nord, hanno il titoletto di "manager" (molto spesso solo il titolo poi le mansioni sono meramente impiegatizie), per andare a Paderno Dugnano? Molti finirebbero in depressione (se va male) o in analisi (se va bene).

Molti qui sottovalutano (o fanno finta di sottovalutare) quella che io chiamo la sindrome dell'immigrato.

Quando torna a casa, deve raccontare di aver "fatto carriera, di aver successo". Non è assolutamente ammissibile andare a vivere a Paderno Dugnano! :o:yes:
Chettedevoddì? Mi hanno chiesto degli esempi e io li ho tirati fuori.
Mica ho detto che è bello o brutto vivere a Paderno Dugnano.
PS Io sono un Cormano boy, vissuto lì fino ai 30. Ho respirato per decenni autostrada e FNM, sono rotto a qualsiasi forma di inquinamento.
 
Chettedevoddì? Mi hanno chiesto degli esempi e io li ho tirati fuori.
Mica ho detto che è bello o brutto vivere a Paderno Dugnano.
PS Io sono un Cormano boy, vissuto lì fino ai 30. Ho respirato per decenni autostrada e FNM, sono rotto a qualsiasi forma di inquinamento.
Assolutamente, ero provocatorio.

Volevo sottolineare che per alcuni è inammissibile l'hinterland milanese per questioni di pressione sociale e psicologiche. E' più facile che un monzese vada a vivere a Paderno Dugnano rispetto ad un napoletano, che ci va solo se costretto dal portafoglio.

Questo spiega perché molti acquistino i seminterrati o i famosi monolocali (13m2) a prezzi fuori da ogni logica e di rispetto per se stessi Mansarda via André-Marie Ampère 40, Città Studi, Milano | 1 locale | 13 m² devono avere sulla carta di identità la scritta: Comune di Milano.

Questo aspetto (psicologico (la scritta Comune di Milano) e sindrome dell'immigrato/pressione sociale) complici i tassi di interesse bassi ha favorito ampiamente l'aumento dei prezzi anche per gli appartamenti che oggettivamente non valgono certe cifre.
 
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Assolutamente, ero provocatorio.

Volevo sottolineare che per alcuni è inammissibile l'hinterland milanese per questioni di pressione sociale e psicologiche. E' più facile che un monzese vada a vivere a Paderno Dugnano rispetto ad un napoletano, che ci va solo se costretto dal portafoglio.

Questo spiega perché molti acquistino i seminterrati o i famosi monolocali (13m2) a prezzi fuori da ogni logica e di rispetto per se stessi Mansarda via André-Marie Ampère 40, Città Studi, Milano | 1 locale | 13 m² devono avere sulla carta di identità la scritta: Comune di Milano.

Questo aspetto (psicologico (la scritta Comune di Milano) e sindrome dell'immigrato/pressione sociale) complici i tassi di interesse bassi ha favorito ampiamente l'aumento dei prezzi anche per gli appartamenti che oggettivamente non valgono certe cifre.
Conosco, conosco. Ho esempi in famiglia. Gente che è passata da Cormano a Milano e se la tira come se avesse un attico in 5th Avenue.
Conosco anche gente che residente altrove (e non parlo dell’hinterland) è venuta a partorire a Milano pur di avere F205 sul CF del pargolo.
 
Conosco anche gente che residente altrove (e non parlo dell’hinterland) è venuta a partorire a Milano pur di avere F205 sul CF del pargolo.

Pensa che il San Raffaele ha dovuto spostare le sale parto perché le mamme non volevano partorire nel Comune di Segrate.:D

San Raffaele, pochi metri più in là e si nasce a Milano


La domanda fatidica delle sciure milanesi, a pochi giorni dal parto, è da sempre la stessa: «Ma mio/a figlio/a cosa avrà scritto sulla carta d’identità?». È una questione di (pochi) metri, che per più di una paziente negli anni è diventata un cruccio: finora chi nasceva al San Raffaele aveva scritto sui documenti Segrate . Il motivo? Il confine tra i due Comuni taglia a metà l’ospedale di via Olgettina. E le sale parto si trovavano nella zona non milanese.

