"Faremo crollare l'economia russa". cap. 2

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ohibo', non doveva calare del 10-15%?

A fine anno c'e' tempo.....
Devi leggere bene l'articolo......

L’ agenzia Reuters riferisce che il ministero dell’Economia prevede che nel terzo trimestre il prodotto interno lordo potrebbe diminuire fino al 12 per cento, che sarebbe il calo più grande dalla metà degli anni 90. :yes::yes:
 
A fine anno c'e' tempo.....
Devi leggere bene l'articolo......

L’ agenzia Reuters riferisce che il ministero dell’Economia prevede che nel terzo trimestre il prodotto interno lordo potrebbe diminuire fino al 12 per cento, che sarebbe il calo più grande dalla metà degli anni 90. :yes::yes:

speriamo di non batterli!
 
GUERRA IN UCRAINA, FINIRÀ A CAUSA DELLE SANZIONI?
Capire l'attualità internazionale

I pacchetti di sanzioni economiche contro la Russia si moltiplicano, ma la guerra non si ferma. Ciò fa dire ai propagandisti che le sanzioni sono inutili e danneggiano più noi occidentali che la stessa Russia, perciò andrebbero revocate.

Le sanzioni sono un istituto del diritto internazionale il cui scopo è punire uno Stato che viola le regole di convivenza planetaria. Le sanzioni possono essere decise dalle Nazioni unite o da singoli Paesi. Non ha fondamento giuridico, l’argomentazione secondo cui le sanzioni contro la Russia sarebbero illegali perché non decise dall’ONU, ma da singoli Stati (in particolare Stati uniti e Unione europea). Le persone e gli enti colpiti dalle sanzioni, inoltre, hanno diritto di ricorso, se ritengono che le sanzioni siano illegittime. Alcuni soggetti russi si sono già avvalsi di tale facoltà.

Le sanzioni economiche internazionali non hanno lo scopo primario di fermare la guerra. Esse hanno la stessa finalità delle sanzioni del diritto penale: devono causare all’autore di un reato un male proporzionato a quello sofferto dalla vittima; devono scoraggiarlo dal ripetere il reato e devono suscitare timore in tutta la comunità, poiché tutti devono sapere che chi non rispetta la legge subisce le stesse conseguenze.

Le sanzioni decise contro la Russia, pertanto, devono arrecare a Mosca un danno proporzionale a quello che sta soffrendo l’Ucraina; devono scoraggiare la Russia dal proseguire l’aggressione e dall’attaccare altri Stati; infine, devono mostrare a tutto il mondo che chi scatena una guerra contro un altro Stato subisce conseguenze altrettanto disastrose.


Come reagisce l’economia russa

Molti studi, ormai, dimostrano il contrario: le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa in modo grave e duraturo

Il danno recato dalla guerra combattuta sul terreno si produce subito, mentre il danno causato dalle sanzioni emerge più lentamente. Per questo motivo, è facile pensare che le sanzioni siano inutili. Molti studi, ormai, dimostrano il contrario: le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa in modo grave e duraturo. Rimando, su tutti, al recentissimo studio pubblicato dall’università di Yale, che riporta dati oggettivi documentati e convincenti.

La Russia afferma che sostituirà il commercio con l’Occidente, impedito dalle sanzioni, stringendo nuovi accordi commerciali con Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo. Questa alternativa non compensa le perdite causate dalle sanzioni occidentali. Mosca non riesce a vendere a quei Paesi le stesse quantità di gas e petrolio che vendeva all’Europa. Se anche vi riuscisse, vi è un altro aspetto decisivo: il contenuto di qualità e tecnologia delle importazioni da Cina e India non è paragonabile a quello dei prodotti occidentali.

A causa delle sanzioni, la Russia è scivolata nella stessa condizione nella quale si trovò l’Unione sovietica alla fine del periodo staliniano. Negli anni Cinquanta, l’ingegner Sergej Alekseevič Lebedev era riuscito a convincere Nikita Chruščëv e il Partito comunista sovietico ad abbandonare i calcolatori analogici elettromeccanici, per puntare sui computer digitali, che allora funzionavano a valvole termoioniche. In quegli anni, il progresso tecnologico sovietico era ancora in grado di concorrere con quello occidentale. Si preparava il più grande successo tecnico sovietico, il lancio del primo uomo nello spazio, nel 1961.


