La tipica azione per risolvere le congestioni è il divieto di accesso. L'azione risolve la congestione nell'area A e la sposta nella limitrofa area B. In questo modo chi vive nell'area A beneficia della riduzione del traffico, mentre chi vive nell'area B subisce gli effetti della congestione.
Tant'è che gli studi per la riduzione del traffico sconsigliano la costruzione di zone a traffico limitato poiché l'unico effetto è di spostare la congestione in altri quartieri. Ma in politica contano i voti, quindi la cosa importante è spostare il traffico fuori dal proprio bacino e non proporre soluzioni complesse.
Gli studi sconsigliano misure isolate a caso e, in questo caso, parliamo di limiti di velocità.
Le ZTL (e in generale tutte le misure di disincentivo all'auto, come la riduzione di parcheggi) hanno senso se accompagnate da un TPL efficiente (magari anche dallo sviluppo della mobilità ciclabile) perché permette di spostare la modalità di trasporto di alcune categorie.
Peraltro farei notare che in caso di sviluppo concentrico come quello milanese, spostare da A (centro) a B (fuori) significa muoversi lungo il raggio e quindi avere un incremento esponenziale dell'area dove spalmare il traffico. Area dove sarà possibile sviluppare interscambi con altre modalità di trasporto.
La misura è puramente populista/ideologica (questo era il paragone con il muro di Trump), tant'è che si sono arrampicati sugli specchi per motivarla. Inoltre, poiché le auto sono meno efficienti a 30km/h il problema dell'inquinamento viene aumentato.
E' letteralmente l'opposto del populismo data l'accoglienza, prevedibile, che ha suscitato. La misura è già applicata (o prossima ad esserlo) in diverse realtà europee.
Peraltro non c'è da arrampicarsi da nessuna parte: i 30 km/h riducono di molto gli incidenti mortali, che è lo scopo della misura.
Ora, se le persone scelgono di pagare ogni mese il doppio/triplo/quadruplo rispetto alle alternative proposte dalla mobilità dolce, forse, e dico forse, ritengono che il mezzo privato valga N volte l'offerta proposta dell'alternativa migliore.
Forse, e dico forse, è un attimo miope considerare una scelta di trasporto senza considerare gli aspetti culturali e gli effetti sistemici?
Forse utilizzare la bicicletta con le ciclabili separate e auto a velocità limitata non è la stessa cosa di usarla in circonvalla adesso?
Forse i mezzi pubblici di superficie avrebbero performance diverse se, oltre ai semafori e preferenziali, ci fosse meno traffico cittadino.
La soluzione del Buon Goverso? Proporre misure che mirano ad alzare il costo dell'alternativa privata, ma nulla per migliorare la mobilità dolce, vedi: pricing per fasce orarie al fine di redistribuire il traffico oltre alle fasce di alta (7-9 / 17-19), sconti per chi usa i parcheggi di interscambio, qualità, puntualità e sicurezza del TPL).
Tutte cose giuste. Faccio però presente che il pricing del TPL per gli abbonamenti rimane estremamente basso. L'abbonamento ai parcheggi di interscambio costa 1 euro al giorno con l'annuale.
L'alternativa privata non è sostenibile e la sua disincentivazione è l'unica strada percorribile.
Il TPL milanese ha molte possibilità di miglioramento, ma tutto sommato il servizio non è male. Se devo essere sincero vedo problemi maggiori con Trenord.
Il problema è, anche e soprattutto, la cultura dell'automobile. C'è gente che per partito preso non prende i mezzi pubblici.
Libera di farlo, ma giustamente paga.
Il problema è che queste misure funzionano! Le persone sono obbligate a muoversi e se non possono permettersi l'alternativa privata usano la mobilità dolce. Ma lo fanno perché gli è stato imposto dal quadro regolatorio, non per scelta... non si sta creando benessere!
Spiace, ma le misure della giunta di Milano sono misure da centro destra.
Il problema è il concetto di benessere. Intanto per chi in città ci abita che non deve certo essere penalizzato perché l'altrui benessere pretende di avere ovunque accesso con l'auto e magari pure i parcheggi.
Sempre in città, il benessere dei cittadini aumenta se possono utilizzare forme alternative più efficienti, se diminuisce l'inquinamento acustico e se aumenta la vivibilità (e quindi l'attrattività e il valore) di determinate aree.
Il calo di incidenti mortali peraltro beneficia principalmente i pedoni che saranno verosimilmente milanesi per una buona parte.
Secondo quale principio il sindaco di Milano, votato dai milanesi, dovrebbe lavorare per privilegiare quelli che da fuori entrano in auto a Milano a discapito dei propri cittadini?
Io capisco benissimo le critiche all'area B, ma non vedo davvero nessun motivo per avversare l'abbassamento dei limiti di velocità, tantomeno vederlo come un attentato alla libertà personale.