Vivere di rendita, posso (Vol. XLIX)?

Stato
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Non confondere però le scuole di recupero anni con gli istituti privati di eccellenza.
Il figlio del mio amico ad esempio è iscritto ad un liceo privato di Milano ma non si tratta di una scuola recupero anni, anche perchè il figlio del mio amico non ha mai perso anni scolastici.
Nel liceo privato che frequenta non perde tempo a studiare greco o latino (che sono stati depennati dal programma) ma va dritto al sodo con altro di più importante per il suo futuro. Quando andrà all'università probabilmente avrà una marcia in più se non due rispetto a chi ha studiato nella scuola pubblica italioto-gentiliana.

non so a che scuola vada il tuo amico, per sapere quali scuole preparano meglio all'università c'è eduscopio.
https://m.eduscopio.it
Guarda lì la scuola del tuo amico dove è posizionata.
 
Dico la mia sulla scuola:
Fatto liceo scientifico studiato francese per 8 anni, 3 medie e 5 liceo.
Ad economia e commercio all'epoca i primi a laurearsi erano quelli che uscivano dal liceo, prima il classico e poi lo scientifico.
Questo perchè ai licei all'epoca ti veniva insegnato a chiedere il perchè si arriva a certe conclusioni, sapere a pappagallo alla lunga non paga.

Ora mi trovo con prima figlia al classico ma vedo: genitori che si schierano spudoratamente con i figli, professori che per evitare discussioni assecondano le teste calde e dico calde per non dire altro. Io sarei per una scuola severa, se hai certificazioni che ti agevolano nel programmazione delle interrogazioni ecc... a mio parere lo devi scrivere nel curriculum, una buona percentuale di genitori approfitta di questo fatto per agevolare i propri figli, i quali pur non avendo alcuna necessità di certificazione la ottengono per fare poco o nulla. La situazione è abbastanza vergognosa. Arrivati alle superiori la scuola deve cominciare a fare una selezione e cominciare a classificare in base ai meriti, non può passare il messaggio che tutti devono passare tipo il voto politico di fine anni 60". Non so chi di voi ha un'azienda o si occupa del personale ma diversi giovani sono imbarazzanti; magari per i genitori per i quali il figlio è sempre la vittima di turno sarà sempre colpa del professione, del datore di lavoro, dello Stato, dell'Europa e del mondo, a quel punto che lo mantengano loro a vita. Scusatemi ma si sta andando verso una società dove tutto è dovuto, dove l'educazione è un optional e dove le scuse per non assumersi le proprie responsabilità sono all'ordine del giorno.
 
Dico la mia sulla scuola:
Fatto liceo scientifico studiato francese per 8 anni, 3 medie e 5 liceo.
Ad economia e commercio all'epoca i primi a laurearsi erano quelli che uscivano dal liceo, prima il classico e poi lo scientifico.
Questo perchè ai licei all'epoca ti veniva insegnato a chiedere il perchè si arriva a certe conclusioni, sapere a pappagallo alla lunga non paga.

Ora mi trovo con prima figlia al classico ma vedo: genitori che si schierano spudoratamente con i figli, professori che per evitare discussioni assecondano le teste calde e dico calde per non dire altro. Io sarei per una scuola severa, se hai certificazioni che ti agevolano nel programmazione delle interrogazioni ecc... a mio parere lo devi scrivere nel curriculum, una buona percentuale di genitori approfitta di questo fatto per agevolare i propri figli, i quali pur non avendo alcuna necessità di certificazione la ottengono per fare poco o nulla. La situazione è abbastanza vergognosa. Arrivati alle superiori la scuola deve cominciare a fare una selezione e cominciare a classificare in base ai meriti, non può passare il messaggio che tutti devono passare tipo il voto politico di fine anni 60". Non so chi di voi ha un'azienda o si occupa del personale ma diversi giovani sono imbarazzanti; magari per i genitori per i quali il figlio è sempre la vittima di turno sarà sempre colpa del professione, del datore di lavoro, dello Stato, dell'Europa e del mondo, a quel punto che lo mantengano loro a vita. Scusatemi ma si sta andando verso una società dove tutto è dovuto, dove l'educazione è un optional e dove le scuse per non assumersi le proprie responsabilità sono all'ordine del giorno.

…anni fa per una improvvisa “scopertura” lavorativa, chiesi aiuto all’amico presidente dell’ordine , il quale nel giro di una settimana mi forni’ una rosa di 5 candidati all’assunzione. A detta sua rappresentavano la “crem della crem” tra centinaia di iscritti. Li contattai tutti e 5 , senza venire a capo di nulla.
I contatti furono imbarazzanti.
 