Guerra in Ucraina, quando finirà? L’innovazione, nervo scoperto di Mosca


Anziché importare dall’Europa automobili Mercedes, BMW o Maserati, la Russia può importare automobili cinesi o indiane – Queste, però, sono costruite imitando modelli occidentali

Le sanzioni economiche di oggi colpiscono la Russia su un elemento chiave dello sviluppo e dell’esistenza stessa di uno Stato: la capacità di innovazione. Anziché importare dall’Europa automobili Mercedes, BMW o Maserati, la Russia può importare automobili cinesi o indiane – Queste, però, sono costruite imitando modelli occidentali e applicando uno sviluppo che avviene negli Stati uniti e in Europa.:rolleyes::rolleyes:

La guida dell’innovazione resta l’Occidente: l’innovazione non può avvenire in società autoritarie o fortemente squilibrate, perché presuppone libera circolazione delle idee, delle persone e dei capitali; richiede meccanismi sociali che permettano di far studiare i giovani talenti indipendentemente dalla loro ricchezza familiare, deve contare su una ragionevole stabilità sociale e politica. Queste condizioni non esistono in Cina, in India e in nessun Paese in via di sviluppo.

In mancanza di innovazione, la Russia si condanna alla retroguardia. E’ costretta a puntare sulla mobilitazione dei cittadini verso obiettivi demagogici, come fece l’Unione sovietica. Negli anni Cinquanta, l’Unione sovietica riuscì a svilupparsi grazie alla mobilitazione della popolazione, galvanizzata dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale e spinta dal regime a dare il meglio per ottenere il trionfo del comunismo sul capitalismo. Poi, la popolazione capì che il comunismo perdeva. I negozi erano vuoti e bisognava restare ore in coda per acquistare prodotti che non corrispondevano alle aspettative moderne. Intanto, l’Occidente capitalista progrediva.


Il vero obiettivo delle sanzioni

Le sanzioni possono anche far cessare o rallentare la guerra, perché lo Stato aggressore perde le risorse economiche necessarie

Le prossime generazioni di russi pagheranno le conseguenze delle scelte di oggi,
quando la guerra in Ucraina finirà e dovranno ricostruire il loro Paese abbattuto dal conflitto e dalle sanzioni. Si spera che ciò basti a convincerli a non ripeterle in futuro: questi sono gli obiettivi primari delle sanzioni. Le sanzioni possono anche far cessare o rallentare la guerra, perché lo Stato aggressore perde le risorse economiche necessarie. Questa, però, è una ricaduta secondaria, augurabile ma non immediata.

E’ falso e intellettualmente disonesto, far credere che le sanzioni contro la Russia siano inefficaci perché la guerra in Ucraina non finirà a causa di esse, o non solo. Per fermare la guerra vi è un solo modo: cacciare l’esercito invasore, applicando una forza militare contraria e superiore.

Finché la Russia non si sgretolerà moralmente, Putin accetterà di trattare solo quando lo deciderà lui per propria convenienza, oppure perché si troverà di fronte a una resistenza militare prevalente. L’esempio dell’accordo sul grano è lampante. Se l’Ucraina non avesse ricevuto i nuovi lanciamissili statunitensi, i russi non avrebbero firmato l’accordo
e si sarebbero tenuti stretto il controllo navale sul Mar Nero.


https://www.lucalovisolo.ch/ucraina/guerra-in-ucraina-quando-finira-italia-e-altro.html
 
Ultima modifica:
L'analisi ha molti elementi corretti, ma anche alcune carenze.
Infatti l'assunto che l'innovazione si possa fare solo nelle democrazie mi sembra in buona parte smentito dalla Cina, che in molti settori tecnologici sta recuperando ampiamente, ed in diverse situazioni specifiche è più avanti dei paesi occidentali.

La Russia chiaramente pagherà molto l'attuale situazione sul piano dell'avanzamento tecnologico, ma non essendo le tecnologie avanzate alla sola portata dei paesi democratici le conseguenze potrebbero non essere così devastanti.

Chiaramente la pagherà con una debolezza politica, visto che non può permettersi tensioni con la Cina, quindi ha una forte debolezza su quel fronte.

