Come può finire la guerra in Ucraina, dopo le parole di Putin? I 3 scenari
Come può terminare il conflitto in Ucraina, dopo l’annuncio da parte di Putin della mobilitazione militare parziale e le minacce nucleari? Thomas Friedman, editorialista del «New York Times», disegna i possibili scenari, dalla vittoria ucraina all’«accordo sporco» con Putin.
Come può finire la guerra in Ucraina? Quali sono gli scenari in grado di chiudere l’aggressione russa e produrre un risultato stabile. L’interrogativo torna attuale, nel giorno in cui Vladimir Putin smaschera suo malgrado la grande finzione dell’«operazione speciale», proclamando una mobilitazione sia pur parziale che tradisce una situazione disperata e ammette implicitamente che la Russia è in guerra.
Le possibili risposte sono molte.
E con il solito acume, Thomas Friedman, principe degli editorialisti del New York Times, ne formula tre, che vale assolutamente la pena analizzare nel dettaglio.
Esito 1:
una completa vittoria dell’Ucraina, che i recenti successi delle truppe di Kiev sul terreno hanno trasformato da scenario irrealistico in prospettiva concreta. «Per la prima volta – dice Friedman – sento porre in giro la domanda: e se l’esercito russo implodesse?».
Certo la mobilitazione ordinata da Putin, che dovrebbe portare 300 mila nuovi soldati russi al fronte, potrebbe rivelarsi un «game changer». Ma saranno truppe fedeli allo Zar?
Combatteranno fino all’ultimo uomo?
Il rischio implicito in questo primo scenario, è che Putin, di fronte a una crescente avanzata militare dell’Ucraina sostenuta dalla Nato, potrebbe «fare qualcosa di folle».
Ancora oggi, il capo del Cremlino ha alluso al possibile impiego di armi nucleari .
Sicuramente non accetterebbe una sconfitta e la completa umiliazione.
Esito 2.
Un «dirty deal», un accordo sporco con Putin, «che assicurerebbe un cessate il fuoco, mettendo fine alla distruzione, ma rischierebbe di spaccare l’Occidente e far infuriare gli ucraini».
Difficile, spiega Friedman, immaginare Zelensky accettare una tregua, ora che le sue forze avanzano e hanno rovesciato l’assetto del conflitto, trasformandosi da prede in cacciatori. Ma attenzione all’Europa in inverno, avverte Friedman, quando perdurando il blocco del gas russo e l’esplosione dei costi dell’energia «molte aziende chiuderanno» e «gli europei saranno costretti a scegliere tra heating and eating, riscaldarsi o mangiare».
Sia Putin che molti leader europei sarebbero tentati da questo tipo di accordo. Il leader russo annuncerebbe di esser pronto a trattare e a riprendere le forniture di gas. A quel punto, l’attuale unità dell’Unione europea potrebbe sbriciolarsi, con i soli polacchi, baltici e pochi altri determinati a continuare nel sostegno a Kiev. L’accordo sarebbe
«sporco» perché permetterebbe a Putin di farla franca, dopo aver violato l’ordine internazionale e commesso crimini di guerra. In ogni caso «occorrerebbe sicuramente fare concessioni a Zelensky, per esempio offrendo garanzie di sicurezza
come la piena adesione dell’Ucraina alla Nato».
Ma Friedman non esclude anche una variante 2b, dove Putin prima di accordarsi bombarderebbe ancora i territori riconquistati dagli ucraini, con l’obiettivo di costringere l’Occidente ad accettare che almeno una parte del Donbass resti in mano russa.
Esito 3.
Un accordo meno sporco, nel quale la Nato e l’Ucraina propongono un cessate il fuoco sulle linee del 24 febbraio, quando iniziò l’invasione russa. La distruzione finirebbe e il principio dell’inammissibilità di cambiare i confini con la forza sarebbe salvo.
Ma Putin dovrebbe ammettere davanti al suo popolo che 70 mila figli della Russia sono morti per nulla.
«Impossibile immaginarlo», dice Friedman, secondo il quale in questo terzo caso «Putin dovrebbe probabilmente prima essere cacciato da una rivolta popolare o da una congiura di palazzo».
Scenario improbabile, visto il suo dominio totale degli apparati di sicurezza.
Senza contare, spiega Friedman, il pericoloso vuoto di potere che si creerebbe in Paese con migliaia di testate nucleari o il fatto che il successore di Putin potrebbe essere peggio di lui, ancora più nazionalista.
Eppure, i segnali che lo scontento in Russia cova e cresce aumentano, non ultima la presa di posizione della cantante Alla Pugacheva, la più amata delle pop star russe, che ha chiesto la fine della guerra in Ucraina, dove i soldati russi «muoiono per un’illusione».
«Questa guerra — conclude Friedman — potrebbe finire in molti modi, alcuni migliori, alcuni peggiori, ma nessuno facile. E questo senza contare l’Esito 4, quello che nessuno può predire».
https://www.corriere.it/esteri/22_s...ri-f644525e-39b9-11ed-88d4-6f9687a3379e.shtml