Riguardo al "mismatching": non è che le imprese faticano a trovare personale qualificato... è che vorrebbero pagarlo un tozzo di pane. La questione è complessa, ma a parte alcuni casi di manifesta avidità, c'è il solito, annoso problema delle dimensioni delle aziende italiane, troppo piccole, troppo in bilico (spesso anche per colpa di uno Stato che ritarda i pagamenti per 240 giorni e ti chiede comunque di pagare puntualmente le tasse) per pagare decentemente il personale. Ed ecco innescarsi un meccanismo perverso per cui che mi frega di studiare ingegneria se il vicino di mio cugino si è laureato da tre anni e ancora non fa che stage a un tozzo di pane l'ora? Oppure se proprio tengo duro, mi prendo il pezzo di carta fra i denti e con le mani libere compro un biglietto di sola andata verso posti civili dove il lavoro è remunerato

Anche qui come non quotarti.
In Italia è pieno di laureati stem e le varie facoltà di ingegneria non sono male.

Solo che nel 90% dei casi ad un ingegnere del sud conviene rimanere a casa in un concorso pubblico non stressante (tipo tecnico comunale o docente nella scuola) o andare all'estero per fare carriera, anziché lavorare in una azienda italiana dove ti mettono a fare lavori per nulla stimolanti su catene di sub-appalto e sub-fornitura lunghissimi (in sintesi: finisci a fare manovalanza per il boomer che ha unica preoccupazione di non timbrare un minuto più tardi dell'orario contrattuale).

Ingegneri del nord forse hanno meno problemi non dovendo affrontare emigrazione interna, ma anche lì, se vogliono carriera o soldi fanno molto prima ad emigrare anche in nazioni vicine (Olanda, Francia, Germania ...negli ultimi anni anche Barcellona o Valencia).

Alcuni investimenti legati al pnrr stanno portando un po' di freschezza, ma sono numeri troppo bassi per invertire un trend di dimensioni più ampie (non sono solo gli investimenti pubblici a mancare, ma tante multinazionali estere che nel nostro paese non hanno più fiducia e riducono al minimo le attività di intelletto svolte).

Dico la mia sulla scuola:
Fatto liceo scientifico studiato francese per 8 anni, 3 medie e 5 liceo.
Ad economia e commercio all'epoca i primi a laurearsi erano quelli che uscivano dal liceo, prima il classico e poi lo scientifico.
Questo perchè ai licei all'epoca ti veniva insegnato a chiedere il perchè si arriva a certe conclusioni, sapere a pappagallo alla lunga non paga.

Ora mi trovo con prima figlia al classico ma vedo: genitori che si schierano spudoratamente con i figli, professori che per evitare discussioni assecondano le teste calde e dico calde per non dire altro. Io sarei per una scuola severa, se hai certificazioni che ti agevolano nel programmazione delle interrogazioni ecc... a mio parere lo devi scrivere nel curriculum, una buona percentuale di genitori approfitta di questo fatto per agevolare i propri figli, i quali pur non avendo alcuna necessità di certificazione la ottengono per fare poco o nulla. La situazione è abbastanza vergognosa. Arrivati alle superiori la scuola deve cominciare a fare una selezione e cominciare a classificare in base ai meriti, non può passare il messaggio che tutti devono passare tipo il voto politico di fine anni 60". Non so chi di voi ha un'azienda o si occupa del personale ma diversi giovani sono imbarazzanti; magari per i genitori per i quali il figlio è sempre la vittima di turno sarà sempre colpa del professione, del datore di lavoro, dello Stato, dell'Europa e del mondo, a quel punto che lo mantengano loro a vita. Scusatemi ma si sta andando verso una società dove tutto è dovuto, dove l'educazione è un optional e dove le scuse per non assumersi le proprie responsabilità sono all'ordine del giorno.

Diciamo che quello che viene meno in questo modo (scuola = diplomificio) è soprattutto la funzione di formazione del carattere degli studenti come futuri adulti.

Per i contenuti tecnici specifici c'è l'università, ma se non viene formato il carattere prima dei 18 anni (abitudine al merito, correlazione istintiva tra lavoro svolto e valutazione positiva, spirito critico e analitico nei confronti dei dati, etc) difficilmente si diventa poi "maturi" anche con una laurea completa in tasca.
 
Ultima modifica:
Bellissimo argomento questo! Ho iniziato proprio ieri a leggere il saggio di Ricolfi sul peggioramento della scuola italiana (“Il danno scolastico”).
La partenza é dannatamente veritiera.