Sul breve termine, boh. Mi sembra che il picco sulle materie prime sembra essere stato toccato. Vediamo se l'autunno/inverno porteranno a nuove tensioni o se queste, come credo, siano in parte incluse nelle quotazioni attuali.

Se i prezzi delle materie prime fossero declinanti, allora la Russia dovrebbe essere più arrendevole, se non ci sono variazioni delle quotazioni delle materie prime la vedo difficile.

Peraltro a parte la fede atlantista l'impressione è che dal 26 settembre l'Italia sarà meno filoucraina, anche se non siamo un paese decisivo in questa guerra.
 
L'analisi ha molti elementi corretti, ma anche alcune carenze.
Infatti l'assunto che l'innovazione si possa fare solo nelle democrazie mi sembra in buona parte smentito dalla Cina, che in molti settori tecnologici sta recuperando ampiamente, ed in diverse situazioni specifiche è più avanti dei paesi occidentali.

La Russia chiaramente pagherà molto l'attuale situazione sul piano dell'avanzamento tecnologico, ma non essendo le tecnologie avanzate alla sola portata dei paesi democratici le conseguenze potrebbero non essere così devastanti.

Chiaramente la pagherà con una debolezza politica, visto che non può permettersi tensioni con la Cina, quindi ha una forte debolezza su quel fronte.

Sul breve termine, boh. Mi sembra che il picco sulle materie prime sembra essere stato toccato. Vediamo se l'autunno/inverno porteranno a nuove tensioni o se queste, come credo, siano in parte incluse nelle quotazioni attuali.

Se i prezzi delle materie prime fossero declinanti, allora la Russia dovrebbe essere più arrendevole, se non ci sono variazioni delle quotazioni delle materie prime la vedo difficile.

Peraltro a parte la fede atlantista l'impressione è che dal 26 settembre l'Italia sarà meno filoucraina, anche se non siamo un paese decisivo in questa guerra.

Concordo sostanzialmente con due distinguo relativamente alla parte tecnologica.

Attualmente solo ASML fornisce sistemi di fotolitografia EUV che permettono di produrre chip a semiconduttore dai 5 nm (nanometri) in giù, ma non li fornisce alla Cina che, infatti, ad inizio anno ha annunciato "sforzi" per colmare il gap tecnologico (ma non è cosa del giorno).

La Russia, da questo punto di vista, è messa perfino peggio, sta ancora a 65 nm come capacità di produzione tanto che i loro chip di punta (Baikal) venivano direttamente prodotti a Taiwan e la fornitura si è interrotta a inizio conflitto. Può comprare dalla Cina ma, per quanto detto prima, ambedue non sono in grado di accedere a tecnologie spinte.
 
SMIC (Cina) ha affermato di aver sviluppato un nodo chiamato N+1 in grado di competere con i chip a 7 nm. E tutto questo è stato fatto senza una macchina EUV
 
SMIC (Cina) ha affermato di aver sviluppato un nodo chiamato N+1 in grado di competere con i chip a 7 nm. E tutto questo è stato fatto senza una macchina EUV

Li ha sviluppati con tecnologia DUV e soffrono del fatto che hanno pochissima RAM (sono adatti solo per SoC), senza parlare del fatto che il processo DUV per produrre a 7 nm (che è il limite raggiungibile con questa tecnologia) è molto più complesso e costoso della tecnologia EUV, il che implica bassi volumi.

Per arrivare dai 5 nm in giù c'è poco da fare, solo ASML ha attualmente le tecnologie necessarie.
 
Exchange gas prices in Europe exceeded $2,450 per thousand cubic meters.

Cominciate ad accumulare legna per l'inverno....
Per i prezzi energetici, invece non vi è soluzione, dal giorno in cui l'europa ha deciso di tagliarsi le @@
 
Concordo sostanzialmente con due distinguo relativamente alla parte tecnologica.

Attualmente solo ASML fornisce sistemi di fotolitografia EUV che permettono di produrre chip a semiconduttore dai 5 nm (nanometri) in giù, ma non li fornisce alla Cina che, infatti, ad inizio anno ha annunciato "sforzi" per colmare il gap tecnologico (ma non è cosa del giorno).