[...]

Mercoledì al San Raffaele sono nati i primi due bimbi che avranno scritto Milano . Tutto merito delle nuove sale parto, appena trasferite nel padiglione Diamante (conosciuto anche per i ricoveri di Silvio Berlusconi). Così i dati anagrafici dei neonati cambierann
 
Villetta indipendente fuori Milano tutta la vita.
 
Conosco, conosco. Ho esempi in famiglia. Gente che è passata da Cormano a Milano e se la tira come se avesse un attico in 5th Avenue.
Conosco anche gente che residente altrove (e non parlo dell’hinterland) è venuta a partorire a Milano pur di avere F205 sul CF del pargolo.
:clap:
Che provincialismo
 
Villa unifamiliare via Legnano 584, Uboldo | 5 locali | 200 m²
Nuova di pacca. Con la stessa cifra ti compri 80mq entro la circonvalla inclusa la ristrutturazione.
De gustibus.
Appena venisse un po' di crisi immobiliare la villetta a Cà de Dio rischi di venderla a 50 euro, gli 80mq entro la circonvalla sono come un assegno circolare, quando ti dovesse servire il cash, metti l'annuncio di vendita, e il giorno dopo trac, sei già dal Notaio col circolare in mano.
 
Non funziona così. La congestione significa letteralmente perdere soldi. Ogni minuto perso dal sistema negli ingorghi è un minuto perso.
Non è la congestione a spingere la riqualificazione di nuove zone, ma la ricerca di soluzioni per risolverla.
Innanzitutto occorre prendere atto di una cosa: in città si va già ora molto piano, per cui non capisco chi si sconvolge.
La tipica azione per risolvere le congestioni è il divieto di accesso. L'azione risolve la congestione nell'area A e la sposta nella limitrofa area B. In questo modo chi vive nell'area A beneficia della riduzione del traffico, mentre chi vive nell'area B subisce gli effetti della congestione.
Tant'è che gli studi per la riduzione del traffico sconsigliano la costruzione di zone a traffico limitato poiché l'unico effetto è di spostare la congestione in altri quartieri. Ma in politica contano i voti, quindi la cosa importante è spostare il traffico fuori dal proprio bacino e non proporre soluzioni complesse.
La misura, come altre, ha solo uno scopo (anzi 2): ridurre la competitività dell'automobile affinché le persone usino altro (ci sarebbe un tema di sicurezza stradale che dovrebbe stimolare indirettamente l'uso di forme di mobilità dolce).
Ciò dovrebbe comportare una maggiore vivibilità per i residenti (tutti, mica solo serviti da ATM) avendo meno casino in strada, meno ressa ai parcheggi e strade più sicure.

I migranti non c'entrano nulla perché non è una misura classista. Bisogna finirla di pensare (tipico pensiero d'altri tempi) che l'automobile sia un diritto divino e che debba andare ovunque senza limitazioni perché altrimenti viene lesa la libertà dell'automobilista.

Che poi si possa discutere del senso di applicazione totale son d'accordo, non trovo sensato mettere i 30 sui vialoni di accesso alla città, ma altrimenti non vedo davvero dove sia lo scandalo
La misura è puramente populista/ideologica (questo era il paragone con il muro di Trump), tant'è che si sono arrampicati sugli specchi per motivarla. Inoltre, poiché le auto sono meno efficienti a 30km/h il problema dell'inquinamento viene aumentato.

Ora, se le persone scelgono di pagare ogni mese il doppio/triplo/quadruplo rispetto alle alternative proposte dalla mobilità dolce, forse, e dico forse, ritengono che il mezzo privato valga N volte l'offerta proposta dell'alternativa migliore. La soluzione del Buon Goverso? Proporre misure che mirano ad alzare il costo dell'alternativa privata, ma nulla per migliorare la mobilità dolce, vedi: pricing per fasce orarie al fine di redistribuire il traffico oltre alle fasce di alta (7-9 / 17-19), sconti per chi usa i parcheggi di interscambio, qualità, puntualità e sicurezza del TPL).