Porto la mia testimonianza di persona diplomatasi nel 2009 dopo le varie riforme e con una laurea STEM.
Io ho fatto il liceo scientifico e, seppur lo rifarei domani, ho notato che, sia alle superiori sia alle medie, la differenza enorme la fa, oltre alla testa dello studente ovviamente, la fortuna, ovvero, gli insegnanti che trovi.

Ho studiato in una scuola media pubblica di un paesino che, all’epoca, di poco superava le 3000 anime. C’erano due sezioni che includevano i ragazzini del paese e delle numerose frazioni. Nella prima sezione, la mia, avevamo una prof di matematica temutissima e severa ma molto ben preparata. Nel pomeriggio dell’ultimo anno, si mise a disposizione non solo per i recuperi ma anche per un “potenziamento” per chi, in vista del liceo scientifico, desiderava avere una miglior base. Fu così che campai di rendita per i due anni successivi. In terza media ci diede delle basi di geometria analitica che in molti videro solo dopo il biennio.

L’altra sezione fu meno fortunata e in tre anni cambiarono tre prof. di matematica. Al liceo non ci fu confronto, una Caporetto totale per i miei compagni che scelsero la sezione sbagliata.

D’altra parte, per esempio, al liceo ho avuto una prof. di inglese scandalosa e se oggi lavoro al 90% in lingua straniera é solo grazie alle serie tv in lingua, ai video su YouTube ecc..., non certo a quello che ho imparato a scuola.

Apprezzo invece il lavoro delle università: già ai tempi il Politecnico offriva un ottimo corso di inglese gratuito che mi diede delle buone basi, ora, con i tanti corsi di laurea interamente in inglese, credo siano sulla strada giusta.
Non conosco realtà particolare disastrate quindi non ho idea di come si stia comportando l’Università di Enna, ma immagino che, come in ogni aspetto, il divario tra il top e il bottom possa solo aumentare.

Ultimo paragrafo: il capitolo genitori. Il grande male degli studenti di oggi, credo. Già ai miei tempi si iniziava a vedere qualche madre che, convinta di aver in casa un genio incompreso, protestava con gli insegnanti per quel 4 in pagella non meritato. Ieri era l’eccezione, oggi è la regola. Ho amici insegnanti e parenti con figli in età scolare. Assurdo. Bambini di 9-10 anni che parlano un italiano imbarazzante. Non meno di 24 ore fa ho sentito, nell’ordine, un “a me mi piace “, “se farei”, “cosa vuol dire la parola soddisfatto?” per poi sentir dire ai genitori che il bambino é troppo piccolo per leggere Paperino perché “ci sono delle parole difficili” (???).
Ho sentito letture stentate che, dopo la prima elementare, dovrebbero essere assolutamente superate.
Ho sentito genitori lamentarsi per problemi matematicamente troppo difficili visto che il figlio, in quarta elementare, ancora non sa le tabelline e fatica a fare a mente addizioni e sottrazioni semplici.

Una scuola falsamente democratica che, con l’intento di essere accessibile a tutti, non fa che aumentare il divario tra chi può permettersi lezioni private, soggiorni all’estero, anni negli States in quarta superiore (dai 10-15k in su), Università private o nel nord Italia con Erasmus annessi e il resto del mondo, destinato a far parte di quegli analfabeti funzionali di cui siamo circondati.
 
Mah...

Cari boomer, uso il maschile prevalente perché, prevalentemente, siete maschi anche quando siete femmine, anzi più che maschi siete maschili, quindi non avete che colpe culturali (come tutti), in quanto tali emendabili, che tuttavia non emenderete.

Siete maschili perché sietecolonizzatori, protervi, pigri, patronali, inquinanti, passivo-aggressivi, vampireschi, camerateschi, infantili, scaricabarile, grevi, gretti, talvolta violenti. Siete maschili perché siete dappertutto, sempre in maggioranza assoluta, e quando non lo siete vi si deve ringraziare, ci si deve stupire, lo si deve evidenziare: vi siete distinti dagli altri, avete pur fatto qualcosa.

Vi dite eroi con poco, arrotondando sempre per difetto. Come tutte
le generazioni prima di voi, vi ritenete i depositari del meglio, che tuttavia non avete fatto che dissipare, insieme a tutto il resto del pianeta, che adesso si rivale su di voi, su di noi, su tutti, ma voi fate spallucce perché tanto, quando crollerà davvero tutto, non ci sarete.