La Russia, da questo punto di vista, è messa perfino peggio, sta ancora a 65 nm come capacità di produzione tanto che i loro chip di punta (Baikal) venivano direttamente prodotti a Taiwan e la fornitura si è interrotta a inizio conflitto. Può comprare dalla Cina ma, per quanto detto prima, ambedue non sono in grado di accedere a tecnologie spinte.

Attenzione, tecnologia non significa solo microchip, su cui la Cina è indubbiamente indietro, anche se sta recuperando.

Se però parliamo di pannelli fotovoltaici e di batterie per l'elettrico rappresentano un'eccellenza
 
GUERRA IN UCRAINA, FINIRÀ A CAUSA DELLE SANZIONI?
Capire l'attualità internazionale

I pacchetti di sanzioni economiche contro la Russia si moltiplicano, ma la guerra non si ferma. Ciò fa dire ai propagandisti che le sanzioni sono inutili e danneggiano più noi occidentali che la stessa Russia, perciò andrebbero revocate.

Le sanzioni sono un istituto del diritto internazionale il cui scopo è punire uno Stato che viola le regole di convivenza planetaria. Le sanzioni possono essere decise dalle Nazioni unite o da singoli Paesi. Non ha fondamento giuridico, l’argomentazione secondo cui le sanzioni contro la Russia sarebbero illegali perché non decise dall’ONU, ma da singoli Stati (in particolare Stati uniti e Unione europea). Le persone e gli enti colpiti dalle sanzioni, inoltre, hanno diritto di ricorso, se ritengono che le sanzioni siano illegittime. Alcuni soggetti russi si sono già avvalsi di tale facoltà.

Le sanzioni economiche internazionali non hanno lo scopo primario di fermare la guerra. Esse hanno la stessa finalità delle sanzioni del diritto penale: devono causare all’autore di un reato un male proporzionato a quello sofferto dalla vittima; devono scoraggiarlo dal ripetere il reato e devono suscitare timore in tutta la comunità, poiché tutti devono sapere che chi non rispetta la legge subisce le stesse conseguenze.

Le sanzioni decise contro la Russia, pertanto, devono arrecare a Mosca un danno proporzionale a quello che sta soffrendo l’Ucraina; devono scoraggiare la Russia dal proseguire l’aggressione e dall’attaccare altri Stati; infine, devono mostrare a tutto il mondo che chi scatena una guerra contro un altro Stato subisce conseguenze altrettanto disastrose.


Come reagisce l’economia russa

Molti studi, ormai, dimostrano il contrario: le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa in modo grave e duraturo

Il danno recato dalla guerra combattuta sul terreno si produce subito, mentre il danno causato dalle sanzioni emerge più lentamente. Per questo motivo, è facile pensare che le sanzioni siano inutili. Molti studi, ormai, dimostrano il contrario: le sanzioni stanno danneggiando l’economia russa in modo grave e duraturo. Rimando, su tutti, al recentissimo studio pubblicato dall’università di Yale, che riporta dati oggettivi documentati e convincenti.

La Russia afferma che sostituirà il commercio con l’Occidente, impedito dalle sanzioni, stringendo nuovi accordi commerciali con Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo. Questa alternativa non compensa le perdite causate dalle sanzioni occidentali. Mosca non riesce a vendere a quei Paesi le stesse quantità di gas e petrolio che vendeva all’Europa. Se anche vi riuscisse, vi è un altro aspetto decisivo: il contenuto di qualità e tecnologia delle importazioni da Cina e India non è paragonabile a quello dei prodotti occidentali.

A causa delle sanzioni, la Russia è scivolata nella stessa condizione nella quale si trovò l’Unione sovietica alla fine del periodo staliniano. Negli anni Cinquanta, l’ingegner Sergej Alekseevič Lebedev era riuscito a convincere Nikita Chruščëv e il Partito comunista sovietico ad abbandonare i calcolatori analogici elettromeccanici, per puntare sui computer digitali, che allora funzionavano a valvole termoioniche. In quegli anni, il progresso tecnologico sovietico era ancora in grado di concorrere con quello occidentale. Si preparava il più grande successo tecnico sovietico, il lancio del primo uomo nello spazio, nel 1961.