Il problema è che queste misure funzionano! Le persone sono obbligate a muoversi e se non possono permettersi l'alternativa privata usano la mobilità dolce. Ma lo fanno perché gli è stato imposto dal quadro regolatorio, non per scelta... non si sta creando benessere!
Spiace, ma le misure della giunta di Milano sono misure da centro destra.

PS: nella mobilità dolce ho incluso il TPL.
 
Assolutamente, ero provocatorio.

Volevo sottolineare che per alcuni è inammissibile l'hinterland milanese per questioni di pressione sociale e psicologiche. E' più facile che un monzese vada a vivere a Paderno Dugnano rispetto ad un napoletano, che ci va solo se costretto dal portafoglio.

Questo spiega perché molti acquistino i seminterrati o i famosi monolocali (13m2) a prezzi fuori da ogni logica e di rispetto per se stessi Mansarda via André-Marie Ampère 40, Città Studi, Milano | 1 locale | 13 m² devono avere sulla carta di identità la scritta: Comune di Milano.

Questo aspetto (psicologico (la scritta Comune di Milano) e sindrome dell'immigrato/pressione sociale) complici i tassi di interesse bassi ha favorito ampiamente l'aumento dei prezzi anche per gli appartamenti che oggettivamente non valgono certe cifre.
Ma quali pressioni psicologiche, io ho tantissimi colleghi meridionali laureati e nessuno vive a Milano, tutti nell'hinterland o in Brianza. Quando tornano a Sud dicono che vivono a Milano, o pensi che a Cisternino, Benevento o Modica interessi qualcosa a qualcuno a quanti chilometri stai da piazza Duomo? E' tutto "Milano" fino al confine svizzero.
 
La tipica azione per risolvere le congestioni è il divieto di accesso. L'azione risolve la congestione nell'area A e la sposta nella limitrofa area B. In questo modo chi vive nell'area A beneficia della riduzione del traffico, mentre chi vive nell'area B subisce gli effetti della congestione.
Tant'è che gli studi per la riduzione del traffico sconsigliano la costruzione di zone a traffico limitato poiché l'unico effetto è di spostare la congestione in altri quartieri. Ma in politica contano i voti, quindi la cosa importante è spostare il traffico fuori dal proprio bacino e non proporre soluzioni complesse.

Gli studi sconsigliano misure isolate a caso e, in questo caso, parliamo di limiti di velocità.
Le ZTL (e in generale tutte le misure di disincentivo all'auto, come la riduzione di parcheggi) hanno senso se accompagnate da un TPL efficiente (magari anche dallo sviluppo della mobilità ciclabile) perché permette di spostare la modalità di trasporto di alcune categorie.
Peraltro farei notare che in caso di sviluppo concentrico come quello milanese, spostare da A (centro) a B (fuori) significa muoversi lungo il raggio e quindi avere un incremento esponenziale dell'area dove spalmare il traffico. Area dove sarà possibile sviluppare interscambi con altre modalità di trasporto.

La misura è puramente populista/ideologica (questo era il paragone con il muro di Trump), tant'è che si sono arrampicati sugli specchi per motivarla. Inoltre, poiché le auto sono meno efficienti a 30km/h il problema dell'inquinamento viene aumentato.

E' letteralmente l'opposto del populismo data l'accoglienza, prevedibile, che ha suscitato. La misura è già applicata (o prossima ad esserlo) in diverse realtà europee.
Peraltro non c'è da arrampicarsi da nessuna parte: i 30 km/h riducono di molto gli incidenti mortali, che è lo scopo della misura.

Ora, se le persone scelgono di pagare ogni mese il doppio/triplo/quadruplo rispetto alle alternative proposte dalla mobilità dolce, forse, e dico forse, ritengono che il mezzo privato valga N volte l'offerta proposta dell'alternativa migliore.

Forse, e dico forse, è un attimo miope considerare una scelta di trasporto senza considerare gli aspetti culturali e gli effetti sistemici?
Forse utilizzare la bicicletta con le ciclabili separate e auto a velocità limitata non è la stessa cosa di usarla in circonvalla adesso?
Forse i mezzi pubblici di superficie avrebbero performance diverse se, oltre ai semafori e preferenziali, ci fosse meno traffico cittadino.