Fate così anche a lavoro, dove siete sempre i capi per via del solo talento che questo paese riconosce e onora: l’età.

L'intervento completo di Simonetta Sciandivasci su La Stampa - Specchio (in edicola oggi)
 
Perdonate se rovino il flow politico del topi ma ho una curiosità che vorrei fosse soddisfatta, per possibile.

Per chi di voi investe in strumenti finanziari, avete più di un intermediario o ne mantenete uno soltanto? In soldoni: un solo deposito amministrato o ne avete più di uno, diversificando anche in questo senso?

E che regime preferite? Dichiarativo, amministrato o entrambi?

Mi interessano soprattutto i motivi delle vostre scelte.
 
Perdonate se rovino il flow politico del topi ma ho una curiosità che vorrei fosse soddisfatta, per possibile.

Per chi di voi investe in strumenti finanziari, avete più di un intermediario o ne mantenete uno soltanto? In soldoni: un solo deposito amministrato o ne avete più di uno, diversificando anche in questo senso?

E che regime preferite? Dichiarativo, amministrato o entrambi?

Mi interessano soprattutto i motivi delle vostre scelte.

Io uso Fineco e Directa, entrambi in amministrato. Non ho una motivazione particolare, mi piace averne due.
 
Io uso Fineco e Directa, entrambi in amministrato. Non ho una motivazione particolare, mi piace averne due.


Da possessore di Directa ed ex possessore di Degiro, stavo pensando anche io a Fineco per un secondo d.a..

La mia strategia (opinabile ovviamente) è di avere i primi 100k a distribuzione su Directa e quello che riesco a mettere di mese in mese da parte come nuovo flusso di capitale, portarlo su Fineco perché fra qualche tempo avrò necessità di un prestito e vorrei farlo con il Credit Lombard.

Piuttosto che trasferire i titoli da un d.a. all'altro pensavo di avere due, anche per una logica di organizzazione mentale mia (seppur superflua a fini pratici).
 

Nell’azienda di automazione industriale in cui attualmente lavoro, i ragazzi neo laureati in ingegneria o provenienti da corsi avanzati di specializzazione più capaci e brillanti sono di origini straniera, i genitori sono immigrati in Italia da giovani, da Marocco, Albania, India, Romania per intenderci

Sono umili e collaborativi, cercano di apprenderere da chi ha più esperienza, fanno sacrifici senza problemi perché quel lavoro e quella possibilità se la sono sudata duramente, hanno visto fare ai loro genitori i lavori più umili e umilianti per farli studiare

Gli italiani? Non pervenuti, tranne rari casi, seppur qualificati dal titolo di studio vanno in crisi alle prime difficoltà e rassegnano le dimissioni, sperando di trovare un lavoro più facile e con meno responsabilità, più impegnati a organizzarsi il week end o gli aperitivi nei locali più alla moda

Lavorando come ingegnere consulente in area tecnica, ho lavorato in molte realtà industriali sia piccole che grandi come una multinazionale, questo è quello che vedo tutti i giorni
 
Ultima modifica:
Cari boomer, uso il maschile prevalente perché, prevalentemente, siete maschi anche quando siete femmine, anzi più che maschi siete maschili, quindi non avete che colpe culturali (come tutti), in quanto tali emendabili, che tuttavia non emenderete.

Siete maschili perché sietecolonizzatori, protervi, pigri, patronali, inquinanti, passivo-aggressivi, vampireschi, camerateschi, infantili, scaricabarile, grevi, gretti, talvolta violenti. Siete maschili perché siete dappertutto, sempre in maggioranza assoluta, e quando non lo siete vi si deve ringraziare, ci si deve stupire, lo si deve evidenziare: vi siete distinti dagli altri, avete pur fatto qualcosa.

Vi dite eroi con poco, arrotondando sempre per difetto. Come tutte
le generazioni prima di voi, vi ritenete i depositari del meglio, che tuttavia non avete fatto che dissipare, insieme a tutto il resto del pianeta, che adesso si rivale su di voi, su di noi, su tutti, ma voi fate spallucce perché tanto, quando crollerà davvero tutto, non ci sarete.

Fate così anche a lavoro, dove siete sempre i capi per via del solo talento che questo paese riconosce e onora: l’età.