Guerra in Ucraina, quando finirà? L’innovazione, nervo scoperto di Mosca


Anziché importare dall’Europa automobili Mercedes, BMW o Maserati, la Russia può importare automobili cinesi o indiane – Queste, però, sono costruite imitando modelli occidentali

Le sanzioni economiche di oggi colpiscono la Russia su un elemento chiave dello sviluppo e dell’esistenza stessa di uno Stato: la capacità di innovazione. Anziché importare dall’Europa automobili Mercedes, BMW o Maserati, la Russia può importare automobili cinesi o indiane – Queste, però, sono costruite imitando modelli occidentali e applicando uno sviluppo che avviene negli Stati uniti e in Europa.:rolleyes::rolleyes:

La guida dell’innovazione resta l’Occidente: l’innovazione non può avvenire in società autoritarie o fortemente squilibrate, perché presuppone libera circolazione delle idee, delle persone e dei capitali; richiede meccanismi sociali che permettano di far studiare i giovani talenti indipendentemente dalla loro ricchezza familiare, deve contare su una ragionevole stabilità sociale e politica. Queste condizioni non esistono in Cina, in India e in nessun Paese in via di sviluppo.

In mancanza di innovazione, la Russia si condanna alla retroguardia. E’ costretta a puntare sulla mobilitazione dei cittadini verso obiettivi demagogici, come fece l’Unione sovietica. Negli anni Cinquanta, l’Unione sovietica riuscì a svilupparsi grazie alla mobilitazione della popolazione, galvanizzata dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale e spinta dal regime a dare il meglio per ottenere il trionfo del comunismo sul capitalismo. Poi, la popolazione capì che il comunismo perdeva. I negozi erano vuoti e bisognava restare ore in coda per acquistare prodotti che non corrispondevano alle aspettative moderne. Intanto, l’Occidente capitalista progrediva.


Il vero obiettivo delle sanzioni

Le sanzioni possono anche far cessare o rallentare la guerra, perché lo Stato aggressore perde le risorse economiche necessarie

Le prossime generazioni di russi pagheranno le conseguenze delle scelte di oggi,
quando la guerra in Ucraina finirà e dovranno ricostruire il loro Paese abbattuto dal conflitto e dalle sanzioni. Si spera che ciò basti a convincerli a non ripeterle in futuro: questi sono gli obiettivi primari delle sanzioni. Le sanzioni possono anche far cessare o rallentare la guerra, perché lo Stato aggressore perde le risorse economiche necessarie. Questa, però, è una ricaduta secondaria, augurabile ma non immediata.

E’ falso e intellettualmente disonesto, far credere che le sanzioni contro la Russia siano inefficaci perché la guerra in Ucraina non finirà a causa di esse, o non solo. Per fermare la guerra vi è un solo modo: cacciare l’esercito invasore, applicando una forza militare contraria e superiore.

Finché la Russia non si sgretolerà moralmente, Putin accetterà di trattare solo quando lo deciderà lui per propria convenienza, oppure perché si troverà di fronte a una resistenza militare prevalente. L’esempio dell’accordo sul grano è lampante. Se l’Ucraina non avesse ricevuto i nuovi lanciamissili statunitensi, i russi non avrebbero firmato l’accordo
e si sarebbero tenuti stretto il controllo navale sul Mar Nero.


https://www.lucalovisolo.ch/ucraina/guerra-in-ucraina-quando-finira-italia-e-altro.html

bellissimo articolo .... ..... in sostanza sostiene che la Russia deve fare la guerra o rimanere subalterna all'occidente per sempre....
 
Attenzione, tecnologia non significa solo microchip, su cui la Cina è indubbiamente indietro, anche se sta recuperando.

Se però parliamo di pannelli fotovoltaici e di batterie per l'elettrico rappresentano un'eccellenza

Per i pannelli fotovoltaici la Cina produce forse il 90% dei pannelli mondiali ma non è tecnologicamente al vertice. I pannelli più avanzati non sono cinesi. I cinesi hanno l'indubbio vantaggio di economie di scala a basso prezzo.
Sulle batterie il discorso è analogo, probabilmente la Cina è più avanti e le economie di scala cinesi fanno la differenza, ma la competizione è estremamente aperta e imprevedibile.