La soluzione del Buon Goverso? Proporre misure che mirano ad alzare il costo dell'alternativa privata, ma nulla per migliorare la mobilità dolce, vedi: pricing per fasce orarie al fine di redistribuire il traffico oltre alle fasce di alta (7-9 / 17-19), sconti per chi usa i parcheggi di interscambio, qualità, puntualità e sicurezza del TPL).

Tutte cose giuste. Faccio però presente che il pricing del TPL per gli abbonamenti rimane estremamente basso. L'abbonamento ai parcheggi di interscambio costa 1 euro al giorno con l'annuale.
L'alternativa privata non è sostenibile e la sua disincentivazione è l'unica strada percorribile.
Il TPL milanese ha molte possibilità di miglioramento, ma tutto sommato il servizio non è male. Se devo essere sincero vedo problemi maggiori con Trenord.

Il problema è, anche e soprattutto, la cultura dell'automobile. C'è gente che per partito preso non prende i mezzi pubblici.
Libera di farlo, ma giustamente paga.

Il problema è che queste misure funzionano! Le persone sono obbligate a muoversi e se non possono permettersi l'alternativa privata usano la mobilità dolce. Ma lo fanno perché gli è stato imposto dal quadro regolatorio, non per scelta... non si sta creando benessere!
Spiace, ma le misure della giunta di Milano sono misure da centro destra.

Il problema è il concetto di benessere. Intanto per chi in città ci abita che non deve certo essere penalizzato perché l'altrui benessere pretende di avere ovunque accesso con l'auto e magari pure i parcheggi.
Sempre in città, il benessere dei cittadini aumenta se possono utilizzare forme alternative più efficienti, se diminuisce l'inquinamento acustico e se aumenta la vivibilità (e quindi l'attrattività e il valore) di determinate aree.
Il calo di incidenti mortali peraltro beneficia principalmente i pedoni che saranno verosimilmente milanesi per una buona parte.
Secondo quale principio il sindaco di Milano, votato dai milanesi, dovrebbe lavorare per privilegiare quelli che da fuori entrano in auto a Milano a discapito dei propri cittadini?


Io capisco benissimo le critiche all'area B, ma non vedo davvero nessun motivo per avversare l'abbassamento dei limiti di velocità, tantomeno vederlo come un attentato alla libertà personale.
 
Ma quali pressioni psicologiche, io ho tantissimi colleghi meridionali laureati e nessuno vive a Milano, tutti nell'hinterland o in Brianza. Quando tornano a Sud dicono che vivono a Milano, o pensi che a Cisternino, Benevento o Modica interessi qualcosa a qualcuno a quanti chilometri stai da piazza Duomo? E' tutto "Milano" fino al confine svizzero.
Ma poi basta guardare un minimo la conformazione dei paesi.

Milano quella è e quella rimane, il grosso dell'area urbana è hinterland più o meno prossimo.
 
Stai scherzando?

E' pieno di gente che per sollevare il proprio status sociale deve avere la casa a Milano (in semicentro, sia chiaro!), sono emigrati, hanno studiato nelle università del nord, hanno il titoletto di "manager" (molto spesso solo il titolo poi le mansioni sono meramente impiegatizie), per andare a Paderno Dugnano? Molti finirebbero in depressione (se va male) o in analisi (se va bene).

Molti qui sottovalutano (o fanno finta di sottovalutare) quella che io chiamo la sindrome dell'immigrato.

Quando torna a casa, deve raccontare di aver "fatto carriera, di aver successo". Non è assolutamente ammissibile andare a vivere a Paderno Dugnano! :o:yes:

Quella che tu impunti a pressione sociale e mito dell'immigrato è quella che io sostengo essere la ricerca di un equilibrio sociale.