L'intervento completo di Simonetta Sciandivasci su La Stampa - Specchio (in edicola oggi)

Adesso quando le cose non vanno per il verso giusto va' di moda dare la colpa ai boomers , prima era colpa di Salvini , poi c'e stato il momento che era colpa dell'Europa o dell'euro . Insomma non è mai colpa mia se ho fallito ma sempre di qualcun altro .
 
lungi da me il diventare sovranista o patriottico, ma sta solfa ora che lo straniero è bravo e si impegna e l'italiano si adagia sugli allori e non ha voglia di lavorare, sinceramente ha anche un po' scassato la minxxhia!


e che *****!
 
Adesso quando le cose non vanno per il verso giusto va' di moda dare la colpa ai boomers , prima era colpa di Salvini , poi c'e stato il momento che era colpa dell'Europa o dell'euro . Insomma non è mai colpa mia se ho fallito ma sempre di qualcun altro .

La frustrazione dell'Italico deve pur scaricarsi su qualcuno o qualcosa. La mekkel, l'Europppa che ci vuole male, il neghér violento, il boomer.
 
La frustrazione dell'Italico deve pur scaricarsi su qualcuno o qualcosa. La mekkel, l'Europppa che ci vuole male, il neghér violento, il boomer.

Ah.. si avevo dimenticato , quando la colpa era dei Tedeschi , se in Italia le cose vanno male e colpa dei tedeschi che ci boicottano:)
 
Nell’azienda di automazione industriale in cui attualmente lavoro, i ragazzi neo laureati in ingegneria o provenienti da corsi avanzati di specializzazione più capaci e brillanti sono di origini straniera, i genitori sono immigrati in Italia da giovani, da Marocco, Albania, India, Romania per intenderci

Sono umili e collaborativi, cercano di apprenderere da chi ha più esperienza, fanno sacrifici senza problemi perché quel lavoro e quella possibilità se la sono sudata duramente, hanno visto fare ai loro genitori i lavori più umili e umilianti per farli studiare

Gli italiani? Non pervenuti, seppur qualificati dal titolo di studio vanno in crisi alle prime difficoltà e rassegnano le dimissioni, sperando di trovare un lavoro più facile e con meno responsabilità, più impegnati a organizzarsi il week end o gli aperitivi nei locali più alla moda

Lavorando come ingegnere consulente in area tecnica, ho lavorato in molte realtà industriali sia piccole che grandi come una multinazionale, questo è quello che vedo tutti i giorni

In industria, soprattutto al nord, c'e' spazio e ricerca di manodopera piu' o meno specializzata (la formazione la si puo' fare in azienda): purtroppo, anche con contratti regolari, e' sempre piu' difficile trovare il ragazzo che entra in fabbrica a fare l'operaio. E' totalmente cambiata la mentalità dei giovani verso il lavoro, chi lavora nelle industrie da decenni lo sa: in una delle ultime chiamate per lavoro temporaneo, su quasi 50 arrivi ho contato 4 cognomi italiani. E' solo un esempio per darvi le dimensioni del fenomeno che e' comune a buona parte delle aziende dell'area piu' produttiva del paese.
E aggiungo una tendenza piu' recente rispetto alle osservazioni di @massit78: ora anche i "nuovi italiani" sono sempre piu' restii a fare certi lavori, e' abbastanza comune trovare il padre ultracinquantenne a fare i turni in fabbrica e il figlio che se ne scappa dopo un mese.
 
Cari boomer, uso il maschile prevalente perché, prevalentemente, siete maschi anche quando siete femmine, anzi più che maschi siete maschili, quindi non avete che colpe culturali (come tutti), in quanto tali emendabili, che tuttavia non emenderete.

Siete maschili perché sietecolonizzatori, protervi, pigri, patronali, inquinanti, passivo-aggressivi, vampireschi, camerateschi, infantili, scaricabarile, grevi, gretti, talvolta violenti. Siete maschili perché siete dappertutto, sempre in maggioranza assoluta, e quando non lo siete vi si deve ringraziare, ci si deve stupire, lo si deve evidenziare: vi siete distinti dagli altri, avete pur fatto qualcosa.

Vi dite eroi con poco, arrotondando sempre per difetto. Come tutte
le generazioni prima di voi, vi ritenete i depositari del meglio, che tuttavia non avete fatto che dissipare, insieme a tutto il resto del pianeta, che adesso si rivale su di voi, su di noi, su tutti, ma voi fate spallucce perché tanto, quando crollerà davvero tutto, non ci sarete.

Fate così anche a lavoro, dove siete sempre i capi per via del solo talento che questo paese riconosce e onora: l’età.

L'intervento completo di Simonetta Sciandivasci su La Stampa - Specchio (in edicola oggi)

Suka.




Voleva mica una risposta da boomer ? :D
 
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