Pangolino
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La crisi in Ucraina segna un punto di svolta per i mercati finanziari.
Gli Stati Uniti assieme ai loro alleati-vassalli hanno usato la struttura del mercato finanziario occidentale come strumento di guerra nei confronti della Russia. Questo ha comportato che molti investitori russi e occidentali hanno subito un congelamento dei loro beni e quindi danni economici forse permanenti. Il rischio geopolitico nell'investimento transfrontaliero emerge in modo preponderante.
Però è evidente che è stato il cosiddetto mondo occidentale ad usare in modo arbitrario questo strumento danneggiando gli investitori. La Russia ha reagito in termini difensivi più per difendere la sua valuta che per altro. E paradossalmente Mosca sembra molto più preoccupata di garantire i diritti degli investitori internazionali di quanto non sia Washington. Questo pone un problema di fiducia. Qualsiasi investitore fuori dall'occidente vedrà gli investimenti nei paesi occidentali con diffidenza. Viceversa investitori occidentali avranno paura ad allocare i propri soldi verso paesi esterni ad un'alleanza dominata dagli Stati Uniti.
In realtà l'occidente già aveva un prolema di fiducia. Un problema di tipo monetario per la gestione quanto mai disinvolta della moneta. Ma non si era ancora arrivati a minare i diritti alla proprietà privata.
Quando i russi dicono che l'occidente ha rinnegato i suoi stessi principi non sono molto lontani dal vero.
Allo stesso tempo si apre quindi un'opportunità per quei paesi che saranno in grado di sostituire il vuoto lasciato dagli occidentali.
Un paese che possa garantire stabilità e l'inviolabilità della proprietà privata, indipendentemente dalla geopolitica, diventa automaticamente candidato ad essere sede di una nuova Wall Street. Sotto questo punto di vista i mezzi tecnici forniti dalla criptofinanza potrebero rivelarsi molto utili.
Gli Stati Uniti stanno minando le basi stessi di un sistema da loro stessi costruito.
Gli europei invece che trarre profitto dalla follia americana la seguono. Perdendo due volte.
Gli Stati Uniti assieme ai loro alleati-vassalli hanno usato la struttura del mercato finanziario occidentale come strumento di guerra nei confronti della Russia. Questo ha comportato che molti investitori russi e occidentali hanno subito un congelamento dei loro beni e quindi danni economici forse permanenti. Il rischio geopolitico nell'investimento transfrontaliero emerge in modo preponderante.
Però è evidente che è stato il cosiddetto mondo occidentale ad usare in modo arbitrario questo strumento danneggiando gli investitori. La Russia ha reagito in termini difensivi più per difendere la sua valuta che per altro. E paradossalmente Mosca sembra molto più preoccupata di garantire i diritti degli investitori internazionali di quanto non sia Washington. Questo pone un problema di fiducia. Qualsiasi investitore fuori dall'occidente vedrà gli investimenti nei paesi occidentali con diffidenza. Viceversa investitori occidentali avranno paura ad allocare i propri soldi verso paesi esterni ad un'alleanza dominata dagli Stati Uniti.
In realtà l'occidente già aveva un prolema di fiducia. Un problema di tipo monetario per la gestione quanto mai disinvolta della moneta. Ma non si era ancora arrivati a minare i diritti alla proprietà privata.
Quando i russi dicono che l'occidente ha rinnegato i suoi stessi principi non sono molto lontani dal vero.
Allo stesso tempo si apre quindi un'opportunità per quei paesi che saranno in grado di sostituire il vuoto lasciato dagli occidentali.
Un paese che possa garantire stabilità e l'inviolabilità della proprietà privata, indipendentemente dalla geopolitica, diventa automaticamente candidato ad essere sede di una nuova Wall Street. Sotto questo punto di vista i mezzi tecnici forniti dalla criptofinanza potrebero rivelarsi molto utili.
Gli Stati Uniti stanno minando le basi stessi di un sistema da loro stessi costruito.
Gli europei invece che trarre profitto dalla follia americana la seguono. Perdendo due volte.