Per l'ennesima volta:
- il giovane single tenderà (in base alle proprie tasche) a stare maggiormente in prossimità delle relazioni (poche) che ha, per cui spesso sarà propenso a cercare aree cittadine e muoversi in metro;
- la famiglia tenderà a ricercare spazi più ampi e soluzioni più tranquille, tendendo a spostarsi fuori.
Sopra tutto ciò impera il portafoglio, ossia uno si prende quello che si può permettere.

Che poi esista chi preferisce prendere a 400k un appartamento in periferia milanese e non la villetta con giardino a Paderno non lo metto in dubbio. Semplicemente gli piacerà di più così.
O credi seriamente che qualcuno si sia mai vantato di vivere alla Barona, a Affori o Corvetto?
No perché io non ho letteralmente MAI sentito niente del genere.

Però lo so che, sotto sotto, anche tu pensi che con l'appartamento in periferia sei un working poor che vive male, mentre la villetta di Paderno ti alza la qualità della vita.
Opinioni.
 
ci tengo a sottolineare che gli abbonamenti annuali non hanno mai subito aumenti di prezzo da quando vivo a Milano.
ho sempre lavorato in aziende convenzionate con il comune e ho sempre pagato (dal 2011) 300 euro all'anno (e cioè 25 euro al mese).

Praticamente oggi chi prende 10 volte al mese i mezzi pubblici è meglio se fa l'abbonamento annuale.
 
Ma quali pressioni psicologiche, io ho tantissimi colleghi meridionali laureati e nessuno vive a Milano, tutti nell'hinterland o in Brianza. Quando tornano a Sud dicono che vivono a Milano, o pensi che a Cisternino, Benevento o Modica interessi qualcosa a qualcuno a quanti chilometri stai da piazza Duomo? E' tutto "Milano" fino al confine svizzero.
o fino a Milano Marittima....:asd:
 
Ma quali pressioni psicologiche, io ho tantissimi colleghi meridionali laureati e nessuno vive a Milano, tutti nell'hinterland o in Brianza. Quando tornano a Sud dicono che vivono a Milano, o pensi che a Cisternino, Benevento o Modica interessi qualcosa a qualcuno a quanti chilometri stai da piazza Duomo? E' tutto "Milano" fino al confine svizzero.
vero, mi ricordo 40 anni fa a San Benedetto del tronto in ferie con le vespe targate MI quando ci chiedevano di dove eravamo dicevamo Milano ,(eravamo dell hinterland)e loro rosicavano....
 
Volevo sottolineare che per alcuni è inammissibile l'hinterland milanese per questioni di pressione sociale e psicologiche. E' più facile che un monzese vada a vivere a Paderno Dugnano rispetto ad un napoletano, che ci va solo se costretto dal portafoglio.

Ma stai scherzano? Ma conosci un minimo l'hinterland?
Io ho una cultura meridionale notevolissima grazie al tessuto sociale dell'hinterland. :D :D

Questo spiega perché molti acquistino i seminterrati o i famosi monolocali (13m2) a prezzi fuori da ogni logica e di rispetto per se stessi Mansarda via André-Marie Ampère 40, Città Studi, Milano | 1 locale | 13 m² devono avere sulla carta di identità la scritta: Comune di Milano.

Il fatto che sia a Città Studi non suggerisce qualcosa?
Ad ogni modo, a parte i 13 m2, non mi sembra così strano che si cerchi un pied a terre cittadino per lavorare a Milano.

Penso ai molti weekendisti che potrebbero fare la scelta di acquistare un loculo per risparmiare affitti e parimenti fare un investimento immobiliare.

Questo aspetto (psicologico (la scritta Comune di Milano) e sindrome dell'immigrato/pressione sociale) complici i tassi di interesse bassi ha favorito ampiamente l'aumento dei prezzi anche per gli appartamenti che oggettivamente non valgono certe cifre.

Capisco che esistano zone di pregio, che sia cool vivere a Porta Romana/Venezia/Nuova o in 5 giornate, ma non mi capacito minimamente di qualcuno che pimpi il suo status con certe zone.
Quando dico di vivere in Barona i commenti più positivi hanno dentro "Marracash" o battute da rapper sul fare brutto :D.
 
Stato
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