Ritengo comunque che nel lungo periodo le autocrazie pagheranno dazio all'occidente. Le persone intelligenti scappano e corrono verso occidente.
 
Per i pannelli fotovoltaici la Cina produce forse il 90% dei pannelli mondiali ma non è tecnologicamente al vertice. I pannelli più avanzati non sono cinesi. I cinesi hanno l'indubbio vantaggio di economie di scala a basso prezzo.
Sulle batterie il discorso è analogo, probabilmente la Cina è più avanti e le economie di scala cinesi fanno la differenza, ma la competizione è estremamente aperta e imprevedibile.

Ritengo comunque che nel lungo periodo le autocrazie pagheranno dazio all'occidente. Le persone intelligenti scappano e corrono verso occidente.


dobbiamo essere contenti che nel resto del mondo ci sono le dittature....


non per niente abbiamo vinto la guerra fredda
 
Attenzione, tecnologia non significa solo microchip, su cui la Cina è indubbiamente indietro, anche se sta recuperando.

Se però parliamo di pannelli fotovoltaici e di batterie per l'elettrico rappresentano un'eccellenza

Ma che eccellenza su. Producono palate di roba perché hanno le materie prime e l'industria a basso costo, ma non mi pare straccino nessuno a livello di performance
 
Per i pannelli fotovoltaici la Cina produce forse il 90% dei pannelli mondiali ma non è tecnologicamente al vertice. I pannelli più avanzati non sono cinesi. I cinesi hanno l'indubbio vantaggio di economie di scala a basso prezzo.
Sulle batterie il discorso è analogo, probabilmente la Cina è più avanti e le economie di scala cinesi fanno la differenza, ma la competizione è estremamente aperta e imprevedibile.

Ritengo comunque che nel lungo periodo le autocrazie pagheranno dazio all'occidente. Le persone intelligenti scappano e corrono verso occidente.

Ed il motivo per cui gli USA tendono a dominare quasi sempre. Certo alcuni settori (tipo i microchip) beneficiano molto di programmi statali che catalizzino la crescita, ma il resto lo fa il sistema americano.
Ingiusto e spietato, permette a chi ha idee di realizzarle e arricchirsi parecchio perciò attira cervelli in fuga.
 
Ma che eccellenza su. Producono palate di roba perché hanno le materie prime e l'industria a basso costo, ma non mi pare straccino nessuno a livello di performance

Se non sbaglio le batterie LiFePO, che sono la tecnologia in questo momento in maggiore crescita pe rle auto, per motivi di disponibilità e costi, sono una tecnologia quasi esclusivamente cinese.
Mi risulta che ci siano anche molte ricerche avanzate in Cina sui panelli solari.

Chiaro che sono nel complesso ancora lontani dall'occidente, ma la distanza sta diminuendo enormemente.

Ricordo che parliamo di un paese che fino ad una decina di anni fa produceva solo prodotti di base, adesso produce prodotti tecnologici degni di nota.

La Russia invece è rimasta molto indietro, e forse adesso come competenze scientifiche è inferiore all'Urss, che era incapace di creare industria, ma aveva buone competenze scientifiche.
 
[...]
La Russia invece è rimasta molto indietro, e forse adesso come competenze scientifiche è inferiore all'Urss, che era incapace di creare industria, ma aveva buone competenze scientifiche.

Le competenze scientifiche della Russia, in realtà, sono ancora di livello molto elevato. :yes:

Il problema è che le attuali tecnologie sono un sistema complesso in cui le competenze scientifiche sono il seme indispensabile, ma devono essere seguite da capacità gestionali e produttive che in Russia sono fortemente limitate dalla corruzione imperante e dal forte controllo statale che privilegia gli oligarchi piuttosto che un'imprenditoria dinamica che riesca a "seguire" i velocissimi tempi dello sviluppo tecnologico (come avviene, con maggior efficacia, nei paesi occidentali).
 
Ma che eccellenza su. Producono palate di roba perché hanno le materie prime e l'industria a basso costo, ma non mi pare straccino nessuno a livello di performance

un esempio su centinaia: sai dove si costruiscono i turbofan rolls royce (per la gran parte delle sue parti)?
oppure le valvole più tecnologiche attualmente esistenti di nota azienda nord-europea?
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro